Torna il Wagner operistico al Ravello Festival dopo il celebrato binomio del Parsifal affidato a Placido Domingo e allo Czar Valery Gergiev. Prestigioso appuntamento con i Münchner Philharmoniker affiancati dal pianoforte solista di Lukas Sternath. Chiusura nel segno di Frank Sinatra con doppia orchestra
Di Olga Chieffi
Alessio Vlad ha presentato ieri mattina a Palazzo Santa Lucia, il cartellone della LXXI edizione del Ravello Festival, unitamente al Presidente della Fondazione Ravello Dino Falconio, del Presidente del Consiglio di Indirizzo Lorenzo Lentini e del Direttore Generale Maurizio Pietrantonio, mentre in rappresentanza della Provincia di Salerno l’Assessore alla Cultura Francesco Morra e il Sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier. Cartellone eterogeneo quello di questa edizione, con tre perle rare in scalette. La più preziosa è il ritorno Wagner operistico sul belvedere di Villa Rufolo dopo il celebrato binomio del Parsifal affidato a Placido Domingo e allo Czar Valery Gergiev, che ricordiamo ancora incantati dopo ben ventisei anni, che saluterà l’esecuzione il 20 agosto del Das Rheingold il prologo del Der Ring des Nibelungen. L’esecuzione del “Ring”, con la Dresdner Festspielorchester unita al Concerto Köln con Kent Nagano sul podio, con cui Richard Wagner nel 1876 inaugurò il primo Festival di Beyreuth, ha rappresentato una pagina importante della storia della musica. Nel 2026, in occasione della celebrazione del 150° anniversario della sua prima, questo capolavoro assoluto è destinato ancora una volta a lasciare il segno: sotto la direzione artistica di Kent Nagano e Jan Vogler, sarà analizzato, provato ed eseguito nel corso di diversi anni, dal 2023 al 2026. Avendo come riferimento il contesto artistico dell’epoca in cui è stato concepito e sulla base delle ricerche più recenti su Wagner si definirà in una esecuzione storicamente consapevole che, in associazione con la nuova Wagner Akademie, sarà integrata da uno studio che possa dare la possibilità di accostarsi al Ring considerandolo in una prospettiva globale. La seconda perla è l’esibizione il 15 luglio dei Münchner Philharmoniker affiancati dal pianoforte solista di Lukas Sternath, diretti da Andrès Orozco-Estrada, con un programma stellare aperto dall’ omaggio al Richard Wagner della Tannhäuser, Ouverture, il concerto di Edvard Grieg per pianoforte op.16, il Richard Strauss del poema sinfonico Don Juan op.20 e per chiudere il romanticismo più spinto rappresentato dall’Ouverture fantasia in Si minore Romeo e Giulietta di Petr Ilic Cajkovskij. La terza perla del programma classico è certamente la performance della pianista Yuja Wang con l’Orchestre Philharmonique du Luxemburg diretta da Gustavo Gimeno, in scena il 9 luglio, con cui suonerà per il personale omaggio a Sergej Rachmaninov con Rapsodia sul tema del Capriccio n°24 di Niccolò Paganini, op.43, per poi proseguire con il Richard Strauss della Suite per orchestra dall’opera “Der Rosenkavalier”, op.59 e il Maurice Ravel de’ La valse. Questi certamente dei 24 appuntamenti che verranno inaugurati il 2 luglio dal concerto inaugurale tutto wagneriano con protagonista l’ORF Radio-Symphonieorchester Wien diretta da Andrey Boreyko, le serate più prestigiose e dell’ensemble orchestrale specializzato nelle interpretazioni storicamente informate Il Pomo d’Oro e del suo direttore Maxim Emelyanychev , il 16 omaggeranno la scuola napoletana del ‘700, unitamente alla Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio con le voci del soprano Valentina Varriale e del baritono Mauro Borgioni, in scena il 29 luglio. Ritorna protagonista del Concerto all’alba alle 4 dell’11 agosto l’Orchestra Filarmonica G. Verdi di Salerno con il giovanissimo direttore Riccardo Bisatti. L’ultimo appuntamento sinfonico vedrà, invece, il 25 agosto, sul palco l’Hr-Sinfonieorchester di Francoforte sotto la guida di Alain Altinoglu. Come da oramai affermata tradizione, alla corposa offerta sinfonica si affiancherà una serie di concerti jazz di respiro internazionale che quest’anno comporranno una vera e propria rassegna articolata in un arco di tempo definito e circoscritto all’interno della programmazione: in 5 giorni si alterneranno sul palco di Villa Rufolo, Brad Mehldau con il suo storico Trio il 21 luglio; Stefano Bollani e Gonzalo Rubalcaba il 22 luglio; i New York Voices accompagnati dalla Salerno Jazz Orchestra il giorno seguente e una delle voci più influenti del panorama internazionale, quella di Kurt Elling il 25. A completare i due mesi di eventi una maratona, dal 4 al 6 agosto, che proporrà in dieci tappe tutte affidate a pianisti italiani di generazione e formazione diverse, l’opera pressoché integrale per pianoforte di Fryderyk Chopin: Leonora Armellini, Claudio Berra, Elia Cecino, Pietro De Maria, Andrea Lucchesini, Benedetto Lupo, Gabriele Strata, Alessandro Taverna, Alessandro Villalva si esibiranno tra i giardini di Villa Rufolo e la Chiesa di Santa Maria a Gradillo. A chiudere il cartellone di questa LXXI edizione, il 30 agosto, l’omaggio a Frank Sinatra nel venticinquennale della sua scomparsa, di Vittorio Grigolo nelle inedite vesti di cantante pop accompagnato nel viaggio tra le più celebri canzoni di Sinatra dall’Orchestra Filarmonica G. Verdi di Salerno e dalla Salerno Jazz Orchestra, una produzione esclusiva e originale del Festival da un’idea di Elio Macinante con la collaborazione musicale di Demo Morselli e Tony Renis. Una formazione e un cantante che suoneranno sostenuti dal piacere incrollabile e contagioso del fare musica, senza rivela ansie, contrasti, conflitti interiori, passioni brucianti o crudi sarcasmi, non lasciando spazio al silenzio, al dubbio, all’incoerenza, all’incertezza semantica, così come il mobile e risonante strumento vocale di Frank sapeva descrivere le sfumature di un’emozione. “È uno sforzo produttivo non indifferente – ha sottolineato Alessio Vlad – che, grazie alla volontà e all’ambizione del raggiungimento di un ideale obbiettivo di qualità, da un lato vuole essere rappresentativo di una politica della Regione Campania che esalta, rendendolo vivo e propositivo, un patrimonio verso cui non si può e non si deve rimanere inerti, dall’altro vuole rinnovare, come la luna che appare dietro il profilo delle montagne che si stagliano sullo sfondo e scendono verso il mare, quella magia che rende indimenticabile ogni esibizione in un luogo unico che appartiene non solo a noi tutti ma alla storia della nostra civiltà”.