La Salerno dimenticata, una bella mostra all'Alfano I - Le Cronache
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La Salerno dimenticata, una bella mostra all’Alfano I

La Salerno dimenticata, una bella mostra all’Alfano I

di Matteo Gallo

Una mostra per ricordare donne e uomini salernitani che hanno saputo distinguersi per il cuore, il coraggio, l’impegno, la forza luminosa delle proprie azioni ma che una volta lasciata l’esistenza su questa terra sono finiti nei cassetti dell’oblio. L’iniziativa si intitola “La Salerno dimenticata” e porta la firma degli studenti del liceo Alfano I. Uno scrupoloso lavoro di ricerca e (ri)scoperta, coordinato dalla docente Annamaria Valletta, che ha restituito al tempo presente ventitré benemerite ragioni per rinsaldare il sentimento di orgogliosa appartenenza nei confronti del nostro territorio. Ventitré come gli illustri personaggi protagonisti dei pannelli in esposizione all’interno dei locali dell’istituto, dal taglio verticale e caratterizzati da una impaginazione esaltata dalla miscellanea di contenuti grafici, fotografici e testuali. «I nostri ragazzi» ha sottolineato la dirigente scolastica  Elisabetta Barone «hanno fatto un lavoro egregio che diventa patrimonio dell’intera comunità. Di solito sono le persone più anziane a trasferire la memoria del passato; in questo caso sono stati i più giovani a farlo. E’ una ‘rivoluzione’ di cui sono orgogliosa». Dopo approfonditi passaggi anche presso l’Archivio di Stato il giovane team di ricerca ha acceso i riflettori su diverse personalità nate nella nostra provincia. In ordine sparso. La partigiana Maria Esposito, il poliziotto Joe Petrosino e la regista cinematografica Elvira Coda Notari, prima in assoluto in Italia e una delle prime della storia del cinema mondiale. E ancora.  Il politico e giurista Matteo Angelo Galdi che durante il periodo rivoluzionario napoleonico scelse di «lottare con le armi e con la penna per un’Italia unita e repubblicana» e la «disobbediente» Rebecca Guarda che in pieno Medioevo si era ribellata alle regole sociali studiando medicina e curando quanti ne avessero bisogno. La strenua oppositrice al regime fascista Emilia Buonacosa e il sacerdote Felice Ventura che durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale si prodigò «per aiutare una popolazione stremata». Grande attenzione all’opera buona di Angelo Patri, pedagogista e uomo di cultura, nato a Piaggine ed emigrato negli Stati Uniti dove è stato il primo italo-americano a ricoprire la carica di direttore didattico in una scuola pubblica. «Di lui» ha evidenziato la professoressa Valletta «le istituzioni del territorio si sono dimenticate. Né una via, né una scuola, né un monumento intitolato a differenza invece di quanto è avvenuto in America». In occasione dell’inaugurazione della mostra è stato organizzato un incontro di riflessione sul tema della memoria (foto in alto). Tra i relatori il professore universitario Nicola Oddati, direttore del museo dello Sbarco, il direttore del dipartimento degli studi umanistici dell’Università di Salerno, Carmine Pinto (entrambi importanti storici), l’assessore comunale alla scuola Gaetana Falcone, il responsabile della didattica della memoria presso l’ufficio scolastico regionale della Campania, Benigno Casale, e l’ex ministro  Carmelo Conte. «Un popolo che non vuole perdere la sua identità» ha affermato in conclusione del convegno la dirigente Barone «non deve mai dimenticare le proprie radici».