di Marco De Martino
SALERNO – Se vuoi vincere, devi avere un portiere che porti in dote almeno una decina di punti: è questo uno degli adagi del mondo del calcio che si ascoltano in maniera più frequente. Regole non scritte, equazioni che gli addetti ai lavori conoscono e seguono pedissequamente. Sembra averlo fatto anche la Salernitana che la scorsa estate ha affidato la difesa dei pali della propria porta ad Alessandro Micai. Il portiere, arrivato a paramentro zero dopo il fallimento del Bari, ha finora regalato alla Salernitana tanti punti. Basti pensare alle parate decisive nelle gare interne contro Hellas Verona, Perugia e Spezia, che hanno consentito alla compagine granata di portare a casa altrettante vittorie. A parte l’erroraccio costato la partita a Venezia, Micai è il calciatore granata dal rendimento più elevato ed è quello con più minuti in stagione. Ben 1080 in dodici partite giocate, in pratica ha sempre giocato senza mai essere avvicendato da mister Colantuono. A colpire, in Micai, è però il grande carisma che trasmette a compagni e tifosi quando difende i pali della porta granata. Una caratteristica riscontrabile in altri grandi portieri della storia granata. Da Massimo Battara ad Antonio Chimenti, da Daniele Balli a Ghigo Gori, i successi della Salernitana sono necessariamente stati condizionati dalla presenza di un grande estremo difensore, affidabile tra i pali e di grande spessore all’interno dello spogliatoio. Ora spetta a Micai scrivere il proprio nome accanto a quelli dei suoi illustri predecessori.