“La ribalta che ha assunto la vicenda della Fondazione Ravello è stata una ribalta strumentale”. Lo ha detto all’Ansa il sindaco di Ravello, Salvatore Di Martino. “La situazione è semplicissima e la ricostruzione data dagli organi d’indirizzo è molto chiara. C’è stato questo comportamento del nominato presidente che io non ho compreso. Alcune cose non erano passate attraverso gli organi e questo non è previsto dalle regole. Scurati è un amico, mi ha meravigliato il suo comportamento. Che non avesse chiesto è un dato oggettivo. Tra l’altro, personalmente, se avesse chiesto avrei avuto qualche perplessità ma non per la qualità degli incontri quanto per il periodo. Forse si sarebbero potuti fare d’inverno ma io li vedo poco compatibili con il festival”. Di Martino si è detto tranquillo per il festival. “Credo che questa sia una lezione della quale tutti dobbiamo fare ammenda”. Per il sindaco, “non è vero che nella Fondazione c’è un’ingerenza forte della politica, anche io per fare manifestazioni ho dovuto chiedere per ottenere. Vale per tutti, anche per il presidente”. Lelio Della Pietra, avvocato che ha fatto parte del consiglio d’indirizzo della Fondazione Ravello, ritiene che “in questa vicenda mi sembra di rilevare un’incoerenza. Se, per un verso, si dice che non possono organizzarsi eventi in conflitto d’interesse con la Regione, dall’altro si riferisce che la ragione del contrasto sarebbe riconducibile alla mancata condivisione del programma tra gli organi della Fondazione. O è l’una o è l’altra. La Regione – ha aggiunto – stigmatizza che la Fondazione possa porsi in conflitto d’interesse con l’ente di via Santa Lucia. Ma il conflitto andrebbe evitato proprio nel senso opposto: gli interessi della Regione non dovrebbero prevalere su quelli di qualsiasi iniziativa culturale, ci metta o non ci metta il denaro, perchè il denaro non è misura della cultura”. Della Pietra ha poi spiegato che “purtroppo, le ingerenze della politica sono spesso state disfunzionali rispetto ad una serena attività organizzativa e culturale, anche nel corso della mia esperienza in Fondazione”.
Domenico De Masi: “Lasciai per interferenza continua”
Io sono stato presidente due volte, una volta per otto anni quando c’era Bassolino e poi di nuovo quando c’era De Luca. Dopo tre mesi ho fatto la stessa cosa che ha fatto Scurati, me ne sono andato, ho dato le dimissioni perchè c’era un’interferenza continua”. Lo ha detto all’Ansa il sociologo Domenico De Masi che in passato ha diretto la Fondazione Ravello. “La Fondazione e’ una fondazione culturale, quindi chi la dirige deve avere totale libertà di azione, non puo’ avere continuamente divieti o indicazioni da parte del potere politico”. De Masi, dunque, condivide la scelta presa da Antonio Scurati che ha rassegnato le dimissioni. “E’ una questione di dignita’. Quando un presidente di un festival culturale fa delle scelte e viene sbugiardato dal Consiglio d’indirizzo per conto del presidente della Regione, è ovvio. Il presidente della Regione ha fatto delle dichiarazioni in tv dicendo che pretende che si eseguano in modo preciso le direttive della Regione. Questo – ha concluso De Masi – nessun presidente di una fondazione culturale lo accetterebbe. Io sono preoccupato soprattutto per Ravello. Essendomi dimesso io tre anni fa, adesso Scurati per lo stesso motivo, credo che una persona di spicco non accetterà mai di fare la stessa fine”.