La Regione dà denaro pubblico per iniziative culturali in streaming - Le Cronache
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La Regione dà denaro pubblico per iniziative culturali in streaming

La Regione dà denaro pubblico per iniziative culturali in streaming

di Antonio Manzo
Arrivò il Covid 19 e conoscemmo la videoconferenza. Così scoprimmo, negli anni della pandemia, una misura preventiva per evitare di assistere a lezioni in presenza onde evitare la diffusione del Covid 19. Sembra già lontana la misura per fermare l’emergenza epidemiologica da Covid 19, un pò perché il virus sarebbe meno invasivo ma con gli esperti di parere contrario. È una misura che ancora oggi viene tenuta in considerazione qualora si tratti di consigli, riunioni, eventi pubblici. Ma il fatto più grave è che la misura emergenziale si è trasformata in una agevole scorciatoia per utilizzare, a piene mani e senza controllo, fondi pubblici erogati dalla Regione Campania per iniziative culturali prima in presenza e poi rocambolescamente trasferite allo streaming. Cioè sfruttando le piattaforma streaming esistenti, e sono tante, moltissime gratuite. Gli eventuali costi degli eventi potrebbero essere utili per promuovere gli eventi e i relatori che partecipano in presenza ma essendo realizzati in remoto parliamo di costi irrisori, neppure il costo di una bottiglina di acqua minerale.
Le chiamano dirette web, cioè in presenza, Eppure nella Regione Campania vengono approvati e gestiti via streaming eventi approvati e finanziati da effettuare in presenza. La Regione Campania e l’escamotage dello streaming che annullerebbe i costi di eventi presentati, approvati ma pagati con decine di migliaia di euro. Alla direzione dell’unità operativa della Regione Campania, diretta dalla dottoressa Rossana Romano, pervengono numerose segnalazioni provenienti dal Napoletano, dall’Agro Nocerino Sarnese e dalla Piana del Sele. Per questa misura regionale di contributi per iniziative culturali è stata prevista l’erogazione di 719 mila euro. Un fondo previsto dalla Regione Campania per l’assegnazione dei contributi per la promozione culturale 2023, in alcuni clamorosi casi con la richiesta delle stesse fondazioni o centri studi per erogazione in acconto in anticipazione di soldi pari al contributo concesso per poter procedere alla completa realizzazione dell’evento, senza prevedere se via streaming decisamente più economica o in presenza dei protagonisti previsti. Quindi, erogazione ad occhi chiusi. Un caso particolare alla struttura regionale è stato segnalato per la città di Eboli. Qui, proprio oggi, si celebrerà la XIV giornata della questione meridionale. “Modernità, culture subalterne e arcaismi in Italo Calvino e Carlo Levi” riprendendo il tema già analizzato nel corso di un avvenimento in presenza con centinaia di studenti ebolitani nel settembre 2015 a trent’anni dalla morte di Calvino. Fu effettuato in un cine teatro cittadino con illustri relatori con ingresso gratuito e senza contributi regionali. Per questo evento, al netto di contributi di altri partner istituzionali, è stato autorizzato un primo acconto, sul contributo concesso di 10 mila euro, della metà cioè 5mila euro, pagati già il 2 dicembre scorso con bonifico bancario (si omette numero Iban bancario per motivo privacy). L’area di responsabilità della Regione Campania a difesa della eredità culturale è ineccepibile, fatti salve i rendiconti delle attività. Lo slogan che ha tentato di contrastare i rischi di paralisi nei giorni del post pandemia non ha trovato lunga eco, ma di fatto esprime la consapevolezza di voler andare avanti. L’architettura digitale che accompagna la nuova configurazione sociale del XXI secolo si presenta negli eventi finanziati dalla Regione Campania ma senza specificare le modalità realizzative, valorizzando ambienti e pratiche digitali ed ampliandone il raggio di estensione istituzionale e amministrativo per risparmiare e ben utilizzare danaro pubblico, in alcuni casi scientificamente non verificabile. Ma dolosamente nella stagione del Covid che non passa mai come l’età degli sprechi.