Da tempo aveva sollecitato interventi decisi e concreti per mettere in sicurezza quel costone che insiste sulla spiaggia di Marina di Camerota e contribuire a rendere magica la location dove sorge la discoteca Il Ciclope. Don Gianni Citro, ideatore del Meeting del Mare, non riesce a darsi pace. So sfoga davanti a taccuini e microfoni dopo averlo sulla pagina facebook del Meeting del Mare: “Non doveva succedere. Nessuno lo avrebbe mai voluto…ne’ i gestori della discoteca, ne’ i responsabili della sicurezza, ne’ quelli che , con inaudita fiducia, hanno sempre rilasciato “legittime” autorizzazioni, fidandosi ciecamente di una natura che è madre ma anche matrigna a volte. Ed eccoci in quella volta. Tutte le tragedie causate dalle arroganti sfide che lanciamo alla natura potrebbero essere evitate. La tragedia di stanotte poteva essere evitata. Doveva essere evitata. Evitata da chi da anni ignora i pericolosi crolli di massi dalle pareti di quella grotta. Evitata da chi da sempre ignora il suo dovere di tutelare la salute della gente, prima che gli interessi privati di certi imprenditori”. E’ un fiume in piena Don Gianni che ricorda che appena un anno fa aveva fatto dichiarazioni pesantissime: “C’è stato un autentico occultamento di pericolo. Nel 2011 erano caduti all’altezza della biglietteria dei massi enormi. Se tutto ciò fosse avvenuto nell’orario di apertura del locale sarebbe stata una strage. Quei massi avrebbero colpito centinaia di persone e solo un miracolo, in quella circostanza, ha evitato che parlassimo di morti. Nonostante ciò i gestori della discoteca hanno nuovamente avuto il permesso di riaprire. Non è un sito in sicurezza, non è un sito per quel tipo di attività. Gli interessi economici hanno prevalso sull’interesse fondamentale della sicurezza dei ragazzi”. Il sacerdote evidenzia che qualcosa si sarebbe potuto fare anche l’altra sera. Anche gli organizzatori erano a conoscenza del peggioramento delle condizioni atmosferiche. Insomma la tragedia poteva essere…”Evitata da chi ripetutamente ha fatto finta di niente per non intralciare l’attività della discoteca. Evitata da chi ieri notte non ha pensato di fermare la serata nonostante le minacce di un nubifragio. L’incasso di una notte ancora una volta vince sul pericolo di una vita. Sono anni che urlo al vento questo pericolo e invoco l’attenzione delle autorità competenti. Sono stato ignorato, maltrattato, insultato, minacciato. Non è stata la natura ad uccidere quel ragazzo, ma chi ha ignobilmente evitato di ascoltarne la ribellione. Crescenzo e i suoi 27 anni siano il seme di una coscienza nuova , perché la sporcizia dei soldi non prevalga mai più sulla incalcolabile bellezza della vita”.
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