Di Olga Chieffi
Taglio del nastro sabato alle ore 19,30 per la terza edizione della rassegna “Grande Musica a San Giorgio”, promossa ed organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti presieduta da Oreste De Divitiis con il sostegno di numerose istituzioni, pubbliche e private, che vanno dal MiC – Ministero della Cultura e dalla Regione Campania, ad IntesaSanPaolo, Seda Group e Unione Industriali di Napoli. Suddivisa in due sessioni, primavera ed autunno, la programmazione propone “appuntamenti musicali site specific – sottolinea Tommaso Rossi, direttore artistico dell’Associazione Scarlatti – ideati per lo splendido scenario della Chiesa di San Giorgio, rifulgente di opere d’arte ma anche eccellente spazio acustico, perfetto per esecuzioni musicali naturalmente rispettose di questo antico e sacro luogo”. La “spring session” che, verrà inaugurata dal duo MinimoEnsemble formato dal contralto Daniela del Monaco e dal chitarrista Antonio Grande, con un recital dedicato alla “Napoli dai Borbone ai Savoia”, composito excursus musicale basato sul grande repertorio della canzone napoletana, da Paisiello a E. A. Mario. La serata principierà con due arie di Giovanni Paisiello “Amici non credite alle zitelle” e la celebre “Nel cor più non mi sento”, da “La bella Molinara”, in cui apprezzeremo l’originalità delle variazioni scritte proprio dagli esecutori su questo temo che ha stregato i più grandi, da Beethoven a Paganini, dalla Auernhammer a Gelinek. Si passerà, quindi Dalla farsa alla satira politica con “La serpe a Carolina”, invettiva contro Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando I di Borbone, motivo portato alla ribalta da Roberto De Simone, che trasse ispirazione dalla “ ’Ngiuriata de la Coccovaja de Puorto all’ex Regina de Napole”, prima di continuare con Lo cardillo, di autore anonimo del Sei-Settecento, rielaborata a metà dell’Ottocento da Ernesto Del Preite e Pietro Labriola. La melodia di Saverio Mercadante e del suo librettista Marco d’Arienzo, sarà celebrata con “La rosa” datata 1848, dalla fresca e creativa invenzione. Attribuita a Donizetti, ma quasi sicuramente frutto della collaborazione fra Filippo Campanella e l’ottico e poeta Raffaele Sacco, la canzone “Te voglio bene assaje”, datata 1839, fu per molti mesi un vero e proprio tormentone, vendendo la bellezza di ben 180.000 copielle. L’enorme diffusione scatenò anche tutta una serie di liriche “alternative”, che avevano lo scopo di parodiare quello che era diventato un fenomeno ai limiti della paranoia. Al proposito riportiamo i seguenti versi di anonimo: “…giovani, vecchi, bamboli, Ognuno convien che abbai: Ti voglio bene assai, E tu non pensi a me”. Si continuerà con Canzona Marinara, composta da Gaetano Donizetti nel 1835, conosciuta ai più con il suo incipit “Me voglio fa’ na casa”, dedicata al celebre basso Luigi Lablache e pubblicata nel 1837 nella raccolta Soirées d’automne à l’Infrascata. Verrà, quindi, evocata la sfida lanciata a Gabriele D’Annunzio sui tavoli del Gambrinus da Ferdinando Russo per una lirica in vernacolo partenopeo, che dette vita alla canzone “’A vucchella” su musica di Francesco Paolo Tosti. Infatti, D’Annunzio scrisse il testo, per scommessa, volendo dimostrare all’amico che, contrariamente a quanto questi scherzosamente sosteneva, anche un poeta di origini non partenopee era in grado di scrivere una canzone napoletana. Ancora un omaggio, stavolta ad un binomio classico quale è quello composto da Vincenzo Valente e Salvatore Di Giacomo con ‘E cerase, dedicata alla capinera di Napoli, Elvira Donnarumma, che consegnò alla chanteuse il passaporto per la celebrità. Finale con l’ E.A. Mario che compose Canzona appassiunata in occasione della Piedigrotta 1922, riprendendo alcuni versi anonimi presenti nella raccolta Canti popolari di Luigi Molinaro Del Chiaro: “Albero piccerillo te chiantaie/io t’adacquale cui li mieie sudore/venne lu vient’ e te tuculiaie/la meglia cimma me cagnaie culore”. Sul finire dell’anno fu lui stesso a presentarla dal vivo anche a New York, dove fu accolta con entusiasmo in un affollato concerto per emigrati. La bellezza di Canzona appassiunata non lasciò indifferente Gennaro Pasquariello, che ne fece un suo cavallo di battaglia, decretandone il definitivo successo e cogliendo l’occasione per superare una vecchia acredine nei confronti di E.A. Mario. Un viaggio questo nel quale saremo coinvolti dal Duo MinimoEnsemble simbolo di un filone inesauribile di fantasia e ricchezza poetica da cui nasce e di cui si nutre la creatività di un intero popolo che sa ricordare, raccontare, ascoltare e tramandare, i mille volti e dalle mille contraddizioni, diviso fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni, una identità sedimentata da sedimentata da quattro secoli di letteratura. Il 13 aprile, sarà di scena “Il pianoforte-poeta” che saluterà un récital di Costantino Catena. “Un concerto – aggiunge Tommaso Rossi – che già nel titolo offre la chiave di lettura proposta Costantino Catena, apprezzatissimo virtuoso dello strumento, che individua nell’opera dei tre grandi compositori romantici, Chopin, Liszt e Schumann, il modo attraverso cui esplicitare la sublime e scambievole relazione tra musica e poesia”. Ultimo appuntamento in rassegna, il 20 aprile, con le “Melodie dal Mondo” proposte dal Duo Colbran, il soprano Giulia Lepore con Alba Brundo all’arpa, impegnato in un programma che propone un percorso di liriche da camera articolato per epoche, stili e nazionalità, tra Pergolesi e Bernstein, fino a Luciano Berio.