La politica che restituisce fiducia - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

La politica che restituisce fiducia

La politica che restituisce fiducia

di Salvatore Memoli

Tante tappe politiche non cancellano la novità di scrivere pagine nuove. Salerno ne ha necessità. Sarebbe come chiudere gli occhi e sognare che la politica può ancora scrivere pagine nuove, inedite in qualche modo ma che ricordano tempi passati e motivazioni ideali che ancora possono dare emozioni. Non è vero che la politica è un fatto che non si ripete. La storia ci dice che ci sono cose che di ripetono. Perché non possiamo pensare a gentiluomini che di danno all’impegno politico. C’è spazio e si può ancora contare su larghe fasce di elettori che assicurano la sopravvivenza di una politica sana, fatta bene e con progettualità ripulite da tanti interessi estranei alla politica. Ho conosciuto tante persone serie che hanno fatto politica e che ci credono ancora. In tutti i partiti e di tutte le età. Era gente che aveva un rapporto diretto con la gente, con la base di una comunità. Persone che ha parlato il linguaggio della verità, che ha lottato e pagato di persona per affermare idee ed ideali. Perché credere che non esistono più? Fa paura ascoltare chi parla male dell’impegno politico, di chi getta fango su chi s’impegna e sulle istituzioni democratiche. Ci sono persone che possono ancora dare tutto quello che cerchiamo e che ci restituirebbe quell’armonia popolo rappresentanti istituzioni che ci serve per costruire la fiducia. Un tempo la politica era una spinta per tutto: per l’economia, per la cultura, per la società. Generava flussi di benessere ed anche se ci poteva essere lo scontro ideologico, si cercava l’intesa subito dopo, oltre la quale c’era il superiore interesse di tutti. Non era tutto idilliaco, c’era lo scontro personale, di gruppi politici, i comizi infuocavano le piazze ed i sostenitori si surriscaldavano, in ogni angolo dei nostri paesi si sentiva l’appartenenza, la sfida e la voglia di conquistare consensi per la propria parte. Gli ideali erano sacri e non si fermavano al tornaconto, spingevano al largo di grandi umanesimi che ebbero il privilegio di caratterizzare aree geografiche, lotte sociali e dirigere le masse verso l’impegno e la testimonianza di programmi che rispondevano ad attese importanti. L’ho sempre sostenuto, il plebeismo di certa cultura dannosa ha rovinato tutto. La politica, di tutte le espressioni ideologiche, si è sempre caratterizzata con una forte aristocrazia della rappresentanza che si nutriva della sacralità della testimonianza dei sostenitori che volevano che la loro parte fosse affermata con serietà, con rigore e con grande onestà. Dobbiamo e possiamo avere ideali grandi, programmi ambiziosi e necessariamente sostenere rappresentanti che abbiano l’aristocrazia della loro parte e delle istituzioni che li vedono protagonisti. È triste ascoltare il turpiloquio politico, assistere alla devastazione degli ideali, la sciatteria delle proposte e delle scelte. Dobbiamo coltivare l’impegno non come fatto occasionale, essere in tensione costante con la comunità e praticare più rinunce che ambizioni. La politica può risalire la china e restituire a tutti fiducia e stimoli. Gli uomini che si occuperanno di politica dovranno essere scelti e preparati con accurata cura ed a farlo deve essere il corpo elettorale e l’assemblea dei partiti. In questa direzione si può restituite fiducia a tutti.

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