di Antonio BottiglieriDico subito che sarebbe necessaria ed opportuna una sottoscrizione da parte di tutte le persone civili e democratiche, che fortunatamente sono ancora la stragrande maggioranza del nostro Paese, dell’articolo che ha determinato la sentenza di condanna all’arresto del giornalista Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano “il Giornale”.Dovremmo in tantissimi cioè apporre la nostra firma sotto quell’articolo che il giornale pubblicò senza il nome e cognome dell’autore e che per questo fu attribuito al Direttore Sallusti. Adesso però si conosce anche il nome dell’autore: Andrea Monticone. Così mentre per il direttore Sallusti si aprono le porte della galera per il giornalista Monticone si apre un altro processo penale. A volere tutto questo è un magistrato, tal Giuseppe Cocilovo, che ritenendosi offeso dal duro giudizio di Monticone per una sua sentenza ha voluto procedere penalmente contro i giornalisti. I magistrati si sa non devono rispondere delle loro sentenze, ma i giornalisti evidentemente devono rispondere delle loro opinioni. Ecco perché prima di dire se condivido l’opinione di Monticone ritengo di dover affermare comunque che adesso dovremmo sottoscrivere il suo articolo per affermare la libertà di opinione, magari anche di un opinione non nostra e da molti non condivisa. Voglio aggiungere qualche considerazione. La prima: Monticone stigmatizzando l’operato del giudice Cocilovo invocava per lui la pena di morte. Ecco l’offesa e la diffamazione. Era ovviamente un’invocazione retorica ed esasperata: nel nostro ordinamento penale non esiste condanna a morte. Tuttavia molti la invocano spesso, quasi sempre come forma di massimo disprezzo nei confronti di qualcuno. E’ un’abitudine assai diffusa. Ma è una pessima e brutta abitudine, grave in un Paese civile che ha giustamente cancellato la pena di morte dal suo codice penale. Non sarei, dunque, disposto a fare mia questa brutta espressione: non si può scrivere in difesa del sacrosanto diritto alla vita di un nascituro proponendo poi … la pena di morte per chi ha autorizzato l’aborto. In questo senso il Direttore Sallusti avrebbe forse potuto fare una sua riflessione, senza tuttavia negare a Monticone il suo diritto di giudicare con severità ed indignazione l’operato del giudice. Per la difesa di questo diritto sarei, dunque, pronto a sottoscrivere l’articolo di Monticone. Vorrei, anzi augurarmi che questa possa essere appunto la migliore forma di protesta dei cittadini democratici ed innanzitutto dei giornalisti.La seconda considerazione che vorrei fare riguarda invece la responsabilità . Questa assurda sentenza della Cassazione intende infatti punire Sallusti perché non avrebbe esercitato il suo dovere di Direttore, sarebbe cioè venuto meno alla sua responsabilità . Ed allora mi aspetto uno scatto di responsabilità (quella che si richiede al giornalista) anche da parte di altre categorie che hanno responsabilità e ruoli importanti nel nostro Paese. Non parlo dei magistrati perché ormai essi sono riusciti a convincere molti italiani che se i giudici fossero (come persino un referendum ha stabilito) chiamati a rispondere in termini di responsabilità professionale per sentenze sbagliate ne perderebbe … la Giustizia. Ma in questa triste vicenda di Sallusti ci sono altre persone che evidentemente non rispondono delle loro mancanze. Intanto leggendo la storia dei processi che nei vari gradi hanno preceduto la sentenza della Suprema Corte di Cassazione si scopre che l’avvocato di Sallusti in un processo si sarebbe distratto ed in un altro risulterebbe addirittura assente. Quanti sono gli avvocati che non rispondono delle loro irresponsabili negligenze ? Mi auguro davvero pochi, ma intanto non se ne parla e nella migliore delle ipotesi queste negligenze servono solo per fare ulteriori cause … con le Assicurazioni.Infine sempre in tema di responsabilità vorrei considerare quelle dei nostri Parlamentari. Ho letto di una parlamentare che, giustamente sdegnata per la sentenza della Suprema Corte, se la prende con l’intero Paese ed addirittura dice “questo Paese fa schifo”, ma dimentica che proprio il Parlamento del quale fa parte non ha provveduto a riformare (ovvero ad abrogare) la Legge Penale che evidentemente nega il diritto di opinione. Del resto questo è lo stesso Parlamento (da destra a sinistra) che non ha voluto o saputo abrogare i vergognosi privilegi dei Parlamentari, determinando, quindi, una profonda differenza di diritti e doveri tra cittadini e “cittadini parlamentari”.In definitiva, dunque, questa sconcertante vicenda di Sallusti rivela l’urgenza di restituire al nostro Paese l’uguaglianza di TUTTI i cittadini nel dovere della responsabilità e nel diritto di opinione.
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