Il Presidente del Rotary Club Salerno Duomo, Vincenzo Abate, ha scelto il symbolon del linguaggio musicale per una raccolta fondi. Martedì 26 aprile alle ore 20,30 nella Sala San Tommaso si terrà un concerto da camera in cui proventi saranno tramutati in aiuti materiali
Di Olga Chieffi
Non si ferma Salerno nel supporto ai profughi di guerra delle terre ucraine, non si ferma il nostro quotidiano dopo la coraggiosa mission, non si ferma il Rotary Club Salerno Duomo che, nella figura del suo Presidente Vincenzo Abate, dopo aver contribuito, attraverso i canali ufficiali della protezione civile a donare un’ ambulanza di tipo rianimativo con un allestimento adatto per scenari di guerra con attrezzature anche tecnologiche salvavita e presidi sanitari, ha scelto la via dell’arte il segno iridescente e universale della musica per una nuova raccolta fondi pro Ucraina. “Sarà una intensa serata di musica cameristica – ha affermato il Presidente del Rotary Club Salerno Duomo – che si terrà martedì 26 aprile nella Sala San Tommaso, nel quadriportico della cattedrale, alle ore 20,30, affidato agli studenti dei corsi magistrali del Conservatorio “G.Martucci”, una collaborazione ferace questa con la massima istituzione musicale cittadina, per la quale abbiamo istituito anche delle borse di studio per gli allievi più meritevoli. Un concerto che per il pubblico prevederà un’offerta libera che andrà, poi, a comporre un fondo da canalizzare in più punti, in primis sul nostro territorio, mentre un’altra parte desidererei destinarla, magari, per il sostegno di un ospedale o per la ricostruzione di una scuola nei territori martoriati dalla guerra. Riguardo al nostro territorio, cui tengo a fare maggiore attenzione, ho indetto un altro evento che si terrà presso l’Istituto Alberghiero “R.Virtuoso”, il 3 maggio alle ore 20,30, nel corso del quale incontreremo una dottoressa ucraina che, naturalmente, tiene il polso dei vari problemi di accoglienza dei profughi ospiti della nostra provincia, e ci indicherà come poter indirizzare al meglio gli aiuti e le azioni del nostro volontariato laico”. Il programma del concerto del Rotary prevede due gemme della letteratura cameristica, due trii con pianoforte, il primo il n°3 in Do Minore, op.1 di Ludwig van Beethoven e il secondo il n°1 in Re minore, op.49 di Felix Mendelssohn-Bartholdy. L’opera prima di Beethoven è il biglietto da visita di un giovane e promettente artista, di fronte al mondo musicale viennese che lo stava accogliendo, con non poco interesse e curiosità, un po’ come i giovani strumentisti che andranno ad eseguire questa sua composizione, Davide Cesarano al pianoforte, Mauro Tamburo al violino e Ludovica Ventre al violoncello. Beethoven attribuisce ai tre strumenti un ruolo paritario, portando il discorso musicale verso un equilibrio dialogico che non poteva non apparire estremamente avveniristico ai contemporanei. A questo si aggiunga l’ampliamento delle dimensioni della composizione, nonché l’individuazione di uno stile personale, in equilibrio fra rispetto dei modelli classici, impiego di elementi tradizionali e ricerca di nuove soluzioni formali, espressive, dialettiche. Questa pagina è la più matura e personale della raccolta, a cominciare dalla tonalità di do minore che è in correlazione con un contenuto drammatico. L’Allegro con brio presenta continui rivolgimenti espressivi, rispondenti a una logica di studiati contrasti, mentre conflitti solo apparenti sono quelli del secondo movimento, un tema cantabile con variazioni che si dipanano senza nulla concedere al gusto decorativo. Segue un Minuetto che ha quasi il carattere di Scherzo e presenta un Trio di impostazione brillante. Nel Prestissimo ritorna moltiplicata la drammaticità dell’Allegro iniziale: è il primo di quei grandi movimenti beethoveniani in cui il contrasto dei temi viene portato alle dimensioni d’un dramma di tensione quasi insostenibile. La seconda parte della serata sarà, invece, dedicata al trio in Re op.49 di Mendelssohn che vedrà l’alternanza al pianoforte con Gianluca Buonocore. Il trio è giustamente considerato uno dei vertici dell’intera produzione cameristica romantica, per la vitalità e la varietà dell’ispirazione, per l’organicità dell’architettura e per l’impostazione dialogica globale. Quando il primo Trio in re minore per pianoforte, violino e violoncello venne presentato dall’autore a Lipsia nel settembre del 1839, Schumann scrisse: “Questo è il lavoro di un maestro […]. Questo Trio è una eccellente composizione che tra qualche anno delizierà i nostri nipoti e pronipoti. Mendelssohn è il Mozart del nostro momento storico, il più brillante dei musicisti, quello che ha individuato più chiaramente le contraddizioni dell’epoca e il primo che le ha riconciliate tra di loro”. Il Molto allegro e agitato si apre con una frase di tono cordiale e sereno affidata al violoncello e poi richiamata dal violino e dal pianoforte. L’Andante ha una linea lirica e guarda a Beethoven. Il temperamento estroso del musicista si rivela per intero nello Scherzo, che racchiude quel senso del fantastico tipico del Romanticismo. È una pagina ricca di colori, abilmente congegnata nel gioco sonoro a tre, sigillato dal pianoforte. L’Allegro assai appassionato finale è il movimento più complesso che spazia dalla forma-sonata, ad una intensa melodia affidata al violoncello che sfocia in un vero e proprio rondò, con richiami al tema originario, variato secondo un gusto che strizza verso il popolare.