di Redazione Culturale
Si chiude oggi la XXI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, inaugurata il 15 novembre a Paestum, al Savoy Hotel, e che ieri ha celebrato i venti anni dall’iscrizione del sito di Troia nella lista Unesco. Figure importantissime del panorama storico-archeologico hanno partecipato a questo evento, come il Direttore degli Scavi di Troia e Docente di Archeologia Çanakkale Onsekiz Mart University, Rüstem Aslan, e uno dei più importanti archeologi del mondo che ha lavorato agli scavi di Gerusalemme, del Tunnel e di Masada, Dan Bahat. Ieri, inoltre, si è registrato un aumento vertiginoso dei turisti al Salone, mostra allestita per l’occasione con artefatti unici e tecnologie all’avanguardia, per un percorso interattivo di passeggiata virtuale sul mare e i passi scoprono i Bronzi di Riace, maneggiano ologrammi di reperti, nuotano nel mare del Cilento e la loro fantasia spazia tra grotte e palazzi principeschi. Gli Assessori alla Cultura e al Turismo della Regione Sicialiana Sebastiano Tusa e Sandro Pappalardo hanno raccontato il successo di questa iniziativa attraverso la collaborazione tra i due settori. Il Touring Club italiano, rappresentato in loco dal presidente Franco Iseppi e dal vice presidente Giuseppe Roma, invece, ha mostrato le bellezze italiane che non si fermano alle città d’arte ma sono anche al Sud, perchè la Campania e la Sicilia hanno lo stesso numero di siti culturali di tutto il resto d’Italia. Non si è parlato solo di turismo ieri; via anche alle contrattazioni tra i buyer esteri e italiani e i proprietari delle strutture e gli organizzatori di eventi, che si muovono intorno alle reti e ai poli di attrattività archeologiche. La novità di quest’anno è che i tavoli delle trattative sono a vista, al centro del Salone espositivo. In Basilica si è tenuta la celebrazione del decimo anniversario dall’inaugurazione del MAV Museo Archeologico Virtuale di Napoli.
E’ stato presentato anche il progetto del Geoportale Nazionale per l’Archeologia, una piattaforma digitale destinata a configurarsi come punto di accesso e consultazione dei dati raccolti dal MiBAC e dagli enti di ricerca, in un’ottica di collaborazione e data-sharing volta alla conoscenza e alla protezione del patrimonio archeologico italiano. Ad illustrarlo nello scenografico stand del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a cura del Segretariato Generale, il Direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia Elena Calandra.
Obiettivo del progetto del Geoportale, promosso dall’accordo stipulato tra l’ICA, l’ICCU e il PIN il 20 ottobre 2017, è predisporre un sistema di consultazione in rete dei dati territoriali a livello nazionale realizzando una piattaforma on line che si configuri come punto di interscambio, in formato open, per l’archiviazione, la ricerca e la conoscenza dei dati relativi al patrimonio archeologico sul territorio italiano: un hub per la tutela e la ricerca sul campo, uno strumento per la divulgazione dei dati. A livello operativo sono stati attivati diversi canali di collaborazione volti all’ingegnerizzazione di un sistema inclusivo non solo dei dati relativi agli interventi di tutela del MiBAC, ma anche dei risultati delle indagini sul campo condotte da università e altri enti di ricerca, in un’ottica di data-sharing e di collaborazione tra Ministero, mondo accademico e altri soggetti che a diverso titolo operano sul campo, contribuendo alla conoscenza e alla protezione del patrimonio archeologico nazionale.
I primi dati già raccolti provengono dalla ricognizione della documentazione relativa all’archeologia preventiva presso dieci Soprintendenze in tre regioni pilota (Piemonte, Toscana e Puglia) per predisporre una procedura uniforme di censimento e schedatura degli interventi di archeologia preventiva utilizzando un modulo (ICCD – MODI) appositamente tarato.