La mascalcia è come l’equitazione: se ti piace diventa una malattia - Le Cronache
Altri Sport Sport

 La mascalcia è come l’equitazione: se ti piace diventa una malattia

 La mascalcia è come l’equitazione: se ti piace diventa una malattia

Fabio Mottola “il maniscalco volante” di Altavilla Silentina vince la categoria “Novizi” a Roma Cavalli 2020

Di Giulia Iannone

Nella giornata di San Valentino è giunta, dalla manifestazione equestre, Cavalli a Roma, la notizia della vittoria di Fabio Mottola, durante la gara di mascalcia nella categoria novizi, che lo ha visto eccellere sui due giovani colleghi, Domenico Monda e Giuseppe Colabucci. Innanzitutto, abbiamo chiesto a Fabio Mottola, raggiunto via cavo, di presentarsi

“Ho 35 anni ed ho iniziato a montare a cavallo all’età di 11 anni. ho gareggiato in salto ostacoli in categorie 1,30 conseguendo il primo grado – ha così raccontato di sé il giovane maniscalco salernitano ed ha continuato – Poi ho anche avviato un piccolo allevamento di cavalli da salto ostacoli a casa mia, ad Altavilla Silentina in provincia di Salerno. Adesso, però, da alcuni anni mi sono dedicato esclusivamente alla professione di maniscalco. Mi ha sempre affascinato osservare il maniscalco mentre eseguiva il lavoro sui cavalli. Così ho maturato dentro di me l’idea di intraprendere questo percorso lavorativo, anche perché nella zona di Salerno e provincia, il numero di maniscalchi è davvero esiguo. Avevamo la necessità di poter contare su un professionista di questo settore sempre disponibile, reperibile e moderno, aggiornato e poi, in fondo in fondo,  mi piaceva davvero questo mestiere antico. La mascalcia e’ come l’equitazione: se ti piace e ti prende diventa una malattia! così ho cominciato a frequentare corsi e stage e poi allo stesso tempo visto che la passione era diventata talmente forte, l’ho fatto diventare un lavoro a tutti gli effetti aprendo la partita Iva e lavorando a tutt’oggi ,ormai da 10 anni sul cavallo sportivo. All’inizio non avevo un giro importante di clienti, lo facevo per me e per qualche amico, poi con sacrificio e dedizione ho acquisito credito e popolarità sul territorio. Ho fatto tutto da solo, considerando che non sono neanche  figlio d’arte.”

Qualche notizia in più sulla formazione dell’ex cavaliere di salto ad ostacoli?

 “Il primo corso in assoluto l’ho effettuato presso la  scuola di mascalcia a San Siro ove ho preso il diploma come tecnico di mascalcia. Si è trattato di circa 6 stage totali, ognuno della durata di 4 o 5 giorni.  In  base al profitto, poi,  si può accedere allo stage superiore. Alla fine ho sostenuto un esame finale sia pratico che teorico ed in conclusione si ottiene la qualifica di tecnico di mascalcia. Ho frequentato, inoltre,  degli stages formativi per maniscalchi in giro per l’Italia, per esempio con Giuseppe Gandini, con Michele Cianti, Carlo Montagna, Chris Gregory; Vincent Lamaille…stage organizzati dalla Blacksmith o  dalla Fifpe, grosse ditte che vendono attrezzatura per la mascalcia  oppure a volte stage a pagamento. La mia formazione è continua, investo moltissimo sull’aggiornamento e lo studio, ogni anno frequento un paio di stage.  Nella mia preparazione, ognuno mi ha dato qualcosa, però ultimamente mi ha seguito tanto Giuseppe Gandini che è il Presidente dell’ Unione Nazionale Operatori Mascalcia in carica.

Quanto alla vittoria a Romacavalli 2020,  nella gara di mascalcia dedicata ai professionisti novizi, ecco cosa ci ha raccontato a caldo:

“L’associazione UNOM , che sta lavorando alla creazione di un albo dei maniscalchi, affinchè solo chi è iscritto a questo elenco possa esercitare la professione, è la stessa associazione che  si preoccupa anche ,di organizzare eventi e stage di formazione, per creare unione ed amalgama nel nostro settore. La gara a Roma Cavalli di questo febbraio, è stata animata da questo tipo di spirito. Erano in programma la categoria novizi ed intermedi. Queste sono gare prettamente di forgiatura e nel lavoro di tutti i giorni di un maniscalco moderno, la forgiatura occupa un piccolo angolo del lavoro. Oggi con l’avvento del ferro prestampato, tutti i maniscalchi lavorano con ferri già preparati, non c’è quasi più nessuno che si dedichi  alla forgiatura.  Il primo giorno, si è svolto uno stage con un maniscalco, che ci ha mostrato i ferri da realizzare  il giorno successivo in gara.  “Quindi, l’indomani, abbiamo affrontato due prove, durante le quali realizzare, partendo  dalla verga, due ferri fatti a mano, che dovevano coincidere come forma e tipo di ferro, a quelli mostrati dal giudice nel tempo di 75 minuti, per essere poi valutati da una commissione che esprimeva il suo giudizio tecnico. In questo caso, dalla somma dei punteggi delle due prove, sono risultato essere il migliore della mia categoria. Questa è stata la mia prima gara di mascalcia: in 10 anni della mia giovane carriera non ne avevo  mai fatte”.  Si emoziona molto Fabio ed è così che cerca di descrivere a parole cosa ha provato alla consegna del premio, simbolo concreto  della sua affermazione: “E’ una grande soddisfazione. Non mi piace vantarmi molto, rimango sempre con i piedi per terra. Partire dal Sud, dove siamo pochi, spesso gelosi di un  mestiere antico  e della propria clientela, lontani da tutto e da tutti, stare al passo con gli altri è molto più difficile, lo sforzo anche per aggiornarsi è realmente notevole. Ho dovuto attivarmi e non nascondo di essermi iscritto alla gara per capire a che punto del mio iter professionale sono arrivato: credo, con modestia, che sto procedendo in modo corretto, se ci fosse stato qualcosa da correggere, penso che lo avrei notato subito. Questa formazione mi sta aiutando tanto, altrimenti sarebbe stato impossibile vincere!”

In chiusura di questa bella e fresca conversazione all’insegna dell’entusiasmo e della voglia di fare, Fabio ha sottolineato: “ Dopo questa gara, riparto con nuova energia e mordente per continuare a formarmi con la forgiatura, continuare a partecipare a questo tipo di gare perché aiutano al confronto, alla riflessione, all’autoanalisi, sono piacevoli e danno delle belle emozioni, la gara dà sempre una carica emotiva spirituale, entrano in gioco componenti come la creatività, la volontà, lo spirito agonistico,  la gratificazione, la motivazione, l’attesa del risultato finale, l’accoglienza della vittoria che deve essere vissuta con maturità ed umiltà. Da garista, ex cavaliere, oggi  maniscalco ambizioso , posso sottolineare che è bello gareggiare. I prossimi appuntamenti saranno la Fiera di Verona e Travagliato Cavalli, là il confronto si farà interessante perché ci saranno molti più partecipanti e sarà necessario prepararsi al meglio”.

Cosa serberà ad memoriam  di questa Roma cavalli 2020? 

“Il padiglione della mascalcia alla fiera di Roma ha creato una magia dal punto di vista di atmosfera e sensazione, una vera  unione tra i vari partecipanti: nella vita reale e quotidiana, purtroppo l’aspetto commerciale della professione crea una competizione non sana e negativa, invidia, gelosia, poca voglia di collaborazione. Questo tipo di eventi collettivi creano una voglia di trasmettere, di aiutare, si è più pronti a  guardarsi l’uno con l’altro in maniera positiva. Per me è stata una vittoria didattica, perché sento di essere tornato a casa con molto più sapere, appreso e spesso donato, dai professionisti più maturi, che hanno voluto, nell’occasione, mostrarmi e lasciarmi qualcosa in più del loro sapere e della esperienza del loro vissuto personale”.