di Andrea Orza Gli stereotipi sul papà sono cambiati negli ultimi anni? Di certo i ruoli e le esigenze sono mutati ma ancora oggi i papà possono sentirsi meno importanti della figura materna. Cambiano i modelli genitoriali e anche il modo d’intendere la famiglia. Così come esistono papà single ed altri sposati. La Festa del Papà è un’occasione per assumere una prospettiva più varia. Così da un lato abbiamo il punto di vista di Vincenzo Russo, papà single di tre figli maschi di 35, 33 e 30 anni e dall’altro il parere di Stefano Memoli, papà di Donatella di 23 anni. Vincenzo qual è stato l’aspetto più complicato da gestire? “Ammetto di essere stato sempre chiaro con i miei figli, per non dire brutale. Si ha il pregiudizio che una volta cresciuti i figli possano proseguire da soli ma non è più così, anzi! Forse ora che sono grandi e con i tempi che corrono le cose possono essere intricate.” In che modo ti senti diverso da tuo padre? “Non ho mai indorato la pillola. In questo aspetto mi sento diverso da mio padre, ribadisco sono una persona molto schietta.” Ti ritieni una persona d’altri tempi? “Per quanto possa essere stigmatizzata la perentorietà paterna, mi riconosco ancora in quello stile genitoriale con una differenza: tendo ad argomentare il mio punto di vista.” Come definirebbe la tua “tattica”? “Mah, la mia è tutt’altro che una strategia. Premetto sempre di aver voluto che i miei tre figli fossero migliori di me. Ancora oggi, mi chiamano per qualsivoglia motivo, per confrontarsi, lamentarsi o essere supportati. Bisogna essere accorti a tutto come genitori e per farlo è necessario essere presenti.” Cosa intende per essere presenti? Da padre single sarà stato più complicato. “Significa prendersi del tempo per capire a cosa vogliono andare incontro. Spesso quando mi chiamano e mi raccontano che vogliono lanciarsi in un’impresa in quel momento spiego loro sia com’è meglio muoversi che i rischi alla quale andranno incontro. Essere presenti vuol dire rassicurarli del fatto che ci sarà sempre una spalla su cui piangere nel buono e nel cattivo tempo.” Cosa vorresti dire ai tuoi figli per la Festa del Papà? “Nella mia vita c’è stato un prima e un dopo la loro nascita. Semplicemente sono la mia vita.” Stefano Memoli ha sempre vissuto un legame simbiotico con il padre Raffele. Stefano in occasione della Festa del Papà, come vorresti ringraziare tuo padre? “Mio padre è sempre stato un punto di riferimento per noi figli. Lo ringrazio per avermi insegnato le buone maniere che lo hanno sempre contraddistinto e il gusto per la vita che lo accompagna anche adesso che ha 84 anni. Lo spirito inesorabile e l’energia di mio padre sono qualcosa che io stesso invidio e ammiro. Piuttosto, in occasione della festa mi piacerebbe approfittare e ringraziare tutti i padri a cui spetta un ruolo a volte secondario rispetto alle madri. I padri sono persone sempre disposte a sacrificarsi a volte lasciando da parte anche l’emotività legata agli eventi della vita.” Come padre della giovanissima Donatella invece? “Non è semplice far fronte a tutte le esigenze di una figlia moderna. Donatella poi è una forza della natura e spesse volte è lei a farci cambiare punti di vista. Alla base del nostro rapporto c’è sempre l’amore per la scoperta perchè si sa che quando i figli sono giovani ogni giorno è una novità.”
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