La Danza è: Passion - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

La Danza è: Passion

La Danza è: Passion

Questa sera, alle ore 19,30, il palcoscenico del teatro Augusteo ospiterà il saggio spettacolo del New Space Dance di Francesco Boccia. Con i ballerini il combo della vocalist Concetta De Luisa per evocare le sonorità del Cotton Club

 Di OLGA CHIEFFI

Ogni studente di danza classica, ma anche ogni studente di un corso di alta formazione artistica, ha scelto di intraprendere un percorso non semplice, segnato da momenti difficili ma anche da soddisfazioni conquistate attraverso l’impegno e la determinazione. Questo percorso da anni trascorsi quotidianamente in un’accademia di danza, il cui compito è mettere l’alunno nelle condizioni tecniche e mentali idonee ad intraprendere una carriera professionistica di danza. Si tratta di un periodo destinato quindi a concludersi, una sorta di incubazione essenziale alla formazione di ogni danzatore, per poi continuare, certamente più duramente la ricerca infinita di superare i propri limiti. Stasera, a partire dalle 19,30, il palcoscenico del Teatro Augusteo, ospiterà il saggio-spettacolo della scuola New Space Dance del M° Francesco Boccia. Diversi i quadri che apriranno al confronto con il pubblico i vari corsi di classico e moderno. Lo spettacolo di quest’ anno sarà segnato dal passo d’addio di Francesca Alberti, che attraverserà la sua “linea d’ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro”, per dirla con Joseph Conrad sui virtuosismi di Paquita, tra le braccia sicure di Marco Cardone. L’uso del passo d’addio che si riferisce in modo chiaro al passaggio da una fase all’altra della carriera di un danzatore, è in uso da molto tempo e sembra che nasca nel periodo romantico, cioè in pieno Ottocento, periodo in cui iniziò ad introdursi la consuetudine, di preparare uno spettacolo dedicato esclusivamente alla licenziatura degli studenti pronti a lasciare la Scuola, offrendo quel cameo in cui gli allievi potevano dare una prova tangibile degli insegnamenti appresi e del livello tecnico ottenuto durante lo studio divenendo l’immagine per elevare il prestigio dell’accademia. La serata sarà inaugurata dalle piccolissime ballerine che si cimenteranno con un grande classico ispirato dal gran tour romantico, Napoli ovvero il Pescatore e la sua Sposa. Centosettantasei primavere fa al Teatro Reale di Copenaghen fu rappresentato per la prima volta il balletto “Napoli”, tre atti musicati da Holger Simon Paulli, Edvard Helsted, Niels Wilhelm Gade e Christian Lumbye. Il coreografo francese August Bournonville interpretò personalmente il ruolo del protagonista Gennarino al fianco della Teresina di Caroline Fjeldsted in un tourbillon di nomi e cognomi evidentemente non napoletani né italiani, ad ennesima dimostrazione che nell’intero Ottocento gli addetti ai lavori coreutici viaggiassero in lungo ed in largo per il vecchio Continente con frequenti incursioni in Italia. un omaggio alla musica napoletana ed alla brillantezza dei suoi paesaggi, con uno squarcio colorato e spesso acceso del panorama visitato a più riprese. Il pas de six e la Tarantella sono i brani salienti dell’intero secondo atto, quasi senza dar più conto al libretto ed alla narrazione delle storie di Gennarino e Teresina, che vedremo interpretate dalla licenzianda Francesca Alberti, con tutti i corsi di classico inferiori, su coreografie rivisitate da Francesco Boccia, Alessandra D’Onofrio e Silvana Barba. Evento clou della serata sarà una suite da Paquita con il III libero e il V e il VII regolare che faranno da corpo di ballo ai primi ballerini Francesca Alberti e Marco Cardone. Francesca sarà la giovane gitana e Marco, l’ufficialetto francese Lucien d’Hervilly, i quali dopo tante peripezie dovute alla differenza di status sociale che sembra un ostacolo insormontabile, i due convoleranno a giuste nozze, grazie ad un medaglione che attesta le nobili origini di Paquita. Francesca Alberti dovrà porre sul piatto della bilancia il ventaglio di passi virtuosistici e salti, oltre l’interpretazione gestuale, passando per il Grand Pas Classique, la Polonaise, la Mazurca dei bambini alla fine e Pas de Trois, insieme alle sue compagne di studio, per incantare il pubblico. Francesco Boccia ospita durante l’intero anno maestri internazionali e uno di questi è Thierry Verger, il quale con la sua assistente Kama Giergon ha montato venti minuti di spettacolo modal underground per gli allievi del New Space Dance, durante i quali assisteremo al passo a due tra Francesco Boccia e Danila Flauti e a quello tra Francesca Alberti e Marco Cardone. Il Modal è una corda strettamente tesa tra la fantasia medievale e la realtà moderna. Esso amalgama gli opposti: le linee classiche e le curve barocche, la staticità del suolo e il potere dei salti, le cavalcate selvagge e le serenate cortesi. È l’incontro tra gli ideali e le mode, tra l’uomo e il guerriero. Ecco che alle spalle dei ballerini danzeranno anche due splendidi andalusi in un passo a due in cui la bellezza e la naturalezza dei cavalli, sfideranno la tecnica e il sentire degli umani. “Qualche testa rotolerà!” intimerà la regina di cuori Francesca Aliberti. Nella seconda parte dello spettacolo, infatti insieme ad Alice, interpretata da Alessandra Mastrogiovanni, vivremo il nostro viaggio iniziatico nel Paese delle Meraviglie, incontrando il Bianconiglio, Margherita Buonomo, la Lepre, Eleonora Marfella, il Cappellaio Matto, Giada Ciccullo, il Brucaliffo, Camilla Liguori, lo Stregatto, Alessandra Cavallo, i Fiorellini affidati ai corsi di Predanza e Preparatorio, le Carte interpretate dagli allievi dei corsi Preparatorio, I Libero e Modern Intermedio/Avanzato, i Cappellai Matti, con il I Libero, i Brucaliffi, il III Libero, con la partecipazione della coreografa Silvia Grassellini. Poi, il passaggio sarà terminato, l’iniziazione, avvenuta, la testa simbolicamente si è staccata dal corpo e potrà volare libera e tutti quei buffi personaggi, rappresentanti gli stati dell’essere precedenti all’iniziazione, sono solo d’intralcio. Finale modern con tutti gli allievi impegnati nelle coreografie Video Dance Heels, firmate da Mirko De Paolis e Hip-Hop, create da Teresa Autuori, prima di trasferirci tutti al Cotton Club, il locale più famoso di New York della Swing craze. Sul palco l’atmosfera diverrà fumosa e molto hot, sulle coreografie di Roberto D’Urso, assistente di Franco Miseria. I ballerini faranno rivivere quel genere di musica che uno dei suoi più grandi interpreti, Gene Krupa (drums) che sarà evocato in uno dei suoi a-solo più celebri e significativi definisce “…eccola davanti a voi in ogni suo aspetto: mettetela come volete. Una bellezza che è insieme stracciona e cordiale, sfrontata e perfida, e che ha senza dubbio il suo fascino”. Un quintetto, composto dalla vocalist Concetta De Luisa, con Vincenzo Greco al pianoforte, Nicola Coppola alla tromba, Gino Ariano al doublebass, e Ruggiero Botta alla batteria, sarà sul palco a far rivivere la colonna sonora della fine della seconda guerra mondiale e di un’epoca, simbolo dell’inizio di un’altra era, quella della libertà, della ricostruzione dalle proprie macerie, del proprio “domani”.