di Arturo Calabrese
Tra i candidati nelle compagini di Roberto Antonio Mutalipassi salta all’occhio il nome di Pierluigi Iorio. Componente della lista “Ci siamo per Agropoli”, Iorio ha una lunga militanza nel campo del teatro sia nelle molteplici vesti di attore e sia come amministratore. Nel suo curriculum, si legge infatti la direzione artistica del Teatro “Eduardo De Filippo” ad Agropoli, a lui si devono gli importanti cartelloni proposti al pubblico, ma anche tanto altro in tutta Italia. Primo passo, perché la candidatura? Credo sia un naturale percorso, soprattutto se si vuole far crescere ulteriormente questa città dal punto vista culturale. Non ho bisogno della politica per affermarmi o per trovare un lavoro, ho già fatto di mio con sacrifici e rinunce, ma penso di poter dare alla cosa pubblica un apporto in più, grazie all’esperienza maturata nell’ambito professionale. Di che apporto parla? Agropoli ha un enorme patrimonio culturale, costituito principalmente da strutture di grande pregio, ma devono essere riempite di contenuti. Alla luce di questo semplice ragionamento, ho pensato ad un piano strategico par la cultura. Dobbiamo valorizzare e riqualificare quelli che io chiamo i quattro punti cardinali della cultura agropolese. Il castello angioino-aragonese, il palazzo civico della arti, il cineteatro e la fornace. Da nord a sud, da est a ovest, Agropoli ha un grande polo culturale a cielo aperto che deve lavorare a pieno regime, anche con le numerose associazioni presenti in città. L’impegno dell’amministrazione deve essere tanto, ma non basta. Si devono intercettare i fondi messi a disposizione dagli enti sovracomunali ed utilizzarli al meglio per far sì che tali strutture siano vive. Ben vengano vari eventi come il concerto, la rappresentazione teatrale, la presentazione del libro, ma si deve andare oltre. Dobbiamo porre in essere iniziative atte a far riavvicinare i giovani alla cultura. Essi oggi hanno dei miti che però sono dei falsi miti ed è tempo per noi adulti intervenire. Il ruolo della scuola, come sempre, deve essere fondamentale, ma sono certo si possa fare di più. Ciò compete all’ente pubblico e qualora dovessi essere eletto, sarà il mio obiettivo. C’è un pericoloso impoverimento, non per colpa dei giovani, e noi adulti dobbiamo fare tutto il possibile per invertire questa tendenza. Negli ultimi giorni, Lei è stato al centro di forti polemiche secondo cui avrebbe utilizzato un numero di telefono legato al teatro, di cui è direttore artistico, per propaganda elettorale… Sono contento di poter dire la mia perché è tutto falso. Il numero utilizzato è mio, intestato a Pierluigi Iorio e viene da me utilizzato per ogni tipo di comunicazione. Lo uso per comunicare con gli abbonati o per qualsiasi altro tipo di informazione. Ho subito molti attacchi sui social per tutto questo e so che c’è stato anche chi ha riportato la notizia su blog o siti di informazione locale. Ciò mi è dispiaciuto molto perché non ho fatto nulla di illegale e, in ogni caso, la propaganda elettorale viene fatta da tutti e allo stesso modo. È stata fatta una polemica sul nulla che si poteva evitare, ma capisco che in campagna elettorale si fa anche questo per trovare visibilità. Non mi aspettavo tanta ferocia. Anche per quanto riguarda la cultura, lo strumento del PNRR può essere interessante. Cosa ne pensa? Dirigere un teatro mi ha dato molta esperienza. Con i dovuti distingui, ci sono molte similitudini con l’amministrare un comune. A teatro, ad esempio, le programmazioni si costruiscono sui tre anni. Quando presento un progetto alla Regione, ad esempio, lo incentro sui tre anni a venire. Così dovrà essere fatto anche con Palazzo di Città: una progettualità che vada oltre e che abbia lo sguardo rivolto al futuro. Si tratta di pianificare un obiettivo a medio e lungo termine. Il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza prevede somme ingenti per il settore cultura sia per l’immateriale che per il concreto. Ci sono fondi per lo spettacolo, importantissimi in questo periodo di ritorno al teatro, al cinema e agli spettacoli dal vivo, ma anche per le strutture. Tutto sta nel sapere redigere un progetto forte e competitivo che potrà essere finanziato. Non sarà facile, questo è indubbio, ma la mia esperienza nel settore mi sarà molto di aiuto e potrò anche dirigere un gruppo di lavoro. La cultura è il volano non solo economico di questo Paese e sarà nostro dovere potenziarla. La cultura delle nuove idee passa anche da qui.