di Luca Capacchione
In una città di circa 50.000 abitanti e dal territorio vasto uno dei temi rilevanti, da ordine del giorno perpetuo, è quello della sicurezza. Le forze dell’ordine – incolpevoli –, com’è noto da tempo, sul territorio sono carenti in termini di organico e il tutto ricade necessariamente su una ridotta capacità di pattugliamento. Intanto a Battipaglia le auto vanno a fuoco e pare che non vi sia argine ad un fenomeno che giorno dopo giorno diventa sempre più preoccupante. Sono infatti dodici le vetture carbonizzate negli ultimi cinquanta giorni, di cui tre nell’ultima settimana. Il fenomeno preoccupa i cittadini nonostante l’ultimo episodio che ha interessato i residenti di via Vanvitelli, nel quartiere Belvedere, assicurano i caschi rossi, sia stato accidentale. Alle tre di notte, una Hyundai Santa Fe di proprietà di un cittadino ucraino, regolarmente in Italia da diversi anni, ha preso improvvisamente fuoco danneggiando a catena anche altre due automobili parcheggiate al lato. Sul posto anche i carabinieri del comando di Battipaglia, coordinati dal maggiore Vitantonio Sisto, che hanno confermato le ipotesi dei vigili del fuoco: nessun rogo doloso.“È una situazione che sta diventando ingestibile e non può essere ignorata per la sicurezza e il bene della nostra comunità e dei nostri cittadini”. È intervenuto sui social pochi giorni fa il consigliere comunale del Partito Socialista Italiano, Alessio Cairone, “Ringrazio per il tempestivo intervento i militari della caserma dei Carabinieri di Battipaglia che sono giunti sul posto, mettendo in sicurezza l’area. In termini di sicurezza, esprimo il massimo sostegno alle iniziative proposte dalle varie associazioni, come Battipaglia Radici e Valori, al fine di installare sistemi di videosorveglianza in città. Quest’ultima, è una battaglia che portiamo avanti da anni e oggi è più che mai necessaria. Gli ultimi eventi obbligano chi di dovere ad infittire la rete di sicurezza e soprattutto ad accelerare processi che tengano conto della sicurezza dei cittadini. Gesti come questi, sono inammissibili e vanno condannati” La sindaca Cecilia Francese aveva sin da subito dichiarato di voler ampliare la rete di sicurezza e di sorveglianze sul territorio cittadino e così è stato: per tentare di arginare l’allarme sicurezza che negli ultimi mesi ha impaurito fortemente cittadini e commercianti, l’amministrazione comunale ha installato otto nuove telecamere di videosorveglianza: in particolare, il comando di polizia locale guidato dal colonnello Gerardo Iuliano ha attivato cinque occhi elettronici in via Italia, all’incrocio con via Mazzini, quattro dei quali “di contesto”, ovvero che permettono di controllare la zona di via Mazzini verso via Pastore e via Roma e in piazza Amendola. Altre tre telecamere, invece, sono state posizionate nei pressi delle scuole superiori “Enzo Ferrari”, “Fabio Besta” ed “Enrico Medi” dove già erano presenti telecamere per lettura targhe. L’installazione di queste ulteriori telecamere di videosorveglianza è stata resa possibile grazie ad un residuo del finanziamento già ottenuto nel 2021 nell’ambito di un progetto di contrasto allo spaccio di droga nei pressi degli istituti scolastici. Le apparecchiature si aggiungono alle sei rimaste attive sul territorio a fronte di sedici telecamere non funzionanti. Quest’ultimo un problema di non poco conto se si considera la mole di abitanti e visitatori che, per lavoro o per svago, giungono in città. Il problema ambientale non è di poco conto e ad appesantire una terra già martoriata sotto il punto di vista dei rifiuti ci pensano gli ulteriori incendi di capannoni industriali, dei quali l’ultimo il 19 marzo di quest’anno (nel territorio di Eboli, ma al confine con Battipaglia), che ha visto l’immediata emanazione di ordinanza di chiusura di balconi e finestre e l’intimazione ai cittadini di rimanere a casa. Coltri di fumo nero e miasmi hanno da tempo accerchiato i cittadini battipagliesi e pare che, nonostante gli sforzi della sindaca e della sua compagine tecnico-amministrativa, che l’hanno vista impegnata in piena notta con i volontari della Protezione Civile per domare l’incendio di lana sulla collina del Castelluccio. Si va verso – possibilità concreta al giorno d’oggi – una nuova terra dei fuochi dalla quale si rischia di non tornare indietro. Spesso le amministrazioni locali da sole sono impotenti di fronte a questi eventi se non coadiuvate da tutti gli organi istituzionali, secondo il classico principio di sussidiarietà verticale sancito nella nostra Costituzione. Dai rifiuti alla sicurezza, dall’agricoltura al turismo, ogni attore dovrebbe avere la propria parte. Purtroppo, come spesso accade, la lotta regna sovrana e a pagare il prezzo di tutto sono i cittadini.