di Olga Chieffi
Il fiore della camelia entra nel mondo europeo con l’alone esotico dell’Oriente. Infatti la camelia, che prende il nome dal gesuita moravo, padre George Joseph Kamel, missionario nell’Asia orientale, che ne importò la pianta in Europa nella prima metà del Settecento, è originaria del Giappone, dove, come in Cina, era al centro dell’arte e della letteratura. Le sue varietà più pregiate venivano riservate ai nobili e quindi alle persone elevate e colte, che, d’altra parte, avevano come loro prerogativa di casta la capacità di disporre fiori e giardini, sviluppando un complesso simbolismo. Nella cultura orientale la camelia è il simbolo della devozione eterna tra gli innamorati. La sublime danza del petalo e del calice che percorrono il ciclo vitale congiuntamente, arrivando addirittura a distaccarsi insieme dalla pianta, rappresentano alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca. “Riviere, bastano pochi tocchi d’erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare; o due camelie pallide nei giardini deserti, e un eucalipto biondo che si tuffi tra sfrusci e pazzi voli nella luce; ed ecco che in un attimo invisibili fili a me si asserpano, farfalle in una ragna di fremiti d’olivi, di sguardi di girasoli”. Lasciamo al verso di Eugenio Montale, offrire il talismano per l’inaugurazione della III edizione della mostra dedicata alla camelia, che si svolgerà in questo week-end presso l’arco Catalano, promossa dall’associazione Hortus Magnus della Presidente Clotilde Baccari Cioffi. Taglio del nastro alle ore 16,30 con la Presidentessa Cioffi e Aldo Antonio Cobianchi, delegato per la Campania della Società Italiana della Camelia, Paky Memoli, Vice Sindaco di Salerno, Michele Strianese Presidente della Provincia e il suo consigliere Francesco Morra delegato ai beni culturali, Gioita Caiazzo dirigente del Settore Pianificazione Strategica e Beni culturali della provincia di Salerno e Fulvio Maffia, direttore del Conservatorio di musica “G.Martucci”, per la esposizione delle piante del vivaio “De Santis” di Lancusi e delle opere dal titolo “Camelie antiche”, realizzate da Maria Scotti, Cinzia Gaudiano, Concetta Carleo, Ida Mainenti, Rita Cafaro, Antonio Caroniti e Salvatore Criscuolo.Seguirà un breve intervento di Aldo Antonio Cobianchi circa “La camelia e la donna”. Le camelie erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la prostituta di lusso francese protagonista del romanzo La signora delle camelie (La Dame aux camélias) scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio ispirandosi alla triste storia della sua amante, Marie Duplessis (Alphonsine Plessis), conosciuta nel 1844 e deceduta tisica, tre anni dopo, all’età di ventitré anni. Il dramma d’amore contrastato e ad epilogo funesto tra Marguerite, malata di tubercolosi, e il giovane borghese Armand Duval commosse i lettori diventando immediatamente un successo. Dumas lo traspose in una versione teatrale, che andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1852, con il ruolo principale affidato alla celebre Sarah Berhnardt, A sua volta, Francesco Maria Piave trasse ispirazione dal romanzo per scrivere il libretto de La Traviata, musicato da Giuseppe Verdi, con i protagonisti rinominati Violetta Valéry e Alfredo Germont. Saranno infatti, il soprano Doroty Manzo e il tenore Gaetano Amore con al pianoforte Simone Matarazzo, allievi del magistero del baritono Filippo Morace a proporre alcune gemme del capolavoro verdiano che sarà illustrato dal filologo musicale Gennaro Saviello. Domenica mattina, alle ore 10, si terrà un convegno dal titolo “Le camelie del Salernitano, un piccolo patrimonio da trattare come “bene comune” da conoscere, promuovere, salvaguardare, proteggere” che saluterà gli interventi di Giuseppina Buongiorno, proprietaria del giardino Gattacicova di Cava de’ Tirreni, Francesco Guercio, rodologo e cameliofilo, Alfonso Cesaro proprietario di Villa Cesaro nella città metelliana, Maurizio Senatore proprietario di un camelieto, sempre in Cava de’ Tirreni, Paola Farina, della omonima villa sita in Baronissi e Maria Dorotea Napoli in rappresentanza dell’ Hortus Magnus. Finale con la premiazione delle “Regine della Mostra della Camelia”, tre esemplari eletti dai visitatori, quali più belli e singolari.