La pagina Facebook del ‘Parco Archeologico di Paestum e Velia’, la scorsa settimana, ha raggiunto quota centomila iscritti, riempiendo d’orgoglio non soltanto il cuore del giovanissimo direttore Gabriel Zuchtriegel, ma dell’intera comunità paestana
Di Gaetano Del Gaiso
Diciamocelo pure tranquillamente: il modo di comunicare la cultura è cambiato drasticamente nell’arco degli ultimi vent’anni. Dalla comparsa delle primissime mirabilia nel XII secolo sino all’avvento dei più moderni sistemi di diffusione dell’informazione sono trascorsi poco più di otto secoli; eppure, pare che la tradizione del comunicare e tramandare il sapere su carta stampata sia divenuta obsoleta soltanto all’insorgere del nuovo millennio. Con l’avvento di Internet e la conseguente nascita dell’infotainment digitale, le modalità di trasmissione dell’informazione hanno subito un cambio di rotta turbolento e inaspettato, lasciando le tiepide e placide correnti della comunicazione ‘lenta’ e lanciandosi, a vele spiegate, verso la terra promessa dell’informazione pret’a’porter del sino ad allora inusitato mondo del web; un’informazione ‘fast’, veloce, fruibile ed eterea, tanto quanto la rivoluzione iniziata nel ’37, in California, a San Bernardino, da un celebre franchise di ristoranti la cui mascotte è un simpatico e altrettanto inquietante pagliaccio dal naso rosso e il cui logo è costituito da due belle e tornite montagne ricoperte d’oro tonante. Un upgrade consistente e dalla portata universale aldilà del quale nulla è stato più lo stesso, e il dispotico monopolio esercitato dalla carta stampata sulla diffusione dell’informazione sembrava aver raggiunto, infine, l’ultimo scalino della sua ‘Stairway to Heaven’. Quale il costo di questa operazione? Pleonastico indulgere sui numeri quando questi raggiungono cifre impossibili da interpretare per noi comuni esseri umani abituati a ragionare sul semplicistico concetto di unità, decina, centinaio e migliaio, e sulla combinazione aritmetica di queste stesse unità di misura in funzione di ciò che queste, effettivamente, rappresentano: agglomerati numerici. Applicando quest’ultimo concetto, quello dell’agglomerato numerico, al mondo del web, esso si tramuta pedissequamente in numero di click, di visualizzazioni, di followers, di iscritti, di presenza sul web, di copertura mediatica, di like, di commenti, di condivisioni, concetti che rappresentano la quasi totalità del prodotto delle intenzioni dei nostri sforzi quotidiani in materia di condivisione di contenuti più o meno interessanti ed efficaci su piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter, Tik-Tok et similia. Sforzi che anche tutto ciò che gravità nell’intorno dell’orbita della divulgazione culturale opera ogni giorno, arrivando sinanche a produrre risultati talmente significativi da contribuire a corroborare l’idea che questo nuovo modo di comunicare sul web costituisca uno dei modi migliori che la cultura ha per arrivare al cuore delle persone. O, ben più prosaicamente, agli schermi dei loro dispositivi elettronici. E’ il caso, quindi, di parlare del più recente traguardo raggiunto dalla pagina Facebook del ‘Parco Archeologico di Paestum e Velia’ che, la scorsa settimana, ha raggiunto quota centomila iscritti, riempiendo d’orgoglio non soltanto il cuore del giovanissimo direttore Gabriel Zuchtriegel, che, in piena fase di lockdown, ha continuato a perpetrare il messaggio del parco attraverso dei bollettini in cui ha proposto passeggiate nel museo o nell’area archeologica di Paestum con ricchi approfondimenti su monumenti, storia e sulle nuove ricerche della polis sibarita, ma anche, e soprattutto, il cuore della comunità pestana che può dirsi latrice di un trionfo mediatico e culturale conquistato grazie al lavoro sinergico di istituzioni, amministrazioni e, chiaramente, pubblico, protagonista assoluto, quasi esclusivo, delle pubblicazioni della pagina Facebook del sito archeologico.