Non risulta ancora depositata presso la cancelleria della Corte Costituzionale l’ordinanza del Tribunale civile di Napoli relativa al caso De Luca. Il 22 luglio il Tribunale ha bloccato gli effetti della sospensione dalla carica scattata per il presidente della Regione Campania in applicazione della legge Severino e ha inviato gli atti alla Consulta, sollevando questione di costituzionalità sulla norma. Alla documentazione pervenuta alla Corte – a quanto risulta – mancavano alcuni atti a comprova dell’avvenuta notifica a tutte le parti interessate ed è stato quindi chiesto di completare la procedura. Solo dopo il deposito, l’ordinanza potrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale e partiranno i venti giorni entro i quali le parti potranno costituirsi in giudizio e depositare memorie. Successivamente sarà fissata una data di udienza e la causa sarà affidata a un giudice costituzionale in qualità di relatore. Le motivazioni per cui, nell’ambito del ricorso De Luca, il tribunale ha sollevato dubbio di costituzionalità sulla Severino sono per vari aspetti diverse da quelle che hanno sorretto il caso che ha coinvolto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Nella vicenda relativa a quest’ultimo si è fatto leva in particolare sulla natura di sanzione della sospensione e sulla sua applicazione retroattiva: ma la Corte ha giudicato la questione infondata. Nel caso De Luca, invece, si lamenta un eccesso di delega nei decreti attuativi della legge Severino, in particolare per l’introduzione del reato di abuso d’ufficio tra quelli di allarme sociale per sui scatta la sospensione, e il diverso trattamento tra amministratori locali e parlamentari. De Luca è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito di un procedimento sul termovalorizzatore di Salerno.
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