Il polistrumentista sostenuto dalla Symphonic Dance Orchestra diretta da Vincenzo Sorrentino, ha infiammato il pubblico, proponendo una scaletta eterogenea tra il suo nuovo disco Jimmy e colonne sonore di film. Tra i membri della formazione il percussionista saprese Dario Cantelmo
di Alfredo De Falco
Una serata magica quella di mercoledì scorso a Napoli presso il Palapartenope, dove il concerto dell’artista internazionale Jimmy Sax ha ottenuto il sold out. Ogni scelta è avvenuta all’insegna dello spettacolo per il pubblico, che è stato tutto il tempo in piedi nonostante le sedie a disposizione, poichè il repertorio eseguito era coinvolgente a tal punto da far ballare tutti i presenti. Con circa qualche minuto di ritardo, mentre gli archi, il coro, il batterista e il bassista si erano appena posizionati sul palco, Jimmy ha fatto il suo ingresso dal retro, passando davanti a tutti col suo solito cappello stile cowboy, occhiali chiari, maglietta scura, jeans e il suo sassofono, così lucente, coi suoi riflessi dorati, nell’oscurità che con l’alternanza delle luci da spettacolo, ha rubato l’occhio dei presenti fin da subito. In questo modo è stato stabilito nell’immediatezza, un contatto intenso e diretto col pubblico, che lo incitava fra applausi e cori. Sulle note dei suoi successi, fra una canzone e l’altra ci sono state diverse piccole pause composte da simpatici dialoghi con i musicisti collaboratori, a partire dal direttore dell’ensemble Vincenzo Sorrentino col quale ha brindato e, fra un limoncello e una tequila, sono arrivate sorprese nel programma eseguito: la colonna sonora de “Il padrino” che ha preceduto “Tu vuò fa l’americano”, oltre che temi quali “Una mattina” di Ludovico Einaudi o “Knights of Cydonia” dei Muse, senza contare che, in omaggio all’Italia, il concerto comincia in genere con un tributo al Maestro Ennio Morricone, per proseguire anche con temi di John Williams e tanti altri, che non lo fa incasellare in uno stile determinato, facendo emergere i suoi diversi volti e interessi. Di notevole effetto gli arrangiamenti dell’eclettico maestro Sorrentino che prevedevano, fra l’altro, glissati ascendenti per gli archi che venivano eseguiti alzandosi, e glissati discendenti coi quali tornavano a sedersi, per rendere più divertente lo show. Dalla campana del suo sassofono contralto fuoriescono suoni di immediata e semplice comunicativa, ipnotizzanti per la loro reiterazione e la loro progressione dinamica, su variazioni ritmiche per diminuzione, fraseggi e melodie che restano impresse nella mente, martellanti, adatte alla disco-dance. Non è un rivoluzionario e, come lui stesso ammette, non si considera un virtuoso, resta un performer. Il merito di Jeremy Rolland, questo è il suo vero nome, è quello di autore dei successi mondiali “No man no cry” (certificato Oro in Italia) e “Time”, e con il suo sound vivo ed energico, riesce a travolgere chiunque lo ascolti, spaziando tra sonorità deep-house, funky ed electro. Allo spettacolo si sono aggiunti momenti di vita privata: l’artista ha infatti chiamato la madre sul palco dedicandole una canzone e la donna ha duettato con lui con acuti alla fine dei ritornelli. Successivamente ha dedicato una canzone al padre e un’altra soprattutto alla moglie perché -ha aggiunto in inglese!- “se non lo facessi, mi sa che finisce con un divorzio”. Durante la serata si è avvicinato ad alcuni musicisti, richiamando dei duetti e, posando momentaneamente il sassofono, ha preso le bacchette proponendo l’improvvisazione di un ritmo ripetuto da Dario Cantelmo, batterista saprese che lo sostiene in questo tour assieme a tutti gli altri membri dell’ensemble in tutto il tour. Prima di terminare, Jimmy è voluto scendere di nuovo dal palco per fare un altro giro in mezzo al pubblico, ma suonando. Una volta tornato sul palco, ha eseguito la sua canzone più famosa e ha concesso qualche bis. Se pensate di aver perso l’occasione di divertirvi, Jimmy Sax tornerà a Napoli il 7 luglio e si esibirà al Palazzo Reale.