Lo sciatore francese studiò con l’allenatore Georges Joubert quella posizione aerodinamica e innovativa, proiettata nel futuro che fece storcere il naso ai puristi.
Di OLGA CHIEFFI
Se oggi si scia nella posizione aerodinamica a uovo, si indossano occhiali tecnici con lenti speciali, se si usiano sci che non sono più di legno e magari almeno una volta sei stato a sciare nel comprensorio delle Portes du Soleil, tra Francia e Svizzera, lo devi solamente a Jean Vuarnet. Nato nel 1933 a Il Bardo, Tunisi, che al tempo era protettorato francese, figlio di un medico di Morzine, nell’Alta Savoia, e studente all’Università di Grenoble, si mise in luce conquistando la medaglia di bronzo in discesa libera ai mondiali del 1958 di Bad Gastein in Austria: scese con le gambe piegate, il corpo ranicchiato e le braccia unite in avanti per cercare la massima aerodinamicità con quella posizione “a uovo” che è insegnata ancora oggi. Due anni dopo, alle olimpiadi di Squaw Valley (USA) si presentò affermando che avrebbe sicuramente vinto la medaglia d’oro e così fu, mettendo in fila il tedesco Hanspeter Lanig e il connazionale Guy Périllat grazie alla sua posizione sugli sci e al fatto di usare, primo nella storia, degli sci metallici Rossignol al posto di quelli di solo legno. Non solo: nella stessa olimpiade del 1960 Vuarnet indossava anche il primo paio di occhiali da sole tecnici, con una particolare lente Skilynx che migliorava la nitidezza e profondità di visione della pista innevata: li aveva concepiti l’anno prima con l’ottico Roger Pouilloux con il quale nacque poi un sodalizio imprenditoriale che portò alla creazione della maison Vuarnet, uno dei marchi tecnici più noti del mondo della neve. Non era ancora la celeberrima Valanga Azzurra, ma quando nel 1972 Gustavo Thoeni vinse l’oro in gigante e l’argento in slalom a Sapporo il commissario tecnico degli azzurri era lui. Aveva già allenato la Francia dal 1962 al 1968 e tornò oltre le Alpi nel 1973 quando, come presidente della federazione francese di sci, fu coinvolto nello scandalo della sospensione di alcuni sciatori che simpatizzavano con le contestazioni studentesche sull’onda lunga del Maggio francese. Oltre all’omonima marca di abbigliamento e accessori per lo sci a Jean Vuarnet si devono anche la stazione sciistica di Avoriaz e il domain des Portes du Soleil, il comprensorio che raggruppa 12 stazioni sciistiche tra Francia e Svizzera conosciuto come uno dei migliori playground della montagna sia invernale che estiva. Purtroppo però la vita gli ha riservato anche un dramma dal quale non si risollevò mai più: nel 1995 la moglie Edith e il figlio Patrick furono trovati tra i corpi carbonizzati in seguito al suicidio di massa dell’Ordine del Tempio Solare, avvenuto sul plateau di Vercors, vicino a Saint-Pierre-de-Chérennes. Da quel momento ridusse al minimo le apparizioni pubbliche presenziando solo in rari casi a eventi e manifestazioni sportive.