di Olga Chieffi
Sono delle essenze jazz le quattro serate che proporrà il Ravello Festival nella piazza, essenze per la rosa di musicisti in dialogo continuo con la loro musica e le voci dei loro strumenti, protagonisti delle composizioni estemporanee personali e virtuose che si creeranno durante i concerti, nell’eleganza essenziale e rigorosa della piccola formazione. Apertura riservata il 6 agosto al Carla Marciano Quartet con la leader ai sax alto e soprano, Alessandro La Corte, piano e tastiere, Aldo Vigorito, contrabbasso e Gaetano Fasano, batteria, che presenterà l’ultimo progetto dedicato alle colonne sonore da film firmate da Bernard Hermann. “Psychosis”, infatti, è il titolo della quinta incisione della formazione, uscita per la Challenge Classics, e racchiude una rilettura delle melodie più amate e stordenti di Bernard Herrmann, aggressivo e presuntuoso, ma dotato di uno straordinario talento. Si prosegue il 13 agosto con il sassofonista Stefano di Battista che si presenterà con Daniele Sorrentino al contrabbasso, Andrea Rea al pianoforte e Luigi Del Prete alla batteria per trasformare le melodie e i temi di Morricone in perfetti standard jazz. È così che “Veruschka” diventa un brano nello stile di Stan Getz, “La cosa buffa” un viaggio psichedelico a bordo di un pianoforte subacqueo, “Metti una sera a cena” uno swing ironico, il tutto con un approccio essenziale. Si passerà all’arte del piano trio, ma un filo rosso lega stavolta il Morricone arrangiatore per Mina: il 20 sarà di scena Danilo Rea con Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria, in “Tre per Una” un omaggio alla più grande voce della nostra canzone. Sarà un End summer night’s dream quella 26 con il pianista Julien Oliver Mazzariello in trio con Dario Deidda al basso e Amedeo Ariano alla batteria in cui oltre nuovi arrangiamenti di Julian di brani del repertorio dei songwriters americani, ascolteremo una speciale esecuzione in trio di Such Sweet Thunder, la suite shakespeareana di Duke Ellington. In calce al programma della prima esecuzione di questa suite fu scritto: “che si tratti di Shakespeare o del jazz, l’unica cosa che conta è vivere un’emozione”.