
Un’altra tappa importante per la cardio-protezione nel Salernitano.
Il Consorzio sociale Valle dell’Irno (Ambito S6) ha deliberato l’approvazione di un ambizioso progetto di rete così come richiesto dal Gruppo di Intervento per le Emergenze Cardiologiche, presieduto dal professore Maurizio Santomauro e del quale è responsabile regionale il cardiologo Carmine Landi, nonché dall’Associazione Grazie di Cuore, di cui Landi è presidente e fondatore.
Il servizio, che sarà istituito per evitare o limitare al massimo le frequenti morti improvvise per arresto cardiocircolatorio, renderà operativo il piano di cardio-protezione per circa 100mila abitanti residenti nel Comuni del comprensorio. Si tratta di un percorso impegnativo, guidato da GIEC e dall’Associazione Grazie di Cuore, che provvederà ad individuare, in tempi brevi, il numero di siti dove inserire i defibrillatori, per i quali sarà indispensabile addestrare un congruo numero di volontari per ciascuno dei Comuni partecipanti al progetto. «Si tratta di rendere operante la legislazione vigente – sostiene il professore Maurizio Santomauro –, legislazione che fu predisposta per la messa in sicurezza delle amministrazioni pubbliche. Sono passati già quasi quattro anni da quando sulla Gazzetta Ufficiale del 13 agosto 2021 è stata pubblicata la legge n. 116 del 4 agosto 2021 riguardante l’obbligo dell’installazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici nelle sedi istituzionali con servizi aperti al pubblico». Purtroppo, però, in molti Comuni le previsioni della legge non sono state seguite né ottemperate e continuano a registrarsi molte morti improvvise che potrebbero essere evitate con un soccorso tempestivo e tecnicamente competente. «Il dato positivo – osserva il cardiologo Landi – è dato dal segnale che proviene dalla Valle dell’Irno con l’adesione dei Comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Mercato S. Severino e Siano, ma la rete potrebbe in tempi brevi ampliarsi anche ad altri centri sia della Bassa Irpinia che dell’Agro Nocerino-Sarnese».
L’opera di sensibilizzazione svolta dal Gruppo di Intervento per le Emergenze Cardiologiche e dall’Associazione Grazie di Cuore è stata molto intensa negli ultimi mesi. Si è fatto leva sulle famiglie, sulle associazioni sportive e su altre comunità di base attraverso il coinvolgimento della Federazione Italiana Gioco Calcio e dell’Associazione Italiana Arbitri. «Abbiamo voluto lanciare un allarme soprattutto nel settore degli sport amatoriali, dove occorre ancora lavorare tanto nella prevenzione per scongiurare arresti cardiaci di giovani atleti, che potrebbero essere evitati – aggiungono Santomauro e Landi – se solo si procederà con screening più adeguati. Per questo motivo, GIEC sta svolgendo adeguate pressioni anche in sede legislativa per adeguare le attuali leggi alle più moderne esigenze, leggi praticamente ferme a circa 40 anni fa, con previsioni e mezzi diagnostici a dir poco superati. Non si dimentichi che muoiono in Italia, su campi e campetti, circa 1500 giovani e giovanissimi ogni anno».
Un ulteriore passo è stato compiuto dal cardiologo Carmine Landi con l’Associazione Grazie di Cuore. «Abbiamo inoltrato a monsignor Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno, un’idea progettuale al fine di poter svolgere un percorso gratuito di formazione presso le parrocchie delle diocesi, per l’uso dei defibrillatori e l’assistenza di primo soccorso in caso di emergenze cardiologiche. Ora siamo in contatto con don Antonio Romano, vicario episcopale per la Carità e la Giustizia, per delineare i tempi e le modalità del coinvolgimento della Chiesa locale».
C’è molta strada da percorrere, ma qualcosa si sta muovendo. «Ci è stato chiesto – dice, con soddisfazione, Carmine Landi – l’addestramento di tutti gli atleti che saranno presenti a Paestum e a San Marco di Castellabate per la seconda edizione di Open Outdoor Experience, una rassegna importante a livello nazionale che si è posta il problema della cardio-protezione come impegno civile e morale».