Quinto appuntamento, stasera, alle ore 20, per la VI edizione del Festival di Musica da Camera Santa Apollonia con pagine di Beethoven e Rimiskij-Korsakov
Il grande repertorio per fiati e pianoforte sarà assoluto protagonista il 5 giugno, alle ore 20 per laVI edizione del Festival di Musica da Camera Santa Apollonia, un evento istituzionalizzato del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”, che anima il centro storico, ospite della Bottega San Lazzaro di Chiara Natella. La serata principierà con il trio di Ludwig Van Beethoven in Sol Maggiore Wo037, in cui l’autore ha curato con scrupolosa meticolosità la divisione del “lavoro” tra i tre protagonisti, alla ricerca di un difficile equilibrio tra strumenti, affidato a Quirino Farabella al pianoforte, Andrea Maddalena al flauto e Gaetano Varriale al fagotto. E’ questa una composizione risalente agli anni di Bonn, aperto da un Allegro virtuosistico, ampiamente dominato dal pianoforte, mentre il successivo e sommesso Adagio, offre un suggestivo contrasto, grazie anche al rilievo assunto dagli strumenti a fiato; un Andante con Variazioni teso tra elegante levità ed umorismo chiude un pezzo per il quale l’indicazione “concertante” risulta quanto mai appropriata, anche se è lo strumento a tastiera a dominare sui due fiati, che sono, comunque, trattati in modo brillante e idiomatico. Si passerà, quindi al Quintetto per pianoforte e fiati in Si Bemolle Maggiore di Nikolaj Rimiskij Korsakov, datato 1876 che verrà eseguito da Alessandro Amendola al pianoforte, Andrea Maddalena al flauto, Francesco Pio Ferrentino al clarinetto, Luca Ferraiolo al corno e Gaetano Varriale al fagotto. Il primo tempo Allegro con Brio è di maniera beethoveniana. L’autore rispetta la scrittura tradizionale, ripartisce le voci in basso, canto e ripieno armonico, ed invano sì cercherebbe nel Quintetto la mano del favoloso orchestratore. Il brano, che non ebbe successo durante la competizione ma che fu poi accolto favorevolmente dal pubblico dei concerti, mette a frutto l’esperienza maturata dal compositore russo durante il suo incarico di ispettore delle bande musicali delle flotte del Mar Baltico e del Mar Nero, ruolo ricoperto fino a pochi anni prima e che gli consentì di acquisire una profonda conoscenza della tecnica degli strumenti a fiato. L’abilità di orchestratore estroso e la fantasia coloristica di Rimskij-Korsakov traspaiono da tutti e tre i movimenti che compongono il Quintetto, senza scandagliare a fondo però – questo è il suo limite – i panorami emotivi, che le ricche modulazioni fanno intravedere. Più interessante l’Andante. Il tema da nenia russa è esposto dal corno. Il taglio è quello torelliano con Allegro centrale, e questo è rappresentato da una fuga neobachiana il cui tema è una versione ritmicizzata del lirico passo del corno. Il Rondò è basato su una scorrevole andatura di Siciliana, condotta con certa leziosità salottiera, e il tutto è avvivato dagli arresti di quattro cadenze, affidate a corno, flauto, clarinetto e pianoforte.