Di Olga Chieffi
La processione di San Matteo, da sempre, la fanno l’allestimento delle statue, le marce delle bande e gli aneddoti che si raccontano di generazione in generazione. Noi abbiamo da sempre andiamo ad inseguire le bande, sin dall’assestamento che avviene in piazza Amendola. Il pranzo di prammatica essendo San Matteo il Capodanno salernitano, prima di uscire, in cui non potrà mai mancare la milza, “’A meveza ‘mbuttunata”, di chiara ascendenza aragonese, col suo stordente profumo di aceto, un piatto estremamente povero, le maruzzelle, le lumachine di mare, cui Renato Carosone dedicò la famosa canzone ” Maruzzella…maruzzè…”, nella credenza popolare, capaci di scacciare dalla casa litigi e tradimenti, quindi il ricordo della antica festa, quando tra Piazza Portanova e la Via Velia, i venditori di cibi cotti si installavano nei punti di maggiore affluenza di pubblico, proponendo grosse padellate di “piscitielli fritti”, il mazzame pescato nello specchio antistante il Lungomare, unitamente a quei pesci che lo stesso San Matteo stringe tra le dita, ovvero triglie e tonnetti. Si aggiungerà baccalà, fritto e impastellato, spaghetti a vongole, con la sapida aggiunta di lupini e telline, l’immancabile frittura di mezze triglie e alici del golfo, cui verranno aggiunti contorni di verdure grigliate, “mulignane spaccate”, friarielli, scagliuozzi, frittelle varie, fichi e “nanasse”, il fico d’India, frutta secca, “spassatiempo” semi di zucca, ceci, fave tostate, e, naturalmente, l’uva sanginella a chiudere un pasto che sia riconoscibile segno di fertilità ed abbondanza”. “So’ doje sore: ‘a riccia e a frolla. Miez’a strada, fann’a folla. Chella riccia è chiù sciarmante: veste d’oro, ed è croccante, caura, doce e profumata. L’ata, ‘a frolla, è na pupata. E’ chiù tonna, e chiù modesta, ma sì a guarde, è già na festa! Quann’e ncrontre ncopp’o corso t’e vulesse magnà a muorze. E sti ssore accussì belle sai chi sò? Sò ‘e sfugliatelle!” Il dolce della festa di San Matteo, è la sfogliatella, per il salernitano doc, rigorosamente firmata dalla Pasticceria Pantaleone, nelle sue varianti, frolla e riccia, cui abbiamo aggiunto la Santa Rosa che sposa splendidamente il momento autunnale il suo dorato ripieno di crema pasticcera, adornato dall’amarena. Dopo aver onorato la tavola alle ore 16,30 le bande si radunano per cercare l’amalgama e ascendere verso il duomo. Giro lungo per lo Storico Gran concerto bandistico “Città di Salerno” che dopo aver fatto il primo inquadramento dinanzi alla prefettura, comincia a sfilare marciando, facendo prima tappa a Largo Campo, dove riceve l’augurio di Buona processione e buon San Matteo dal suo tambourin man Rosario Barbarulo, per poi incamminarsi per via Giovanni da Procida, e salire per via delle Botteghelle per raggiungere largo Abate Conforti. Qui si continua a suonare, a scegliere le marce per poi scendere in via duomo per ultimi, evocando quella formazione da sogno che era la banda dell’ Orfanotrofio Umberto I con fiati che hanno lasciato impronta e indelebile traccia nelle massime orchestre e corpi militari nazionali. Ancora l’esecuzione, dinanzi la cattedrale di un florilegio di marce tra quelle della grandissima tradizione e che solo una formazione di professionisti può eseguire, da Vette d’Abruzzo a Grido d’amore, la marcia preferita dal suo compianto fondatore il M° Domenico Giordano, che nella famosa banda dell’istituto aveva pur esordito, prima di entrare in duomo e suonare ancora per i santi e il pubblico, prima di uscire in processione. Quest’anno alla Città di Salerno, ancora un dono alla nostra città del Sindaco di Pellezzano, nonché consigliere provinciale con delega alla cultura e valorizzazione dei beni museali, Francesco Morra di Pellezzano, che vedrà sfilare anche la formazione del suo comune, quella dell’Associazione Mousikè, diretta dal maestro e clarinettista Giuseppe Genovese. Non poteva mancare lo Storico Gran Concerto Bandistico “Città di Vietri sul mare” che al suo abituale nome ha aggiunto quello di un suo “figlio” Antonio Senatore, il giovanissimo e sorridente tamburino che ci ha lasciato, naturalmente solo fisicamente, troppo presto, che sfilerà agli ordini del suo primo Maestro Aniello Ronca. Novità assoluta quest’anno la partecipazione del gruppo di percussioni di Percussioniamo, con i maestri Antonio Palmieri e Gerardo Avossa Sapere, alla guida dei tamburi da parata suonati da Rossella La Casa, Isabella Ianniello, Giulia Nappa, Maria Mazzeo, Stella Maris D’Auria, Sergio Esposito, Daniele Pisciotta, Mario Aversa, Luca Forte, Domenico Donatantonio, Roman Neri, Ludovico Alfano, Alessandro Capacchione e Alfredo Sessa, per segnare il passo proprio a San Matteo. Dopo l’inquadramento, dove non potrà mancare il Maestro Antonio Marzullo, che non riesce ad allontanarsi da Salerno, per rivivere le emozioni di quando era ragazzo, dove tutto è iniziato, la corsa per raggiungere il posto da cui ognuno di noi, riesce a ritrovare quel contatto con i ricordi, la storia e se stessi, quella sottilissima linea tra due mondi, il sacro e il profano che racchiude l’essenza, il profumo e il significato della festa.