Ingenito: B&B, in provincia di Salerno in aumento l’abusivismo - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

 

 

In provincia di Salerno, oltre il 25% della consistenza ricettiva, tra la Costiera Amalfitana, il Cilento come per la stessa città di Salerno e la sua area metropolitana. A snocciolare i dati, particolarmente allarmanti, Agostino Ingenito, presidente dell’Abbac, evidenziando come il fenomeno dell’abusivismo sia notevolmente cresciuto negli ultimi anni.

Presidente Ingenito, decreto salva Casa: quali novità e come valuta questa nuova legge?

«Le semplificazioni previste risolvono annose problematiche urbanistiche sul patrimonio immobiliare privato, ma il Governo è gli enti locali colgano l’opportunità, con la riduzione dei parametri urbanistici come nel caso delle minicase, per ripristinare equilibri tra domanda ed offerta e calmierare costi locazioni. Anche la possibilità di un cambio di destinazione d’uso di ex negozi e scantinati rischia di generare farwest e speculazioni. È fondamentale tutelare la qualità dell’abitare che si coniuga anche per quella ricettiva, garantendo prima di tutto di ridurre l’ emergenza abitativa, in mancanza di piani di edilizia pubblica. Ecco perché abbiamo chiesto vincoli e incentivi per favorire locazione lungo termine, non vorremmo ritrovarci ad affrontare scontri sociali nei maggiori comuni e città per il rischio turistificazione come sta già avvenendo in Spagna».

Si parla di abusivismo, soprattutto per quanto riguarda i B&B. Qual è la situazione in provincia di Salerno?

«Nel corso degli ultimi anni abbiamo lavorato in sinergia con le istituzioni europee, nazionali e regionali per ridurre il dilagante abusivismo ricettivo presente in tutto il territorio. Notevole il picco, in questi ultimi anni, in provincia di Salerno, oltre il 25% della consistenza ricettiva, tra la Costiera Amalfitana, il Cilento come per la stessa città di Salerno e la sua area metropolitana. Con l’introduzione della direttiva europea Dac7 i portali online di prenotazione sono stati obbligati a pretendere dai gestori degli annunci, sia i dati fiscali che quelli catastali. Inoltre dal 1 gennaio 2024 i portali online sono obbligati a prelevare ad ogni prenotazione, una ritenuta fiscale del 21% per chi gestisce con il codice fiscale. Con la legge di bilancio 2024 inoltre è diventato obbligatorio possedere il Cin codice identificativo nazionale ed essere iscritti nell’apposita banca dati. A livello regionale con le nostre sollecitazioni, il vomsiglio regionale ha approvato una legge che istituisce le locazioni turistiche che hanno obbligo di rispettare requisiti urbanistici, presentando una pratica al Comune ed ottenere il Cusr l’obbligatorio codice regionale come era già stato previsto per le altre strutture ricettive extralberghiere ed alberghiere. Con auspicati maggiori controlli anche dei nuclei di Polizia Locale che in alcuni comuni abbiamo anche formato, il fenomeno abusivismo si sta ridimensionando».

A livello regionale, secondo lei qual è la città più penalizzata dall’abusivismo e come contrastare il dilagante fenomeno?

«Senz’altro Napoli tra le città che ha registrato il maggior abusivismo, ma che poi riguarda ancora le altre nostre maggiori località turistiche. Il post pandemia, negli ultimi due anni, ha accentuato il fenomeno, ma che con i correttivi indicati in precedenza, sarà senz’altro ridimensionato nei prossimi mesi, con primi risultati già riscontrabili in questi primi mesi del 2024. L’abusivismo è in frenata anche per l’intervento fiscale come pure la riduzione dei flussi turistici su cui hanno pesato l’aumento dei tassi di interesse e inflazione, determinando ripercussioni sul turismo domestico, mentre è costante quello straniero. Ausoichiamonancota maggiore sinergia tra le istituzioni affinché siano tutelati i viaggiatori e i gestori regolari. Molti hanno intrapreso imprese, con investimenti privati significativi, e contribuiscono e non poco alla bilancia economica del territorio, con tributi e imposte e alimentando la filiera che va sostenuta e non penalizzata, tenuto conto della desertificazione industriale in corso sul territorio con riduzione notevole di opportunità lavorative, un fenomeno che si evidenzia con la fuga di tanti nostri giovani conterranei».

Aeroporto Salerno Costa d’Amalfi, una occasione per il territorio…

«Un’infrastruttura è senz’altro un’opportunità ma se funzionale e dotata di servizi collegati. Il Costa d’Amalfi a pieno regime potrà senz’altro garantire un volano ulteriore, ma non può restare quello che è attualmente. Bene la gestione affidata alla Gesac che risolve seppur in grave ritardo diversi anni di lungaggini ed errori compiuti. Siamo stati tutti felici che vi diano stati i primi voli atterati e decollati ma è evidente a tutti che senza una moderna aerostazione, strade di collegamento e mobilità pubblica, l’attuale aeroporto rischia, anche in assenza di un piano di sviluppo, di arenarsi presto. Intanto le confesso che in occasione dell’inaugurazione avevo deciso di fare un test, ed avevo prenotato il volo per Nantes. Tenuto conto degli orari, avevo deciso di spostarmi la sera prima nell’Agro Nocerino, tuttavia non ho trovato collegamenti pubblici, tra treni sospesi e l’avvio delle corse di bus. Morale: non sono riuscito ad arrivare in tempo alla stazione di Salerno per prendere l’unica navetta Busitalia delle 6.40 che avrebbe raggiunto l’aeroporto ed ho perso oltre il costo dei biglietti anche la scommessa che mi ero fatta. Aldilà della mia esperienza, auspico tempi certi per le opere che occorrono e che vi sia una vera e soprattutto funzionale mobilità pubblica sostenibile sul nostro territorio».

Forse bisogna intervenire sul fronte dell’accoglienza, quali proposte dall’Abbac?

«È da tempo che chiediamo alla Regione e ai Comuni di fare investimenti concreti sull’accoglienza. L’agenzia regionale Campania Turismo che avrebbe dovuto innovare rispetto ai commissariati enti provinciali del turismo, non ha una chiara identità e funzione rispetto agli obiettivi che la Regione si era dati negli anni. Manca la pianificazione dell’accoglienza, la legge regionale avrebbe dovuto sostenere i sistemi turistici locali individuati tra le varie aree omogenee, ma non sono mai nati, come pure I siad territoriali che avrebbero dovuto garantire servizi di accoglienza e organizzazione eventi. Rimasto sulla carta anche il progetto dei distretti turistici che pure come associazione avevamo sostenuto,con uno sforzo notevole insieme ad alcuni comuni per ottenere decreti ministeriali. Ora si spera nelle dmo destination manager organizzation, tuttavia la Regione non ha ancora approvato il regolamento. E poi non è ancora visibile una vera governance dell’accoglienza con iniziative sporadiche di alcuni comuni, soprattutto turistici che si sono organizzati in autonomia con infopoint aperti solo in periodo stagionale. Noi proponiamo intanto xhe la Regione approvi linee guida in cui elegga tutto il territorio regionale a vocazione turistica. Chiarisca il ruolo dell’agenzia che deve avere una funzione di governance in collaborazione con le dmo che prevedono sinergia pubblica privata, in molti territori come per la Dmo Cilento Autentico e Alta Irpinia siamo già partiti e siamo fondatori. Auspichiamo di condividere medesimi obiettivi anche per gli altri territori. Riteniamo che la migliore strategia sia quella della collaborazione con i privati, come le nostre associazioni territoriali ma gli enti locali devono condividere il percorso ed affidarsi alle nostre competenze. Tante risorse sono sprecate per iniziative che non garantiscono alcun indotto e non hanno una pianificazione strategica di promo commercializzazione a medio e lungo termine. Le faccio un esempio, se sappiamo che viene attivato un nuovo collegamento aereo internazionale, sarà possibile avviare azioni di promozione nello Stato estero e garantire così l’organizzazione di pacchetti e servizi, offrendo ulteriori opportunità anche alle aree interne, troppo spesso dimenticate rispetto alle sovraffollate Napoli, le due Costiere e le isole del Golfo».

Servizio taxi, polemiche per il costo del servizio. Cosa ne pensa?

«Sono stato il primo a denunciare che quei 50 euro erano troppi per il collegamento da e per l’aeroporto. L’ho ribadito a più riprese anche in sede di riunioni organizzative. La tariffa non è stata concordata e la politica non può ridursi all’ultimo momento a fare scelte. Il turismo è programmazione e ci vuole costanza e risorse nel garantire mobilità e servizi. Ecco perché chiediamo istituzione delle dmo perché la componente privata, come le nostre categorie, possa contribuire in scelte e opportunità. Ora auspichiamo che l’errata partenza anche molto frettolosa per le concessioni delle licenze taxi, possa essere corretta con un piano di sviluppo di mobilità. Occorre evitare strumentalizzazioni e fare squadra. Il turismo non è un dettaglio economico alla bisogna, ma ha necessità di programmazione, dando risalto alla sinergia e garantendo servizi. Non si può solo affidarsi all’attrattiva di un patrimonio paesaggistico e culturale inestimabile, i flussi turistici subiscono una forte concorrenzialità tra i territori, e vince la partita chi è più organizzato ed in grado di offrire esperienze di viaggio univoche e positive».