Indietro tutta, alla swing era italiana con le Radiose - Le Cronache Spettacolo e Cultura

Questa sera, ospiti della XXVII edizione de’ “I concerti d’Estate di Villa Guariglia”, il trio tutto al femminile, alle ore 21, ripercorrerà i successi della Radio degli anni ’30, un concerto organizzato in collaborazione con la Fondazione della Comunità Salernitana, aperta dall’esibizione del Coro Mani Bianche MarLet diretto da Marina Del Sorbo e Letizia Di Ruocco

Di Olga Chieffi

Pinguini e sassolini, ma anche “Il gatto in cantina”, “Maramao perché sei morto”, “La sardina innamorata” e un fantasma nel castello, era lo swing all’italiana, del trio Lescano, delle grandi orchestre di Angelini e Barzizza, grandissimi musicisti, maestri veri, in un’Italia che ben prima dello sbarco alleato, era già stato travolto dal vento del jazz, da quelle speciali note, le blue notes e i ritmi di Luigi Fortebraccio che suonava con la tromba “Le tristezze di San Luigi” (Louis Armstrong St.Louis Blues). Canzoni che offrivano quella necessaria evasione dal contingente , un regime in agonia, le ristrettezze economiche dovute alle sanzioni, le leggi liberticide, l’avvicinarsi di una guerra…. Canzoni che impegnarono le penne dei migliori autori e compositori e le ugole dei più valenti interpreti del periodo, la comunicazione del tempo, risposta alle veline, al minculpop, alla retorica di regime, una piccola rivoluzione che in quel momento solo le arti potevano attuare. Stasera sul belvedere di Villa Guariglia, giunti al giro di boa, alle ore 21, si ripercorreranno in musica i primi decenni del secolo breve della musica leggera italiano, omaggiando così i 100 anni della Radio. Se da una parte siamo subissati dagli omaggi pucciniani, oggi vedremo come la scrittura sincopata i suoi ritmi, le danze,il sogno americano avesse contaminato la nostra musica. Pioniere dello stile ritmico, swing fu il genovese Natalino Otto,  che nel 1937, con il musicista Gorni Kramer, presentò un repertorio all’americana, tra cui Polvere di stelle, Mamma voglio anch’io la fidanzata, Ho un sassolino nella scarpa. Un altro grande interprete fu Alberto Rabagliati, che nel ’26 aveva vinto un concorso indetto dalla Fox in America per sostituire lo scomparso Rodolfo Valentino, ma non ebbe  fortuna, per cui tornò in Italia, dove alla fine dei ’30 esplose lo “stile Rabagliati”, con Ba..baciami piccina, e varie altre. Però il principale protagonista dello swing italiano fu il Trio Lescano, composto da tre sorelle olandesi, ex acrobate, con Arriva Tazio, Ma le gambe, Signorina grandi firme (‘38); La gelosia non è più di moda, Maramao… perché sei morto (’39) e molte altre di enorme successo. In entrambi i filoni vi erano anche canzoni molto leggere, talora di intonazione comica o surreale, giocate sul non-sense o su doppi sensi, come Adagio, Biagio (1930); Bombolo (’32); Quel motivetto che mi piace tanto (’34). Nell’insieme, il panorama della canzone italiana degli anni ’30 si presentava perciò assai ricco e articolato, per merito di grandi parolieri, compositori, direttori d’orchestra arrangiatori, alcuni dei quali sarebbero poi rimasti protagonisti fino agli anni ’60. 10 giugno 1940, quando l’Italia entrò in guerra, e anche la radio fu mobilitata in occasione del conflitto. Si provvide a una riduzione dei programmi considerati di intrattenimento, sia di prosa che musicali, a favore dell’ampliamento di quelli giornalistici. Naturalmente si accentuò il processo di italianizzazione della canzonetta, e l’EIAR, dalle pagine del “Radiocorriere”, assicurò che la radio da tempo andava applicando la norma della predominanza assoluta nei suoi programmi della produzione nazionale. E questo sia per la musica leggera che per la musica sinfonica, le opere e le operette. In realtà la canzone, come dimostrano successi radiofonici del 1941 quali “C’è un’orchestra sincopata” o “Quando canta Rabagliati”, continuò ad andare per la sua strada, rifiutando ogni eccessivo condizionamento, forte del consenso popolare. E continuò ad essere specchio dei sentimenti e degli umori della gente, dalla profetica “Signora illusione” alla sardonica “Tutto bene madama la marchesa”, tradotta dal francese, dalla filosofica “Camminando sotto la pioggia” alla disincantata “E stata una follia”. Saranno “Le Radiose” a proporre “On Air!”, uno spettacolo che mescolerà clownerie, al teatro fisico e al canto armonizzato per creare uno spazio di gioco originale e surreale, una serata organizzata in collaborazione con la Fondazione della Comunità Salernitana, sarà aperta dall’esibizione del Coro Mani Bianche MarLet diretto da Marina Del Sorbo e Letizia Di Ruocco.Punto di partenza ed ispirazione è chiaramente la radio e tutto il suo universo fisico e sonoro, unito alla grande tradizione dei trii e quartetti vocali swing anni ’30 e ’40. Il repertorio – eseguito a cappella – sarà incentrato su pezzi d’epoca, ma è mescolato e contaminato con brani più̀ moderni. Le Radiose, alias Emanuela Belmonte, Genea Manenti e Valentina Musolino accompagnano i loro radioascoltatori tra le sincopate e frizzanti melodie della Swing Era. Il lavoro del trio esplora la commistione tra clown e vocalità concentrandosi sui meccanismi comici che possono scaturire dall’incontro tra i linguaggi musicale, sonoro, visuale e fisico.

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