PAGANI. Operazione “Criniera”: annullata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla pg per Massimo D’Onofrio. Non sono ancora note le motivazioni. L’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia è ritornato alla libertà piena. A prendere la decisione il tribunale del Riesame che è tornato ad esprimersi sulla vicenda. A maggio scorso, infatti, la Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza dello stesso tribunale del Riesame che confermava l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Massimo D’Onofrio.
D’Onofrio nell’indagine criniera è accusato di concorso esterno ad associazione per delinquere di stampo mafioso dei D’Auria Petrosino, clan egemone a Pagani. Per queste ipotesi di reato, il gip del tribunale di Salerno aveva sottoposto l’esponente di Fratelli d’Italia all’obbligo di presentazione alla pg. Contro questa misura cautelare, i difensori dell’indagato avevano proposto appello al tribunale del Riesame sui gravi indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari ma i giudici della libertà ha respinto il ricorso (il Riesame poteva accoglierlo, riformarlo dando una misura più blanda o confermare l’ordinanza dl gip, ma in questo caso, non poteva peggiorarla). Contro la stessa misura del Gip, il pm Vincenzo Montemurro, avendo chiesto al giudice delle indagini preliminari l’arresto di D’Onofrio e avendo ottenuto una misura più lieve, ha rinnovato la richiesta di arresti al Riesame che lo ha accolto. In questo caso, i difensori dell’indagato hanno proposto un ricorso in Cassazione, discusso il 13 maggio scorso, dalla quinta sezione penale della Cassazione che ha esaminato il ricorso contro le misure cautelari disposte dal tribunale del Riesame di Salerno che a sua volta aveva accolto il ricorso della Dda di Salerno. In questo caso il Riesame aveva accolto il ricorso dei pm e aveva disposto la custodia cautelare in carcere per l’ex sindaco Alberigo Gambino e attuale consigliere regionale, Massimo D’Onofrio, per i fratelli Daniele e Vincenzo Confessore, Giuseppe De Vivo, Francesco Fezza, Alfonso Cascella, Gennaro Napolano e Michele Califano. La Cassazione il 13 maggio aveva chiesto di valutare il provvedimento dell’altra sezione della Suprema corte, prima di decidere: se ne parlerà ora a settembre.