Sono sette i nomi in lista, per le elezioni europee dell’ 8 e 9 giugno, che non sono in regola con il codice di autoregolamentazione delle candidature, il decalogo approvato dalla commissione antimafia per tutte le competizioni elettorali. A rendere noti i nomi degli ‘impresentabili’ è stata la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo, all’esito dello screening condotto dalla Direzione nazionale antimafia che ha segnalato a palazzo San Macuto venti nomi di candidati che presentavano criticità. Tuttavia solo sette, di questi aspiranti a un seggio a Bruxelles, sono stati ritenuti dalla commissione in contrasto con il Codice di autoregolamentazione, per lo più per problemi legati a procedimenti giudiziari. Nei loro confronti non scatta nessuna esclusione dalle liste, il fatto che non siano in linea con le regole del Codice, è solo un alert di valenza etica. Soddisfazione per la tempistica è stata espressa da Colosimo “grazie al lavoro della Dna e del Procuratore nazionale antimafia, che ci hanno trasmesso gli elenchi in tempo congruo per verificarli a nostra volta grazie al lavoro dei magistrati consulenti in commissione. Questo permette una corretta informazione a chi andrà a votare.” La presidente Colosimo ha spiegato per quali motivi le sette candidature non sono ‘a norma’. Nei confronti di Angelo Antonio D’Agostino, di ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ circoscrizione meridionale, nel 2016 rinvio a giudizio dal gup di Roma per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, prossima udienza il 26 giugno. Per Marco Falcone, di ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ circoscrizione Isole, nel luglio 2023 rinvio a giudizio per induzione indebita a dare e promettere utilità, in corso il processo al Tribunale di Palermo, e nel dicembre 2020, rinvio a giudizio per tentata concussione, processo in corso al tribunale di Catania. Per l’ex sindaco di Pagani (Salerno), Alberico Gambino, lista ‘Fratelli d’Italia’ Circoscrizione meridionale, nell’ottobre 2019 il Tribunale di Nocera Inferiore ne aveva dichiarato la decadenza, dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Pagani nel luglio 2011. Per l’europarlamentare uscente Giuseppe Milazzo, che corre con ‘Fratelli d’Italia’ circoscrizione Isole, nel dicembre 2020, rinvio a giudizio per tentata concussione davanti al Tribunale di Palermo, con udienza a settembre. Un selfie lo immortala ieri a Palermo insieme alla premier Giorgia Meloni. Tra i collaboratori di Milazzo a Bruxelles, figura l’ex assessore comunale ai servizi sociali di Paternò (Catania), Carmelo Frisenna, condannato nel 2010 a 5 anni di carcere per mafia, dopo l’arresto nel 2008 nell’inchiesta denominata ‘Padrini’. Nei confronti di Filomena Greco, della lista ‘Stati Uniti di Europa’ circoscrizione meridionale, a gennaio 2024, rinvio a giudizio per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, è in corso il processo davanti al Tribunale di Castrovillari. Problemi anche per Luigi Grillo, di ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ circoscrizione nord-ovest. A suo carico, emessa dal Gip di Milano sentenza di pena patteggiata del novembre 2014, irrevocabile, con condanna a 2 anni e mesi 8 di reclusione, e pena accessoria di non contrattare con la Pa per 5 anni, per i reati di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e altro. “Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque – ha detto Grillo – perché dovrei essere accusato di aver violato il codice di autoregolamentazione”. Antonio Mazzeo è invece nella lista del Partito Democratico circoscrizione centrale: nel settembre 2022 il Gup di Roma lo ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, udienza a luglio. “Non capisco come si possa bollare come ‘impresentabile’ a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza”, ha protestato Mazzeo spiegando che il rinvio a giudizio è legato alle vicende de L’Unità del quale è stato nel cda per 6 mesi.
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