Penultimo appuntamento, questa sera, alle ore 21, per il cartellone della XVII edizione dei Concerti d’ Estate. Sul palcoscenico di Villa Guariglia, salirà il Quintetto Concentus, una formazione composta dalle prime parti del teatro “V.Bellini” di Catania, che schiera Aldo Ferrente e Antonio De Simone al violino, Vincenzo Di Ruggiero alla viola, Marco Bologna al cello e Angelo Palmieri all’oboe.
ll festival quest’anno è il capofila degli eventi cofinanziati con PO FESR Campania 2007 – 2013 Ob. O. 1.12 con DD.GR. n.197/2013 e n.692/2013: La Scoperta della Campania – Sessione “Giugno 2014 – Gennaio 2015”. Il Quintetto Concentus proporrà all’esigente pubblico dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia, un particolare percorso tra le più amate colonne sonore, racchiuso in un programma intitolato “Cinema Serenade”. La performance sarà inaugurata da Libertango di Astor Piazzolla, attraverso cui ricorderemo le “Lezioni di tango” di Potter , con il suo moto tutto barocco di tensione e distensione esteso sia alla minima frase che all’intera composizione, per sottolineare quei momenti regolarmente ed emozionalmente in bilico – dato caratterizzante della musica argentina – fra un lirismo allentato e dolente, talora fino alla rarefazione, e picchi di alta drammaticità e forza penetrativa. Seguirà il Gran valzer brillante di Giuseppe Verdi motivo centrale della sequenza del ballo di Il Gattopardo. Si tratta di un valzer a suo tempo dedicato dal genio di Busseto alla contessa Maffei, il cui manoscritto originale era stato acquistato presso una libreria antiquaria romana da Mario Serandrei, montatore del film e amico sia di Visconti che di Rota, e regalato al regista.
La partitura per pianoforte è stata orchestrata successivamente da Rota per piccolo ensemble e utilizzata per le evoluzioni in a solo di Fabrizio e Angelica. E siamo al Gershwin di “Porgy & Bess” evocante le immagini di Otto Preminger, che riprese l’opera, da cui ascolteremo la celeberrima lullaby “Summertime” che suona come una canzone popolare grazie all’ uso reiterato della scala pentatonica Do-Re-Mi-Sol-La nel contesto della tonalità di La minore e da una lenta progressione armonica infarcita di blue notes. L’oboista Angelo Palmieri potrà esprimere la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di “Gabriel’s Oboe”, tema sfruttatissimo di Mission, firmato da Ennio Morricone, che grazie alla conversione di De Niro può finalmente scorrere senza paura, con gli archi a rivelare un incastro di ritmi, solo apparentemente semplici. Nino Rota distingue il suo stile, ne’ Il Gattopardo, presentando, a differenza del solito e unico valzer usato a iosa dai suoi colleghi in questi contesti, una serie di balli in voga nella metà dell’ottocento, come Mazurka, Polka, Quadriglia, Controdanza, Galop e chiudendo con il Valzer del commiato, personalissimo arrangiamento eseguito con finissima strumentazione, che il Quintetto Concentus ha scelto per il pubblico dei Concerti d’Estate, prima di ritornare al Morricone di “Nuovo Cinema Paradiso” con un medley dei temi dalla emozionante vena nostalgica. Ancora Gershwin con il blues dall’ “An American in Paris” e le indimenticabili immagini dell’incontro di Gene Kelly e Cyd Charisse, nel film di Vincent Minnelli un momento magico per liricità espressa e per l’enorme potere evocativo sprigionato da questa sorta di incantato e sognante notturno. Correva l’anno 1959 quando il direttore dell’Old Vic di Londra, all’epoca uno dei più importanti palcoscenici mondiali e tempio della drammaturgia shakespeariana, volle proprio il giovane Franco Zeffirelli per allestire “Romeo e Giulietta”. Il regista fiorentino sconvolse inizialmente critica e pubblico portando in scena una compagnia tutta giovane realizzando un Romeo e Giulietta anticipatore dei tempi della swinging London. Di grana finissima la colonna sonora firmata da Nino Rota in cui sceglie di ripercorrere, con una preziosità delicatissima, la stroficità modale delle canzoni a ballo rinascimentali, ritrovando quel senso della festa teatrale che aveva già espresso nel teatro lirico con sottigliezza lieve e ironia. Il più famoso ragtime di Scott Joplin, “The Enterteiner”, dall’ironica e forte dinamicità ci farà rivivere la grande truffa de’ “La Stangata”, prima di ascoltare il tema di “Colazione da Tiffany” , l’estatica melodia di Moon River, firmata da Henry Mancini. Con “Oblivion”, dolcissimo, struggente, in cui il ritmo serrato della danza lascia spazio ad una melodia lirica e introspettiva, ritorneremo ad Astor Piazzolla, stavolta compositore della colonna sonora del film “Enrico IV” di Marco Bellocchio, continuando sulla strada del tango, stavolta “prima maniera” con “Por una cabeza” di Carlitos Gardel, tema di “Scent of Woman” di Brest. Ancora Morricone stavolta quello assoluto di “Once upon a time in America”, in cui la musica leggera americana tradizionale è riletta in chiave moderna con effetti ambientali di forte incidenza drammatica. Lieto fine con la rumbetta di Nicola Piovani da “La vita è bella” e la “Colonel Bogey March” che è una marcia popolare scritta nel 1914 dal tenente F.J. Ricketts, capobanda dell’esercito britannico che divenne in seguito direttore della Royal Marines a Plymouth. Dal momento che il personale di servizio non era incoraggiato ad avere vita professionale al di fuori delle forze armate, Ricketts pubblicò “Colonel Bogey” e altre sue composizioni con lo pseudonimo di Kenneth Alford che ritroviamo “fischiata” nel film “Il ponte sul fiume Kwai”.
Olga Chieffi