Il turismo delle chiacchiere - Le Cronache
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Il turismo delle chiacchiere

Il turismo delle chiacchiere

di Alfonso Malangone*
Molte parole sono state spese, nel corso dell’anno, per esprimere soddisfazione sull’andamento dei flussi turistici in entrata. Da alcuni Amministratori, e da diversi operatori, sono stati usati termini importanti per descrivere i risultati del 2022 e l’andamento del 2023, quasi ‘esplosivo’. Così, si è letto di una elevata percentuale di occupazione delle camere delle strutture ricettive, anche fino al tutto esaurito o, come si dice, al sold-out, e di migliaia di turisti a passeggio sul lungomare, nel Centro Storico e sul Corso principale. In sintesi, la Città è stata definita una nuova meta turistica a livello nazionale (fonti varie). Non tutte le voci, però, sono state concordi. In verità, qualcuno ha parlato di movimenti altalenanti, di molta apparenza e poca sostanza, di ridotta forza attrattiva della Città. E, quindi: “a chi credere”? Si sa che i fenomeni della vita possono essere compresi agevolmente solo se espressi utilizzando parametri oggettivi in grado di favorirne il confronto nel tempo e nello spazio. Altrimenti, sono solo parole. E, purtroppo, salvo rare eccezioni, le contrapposte dichiarazioni sono rimaste nel vago, senza offrire elementi concreti di giudizio. Cioè, si è parlato, ma non si è detto. E, quindi, una domanda appare naturale: “per favore, quali sono i numeri del comparto”? Il problema è che, non solo se ne conoscono pochi, ma che mancano addirittura precise risposte da coloro che, per funzione, hanno il compito di elaborare tabelle chiare e di metterle a disposizione di tutti. Le frasi più usate sono: “non abbiamo i dati” o “non siamo autorizzati a fornirli”. In sostanza, informazioni di grande valore per una rinnovata sensibilità nei confronti di coloro che ci onorano della loro visita, sono trattate come fossero la ricetta della Coca Cola. La più segreta al Mondo. Mah.
Il primo indicatore da conoscere è quello delle dimensioni dell’offerta. E’ il dato più certo. L’Istat dice che, a fine 2022, c’erano in Città 10 Alberghi, con 797 camere e 1.785 posti letto, nonché 439 esercizi extra-alberghieri, con 2.461 posti letto (fonte: cit.). Poiché poco o nulla sarà cambiato, ad oggi l’accoglienza è quantificabile in 4.246 posti-letto che, su base annua, possono assicurare 1.549.790 pernottamenti (4.246 x 365). Ma, potrebbero anche essere di più, visto che spesso si sente dire di attività non registrate.
Il secondo indicatore è più difficile da quantificare. In via preliminare, si deve chiarire che il ‘turista’, in termini corretti, è colui che viaggia in paesi diversi dalla sua residenza per un periodo di almeno una notte (fonte: WTO). La definizione si basa su un fattore esclusivamente economico: è turista chi usufruisce di servizi a pagamento e apporta denaro nel luogo di destinazione. Chi non rispetta queste due condizioni è definito ‘escursionista’ (fonte: cit.), cioè un visitatore ‘mordi e fuggi’, di passaggio. Quindi, rispetto agli entusiasmi alimentati dalla vista di tanta gente in giro, è giusto chiedersi quanti siano effettivamente i turisti. Ci pensa l’Istat a dirlo, anche se non è facile ‘scovare’ i dati che, ovviamente, sono relativi al 2022 e che sommano tutte le causali dei viaggi, compresa quella per lavoro. Lo scorso anno, sono arrivati in Città 123.892 ‘turisti veri’, 82.705 dall’Italia e 41.187 dall’estero, per un totale di 265.473 pernottamenti, 153.045 da parte di Italiani e 112.428 da Stranieri. La media è stata di circa due giorni, per gli uni, e circa 3, per gli altri. Però, nel 2018, ultimo anno pre-covid, i numeri furono ben superiori: 190.496 arrivi (+66.604) e 470.302 pernottamenti (+204.829) con un media di 4 giorni per gli Italiani e di 1 giorno e mezzo per gli Stranieri. Tuttavia, è doveroso precisare che i dati sono stati acquisiti da fonti diverse e, cioè: da EPT, per il 2018, e da Istat, per il 2022. Sono valori ufficiali, ma non è detto che le rilevazioni siano state omogenee. Per questo, si fa salvo ogni errore. Di più. Sarebbe gradito avere conferma da chi questi numeri li conosce. Comunque sia, nel 2022, a fronte della possibilità di far ‘dormire’ da noi 1.549.790 persone, le notti effettive sono state solo 265.473. Siamo al 17%. Sinceramente, non sembra un risultato di cui andare fieri. E, quindi: “per favore, ci spiegate di quale esplosione di turismo stiamo parlando?” Più complesso è il discorso per gli escursionisti ‘mordi e fuggi’. Per essi, si fa riferimento solo ai crocieristi e ai viaggiatori locali via mare, visto che non sono rilevati, da nessuna parte, almeno quelli che vengono per le luci di Natale. L’Autorità Portuale ci dice che, nel 2022, sono arrivati 63.034 crocieristi e sono stati venduti 938.870 biglietti per traghetti. Nel 2018, furono 72.889 (+9.855) e 771.031 (-167.839). Poiché sono disponibili anche i dati provvisori a fine Luglio 2023, si può senz’altro sostenere che quest’anno andrà meglio considerato che, alla data indicata, i crocieristi sono già 68.062 e i navigatori costieri 592.751. Bene. Ma: “quanto meglio?”. Se è ben vero che la stagione si è protratta, è anche vero che, passato Agosto, i movimenti comunque si riducono significativamente, benché sia previsto l’attracco di qualche altra nave. In ogni caso, sui vantaggi apportati ci sarebbe da discutere. In primo luogo, molti dei crocieristi si allontanano per visitare Paestum o Pompei, per cui in Città restano solo quelli che non hanno pagato la spesa extra per l’escursione. Da loro, è difficile l’acquisto di più di un souvenir o di un gelato. Magari, un panino, se va bene. I viaggiatori locali, poi, hanno ben poco tempo a disposizione, dovendo correre tra la Stazione e il Manfredi o il Masuccio. Sugli arrivi del Natale, si può solo dire che possono pure essere in tanti, ma se molti usano viaggi organizzati a 15/20 euro, compresa la visita all’Ikea, non c’è da aspettarsi molto. A parte le bottiglie di bevande, i cartocci della frittata di maccheroni e tanta baldoria.
Se è vero che il turismo può rappresentare un concreto fattore di sviluppo per l’economia della Città, non è negabile che manchi tuttora una sicura visione strategica, un ‘progetto’ coerente idoneo a fornire le linee-guida per recuperare, collegare ed esaltare le ricchezze di cui la Città pure dispone, sebbene in buona parte trascurate o dimenticate. Nella nostra condizione di Città millenaria che, leggendo i ‘bugiardini’ pubblicitari, da fuori può essere immaginata come sede di storia e di cultura, dovremmo interrogarci seriamente: “a questi turisti, cosa offriamo?” In realtà, di certo ci sono rimasti solo il Duomo, San Piero a Corte, due Musei, magari il Castello, se si riesce a raggiungere, l’odore di ‘fritto’ e la musica spaccatimpani. Tutto il resto è aleatorio. E, per favore, nessuno parli del mare che, anche quest’anno, è stato molto simile a una fogna, soprattutto a partire da una certa ora del mattino. Parlare di turismo è facile, ma fare turismo è ben più complicato. Se, poi, neppure sono disponibili i dati di sintesi, allora non si tratta di fare un cammino più o meno lungo. Si tratta di ritornare alla Partenza. Come nel Monopoli.
*Ali per la Città