Per anni Carmine Marino, secondo gli inquirenti, è stato a capo di un’associazione criminale che avrebbe gestito il malaffare, e soprattutto lo spaccio delle sostanze stupefacenti. Secondo quanto emerso dall’inchiesta Marino sarebbe stato privato della sua leadership sulla Piana del Sele dal gruppo guidato da Podeia, Magliano e Pastina. Nel corso della fase investigativa Marino avrebbe sarebbe stato ascoltato più volte dal pubblico ministero antimafia Rosa Volpe. Elementi utili per la ricostruzione degli affari illeciti sulla Piana nel Sele e, probabilmente, per altre vicende ancora coperte dal segreto istruttorio. Marino non è l’unico è stato ascoltato in più di una circostanza dal pubblico ministero antimafia. Di certo con la notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza ai legali impegnati nell’inchiesta “Sistema” è stato precisato l’esistenza di nuovi verbali che entreranno pesantemente in gioco in vista dell’udienza preliminare. Il pm antimafia ascoltato nuovamente anche Angelo Caruccio, Filippo Barbagallo e Paolo Cesaro ma non è da escludere che anche altri indagati abbiano fornito ulteriori precisazioni in relazione al processo che vede imputate 128 persone. Rosa Volpe, ora procuratore aggiunto a Napoli, ha chiesto il processo per centotrenta persone. Dichiarazioni che potrebbero aver avviato, tra l’altro, altri procedimenti. Alcuni degli indagati avevano intenzione di chiedere di essere giudicati attraverso un rito alternativo .Tra gli indagati figura Paolo Pastina, figlio dell’ex consigliere comunale di Battipaglia. L’organizzazione criminale è legata al clan Giffoni-Noschese (che si pensava debellato dopo gli arresti nel 2003) aveva cercato di applicare anche sul territorio battipagliese e della Piana del Sele in genere applicando metodiche tipiche della malavita napoletana. Le indagini hanno evidenziato la sussistenza, a partire dal 2009 e fino al al 2012, di un sodalizio delinqeunziale finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti guidato da Cosimo Podea, Pierpaolo Magliano e Paolo Pastina che aveva federato al suo interno con metodi camorristici tutti coloro che nel territorio di Battipaglia ed in comuni limitrofi svolgessero detta attività con la forza della intimidazione. Il sostituto procuratore ha sottolineato la rilevanza, in ambito investigativo, delle rivelazioni dei collaboratori di giustizia. econdo gli inquirenti, grazie all’asse con la criminalità, Pastina sarebbe riuscito ad incrementare il suo patrimonio e ad avviare una serie di attività. Ora l’udienza preliminare prevista per il nove febbraio.
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