Il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato ha difeso i tifosi della squadra che ieri hanno vissuto una situazione equivoca. I tifosi si sono sentiti tagliati fuori dallo stadio Arechi e si sono rifiutati di accettare le critiche da parte dei salernitani che li hanno definiti persone incivili alle quali sono state addossate la maggior parte delle colpe sull’esito della partita. «Nocera non si fa dare lezioni di civiltà da altre città e da altri politici». Ha affermato Manlio Torquato in proposito alle pesanti critiche che gravano sulle spalle dei tifosi. «De Luca quando venne a fare campagna elettorale ha parlato di due città capitali, i due epicentri della provincia di Salerno» un modo per affermare che a detta sua le forze dell’ordine, la sicurezza, le istituzioni erano state allarmate senza alcun motivo e che sarebbe bastato mostrare la tessera del tifoso per garantire la sicurezza nello stadio poiché è questo garante di legalità e conferma la fedina penale pulita di ogni singolo tifoso. Ciò ha indignato il sindaco e i tifosi nocerini poiché all’Arechi hanno messo piede i tifosi napoletani e quelli veronesi mentre i nocerini sono stati ben tenuti alla larga dallo stadio del quale non hanno mai calpestato il suolo. Il sindaco ricorda con l’ultima volta che si sono scontrate le due squadre rivali, partita giocata al Vestuti venticinque anni fa. «Attendavamo tutto l’avvento di questa partita per poter vivere l’Arechi: una delle forme di risposta a quest’impossibilità di questa partita, era la possibilità di rispondere giocando al massimo la partita dando il meglio di se ma quando lo si fa lontano dai propri colori e dalla propria tifoseria, quando lo si fa sapendo che il risultato tutto sommato era inutile perché questo è un campionato come loro ricordavano senza retrocessione quando le due squadre notoriamente non sono il predicato di una promozione e quello che resta il colore del calcio». Inoltre a detta di Torquato certe energie andavano canalizzate in altro modo e ognuno ha deciso per sé cosa fosse meglio fare per la propria squadra. In ogni caso si cammina su un binario sempre in maniera coerente e si ribadisce alla provocazione sui debiti che la società si è finanziata autonomamente e che il Comune non avrebbe mai concesso che il denaro pubblico fosse utilizzato per la squadra calcistica. Francesca D’Elia
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