di Monica De Santis
Il Museo dello Sbarco, i fondi per la stagione lirica del Teatro Verdi, le selezioni per il corpo di ballo, i finanziamenti che il Comune accorda ad associazioni, enti e privati per eventi culturali, e il degrado in cui versano molti luoghi storici della nostra città. Sono questi in sintesi gli argomenti che le consigliere comunali d’opposizione Claudia Pecoraro ed Elisabetta Barone hanno sottoposto al consiglio comunale nel corso delle raccomandazioni iniziali. Quesiti ai quali, purtroppo, non è stata data una risposta, o meglio è stata data solo in minima parte, dal sindaco Vincenzo Napoli, che ha ritenuto opportuno parlare solo del Teatro Verdi, dando le sue giustificazioni alle spese che il comune affronta per la stagione lirica firmata da Daniel Oren. Sullo stato di completo abbandono in cui versa la chiesa di Santa Maria de Alimundo, che conserva le spoglie di Masuccio Salernitano e di molti altri siti, il silenzio. Come il silenzio c’è stato anche sulla vicenda del Museo dello Sbarco, per il quale la Barone ha chiesto di prevedere un contributo economico per sostenerlo e soprattutto per evitare che questo lasci Salerno, così come annunciato nei giorni scorsi dal professor Nicola Oddati. E se da un lato alla richiesta della Barone, l’assessore al Bilancio Paola Adinolfi, annuendo con la testa, dimostrava di essere favorevole, dall’altra parte il primo cittadino non ha ritenuto opportuno spendere neanche una parola su una vicenda che va avanti da due mesi e che potrebbe costare a Salerno la perdita di un museo importantissimo, perché raccoglie e racchiude una pagina di storia che ci ha visto protagonisti. Discorso diverso, l’ abbiamo detto per il Teatro Verdi. La consigliera Claudia Pecoraro, così come la Barone, hanno chiesto chiarimenti circa le spese che il Comune affronta per la stagione lirica e soprattutto si è chiesto come mai non si è ancora provveduto alla trasformazione del Verdi in Fondazione. Spese non sempre chiare e soprattutto a favore, quasi sempre delle stesse associazioni che vengono chiamate direttamente senza mai dare l’opportunità a terzi di poter mettere a disposizione del Massimo i propri servigi. Di qui la risposta del primo cittadino che ha parlato di attività fatte dal Comune con le proprie forze… “Facciamo quello che facciamo con efficacia e tutto questo ci viene riconosciuto e non solo perchè abbiamo Daniel Oren, ma per l’aspetto corale dei nostri dipendenti che si sacrificano per il bene del Verdi”. Subito dopo il sindaco ha parlato delle audizioni per la creazione del corpo di ballo, commettendo però un piccolo errore sugli esaminatori, definiti dal primo cittadino, “etoile straniere chiamate per evitare che si potessero adombrare tentativi di manomissione che non ci sarebbero comunque stati”. Nella realtà le etoile chiamate a far parte della commissione, sono volti ben noti non solo alla direzione del Verdi, ma anche al pubblico che le ha più volte viste sul palco del Massimo. E questo è stato fatto notare dalla Barone, che nel corso di un intervento successivo ha parlato nuovamente dei compensi che percepiscono i coristi, i musicisti ed anche i ballerini… “Molti degli orchestrali sono miei docenti, che devo autorizzare, per cui conosco le loro parcelle che non hanno nulla a che vedere con i soldi che vengono dati alle associazioni che si occupano della gestione dei coristi, musicisti, etc. E possibile che ci siano cittadini privati che assumono la gestione di opere pubbliche e ne abbiano un appalto più che trentennale?”, domanda che ovviamente non ha avuto risposta. Sul corpo di ballo la Barone ha poi risposto al sindaco… “Luigi Ferrone, uno dei membri della commissione non è, come dice il sindaco, persona non conosciuta, come conosciamo bene Anbeta Toromani. Artisti di grande qualità, non si discute su questo, ma si dà il caso che molti dei ballerini che sono stati selezionati per il corpo di ballo siano di Napoli, città dove Ferrone ha una scuola di danza e dove Anbeta Toromani lavora da anni”.