Andrea Pellegrino
Né un’archiviazione, sinonimo di bocciatura, né una pronuncia posi- tiva. L’istanza per l’ottenimento della Via – la valutazione di impatto ambientale – presentata dai Pisano in merito alle Fonderie di Fratte, giace ancora negli uffici della Regione Campania, nono- stante siano abbondantemente de- corsi tutti i termini. Così, l’associazione “Salute e Vita” ha deciso di presentare ricorso al Tar di Salerno – tramite gli avvocati Franco Massimo Lanocita e Simona Corradino – per far sì che il procedimento giunga a conclusione definitiva. Al tempo stesso, il presidente di “Salute e Vita”, Lorenzo Forte, ha deciso di rivolgere un appello – oltre che al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e all’assessore regionale all’ambiente, Fulvio Bonavitacola – al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, affinché emetta l’ordinanza che fermi l’attività dell’opificio salernitano, ritenuto dannoso per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Dopo il passaggio presso la giustizia amministrativa, sarebbe quasi tutto pronto per intraprendere anche la strada penale: l’avvocato Fabio Torluccio, infatti, sta raccogliendo tutto il materiale, in base al quale – per i funzionari della Regione – si configurerebbero diversi reati, tra cui anche quello di abuso d’ufficio. Nel ricorso, l’associazione sostiene la tesi che le autorizzazioni provvisorie (rilasciate al fine di consentire l’espletamento delle verifiche da parte degli organi di controllo) per la continuazione dell’attività delle Fonderie Pisano, siano illegittime e che, di fatto, la fabbrica stia operando in assenza di qualsiasi atto autorizzativo. Quelle autorizzazioni, infatti, furono rilasciate nelle more della definizione volta all’ottenimento della Via, con conseguente adeguamento dell’Aia. Una procedura, questa, viziata da archiviazioni e rallentamenti determinati da “integrazioni documentali spontanee”, con il superamento di tutti i limiti temporali consentiti dalla legge. La prima istanza fu archiviata il 26 luglio del 2016 a causa di una carenza documentale da parte della proprietà; due mesi più tardi – a settembre 2016 – i Pi- sano presentarono una nuova richiesta. Da quel giorno di quasi un anno e mezzo fa, nulla è cambiato: ad oggi, non c’è ancora una risposta, né positiva né negativa, e le integrazioni documentali richieste, che hanno sostituito l’intera documentazione precedente, sono giunte ben oltre il decorso dei 45 giorni concessi dalla Regione Campania. Dagli uffici regionali hanno fatto sapere, però, che “la pratica è in istruttoria”, anche se – di fatto – si sarebbe dovuta avviare una nuova procedura. Insomma, allo stato, le Fonderie Pisano – si legge nel ricorso – «stanno proseguendo, in carenza assoluta di autorizzazioni ambientali, l’attività produttiva, con con- seguenti pericoli e danni conclamati per la salute pubblica e l’ambiente». «Non è stato fatto niente – ha detto il presidente di “Salute e Vita”, Lorenzo Forte – Anzi, tra integrazioni e mancato rispetto dei tempi, alcuni funzionari della Regione Campania si stanno rendendo complici di un danno ai cittadini di Salerno e all’ambiente. Il presi- dente De Luca, che fino ad oggi non ha voluto incontrarci, prenda le distanze da quanto stanno facendo i suoi funzionari e li obblighi a chiudere, in autotutela, le Fonderie Pisano. In alternativa, se ritiene che stiamo dicendo solo bugie ci denunci. Ci incontreremo in tribunale». Forte ne ha, comunque, per tutti: «L’assessore all’ambiente Fulvio Bonavitacola è stato sempre così solerte nell’intervenire quando si trattava di far riaprire la fabbrica. Adesso tace. Perché non interviene chiedendo che si giunga alla conclusione della procedura?». Dalle grinfie del presidente dell’associazione non scappa neanche il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli: «La smetta di temporeggiare. Lui è il primo responsabile della salute dei cittadini. Prenda coraggio e firmi l’ordinanza di chiusura delle Fonderie Pisano». «La Regione sta facendo il gioco delle tre carte – ha sottolineato l’attivista Salvatore Milione – Con questa autorizzazione perennemente provvisoria si stanno creando solo danni all’ambiente e alla salute pubblica».«Via ed Aia – ha aggiunto l’avvocato Lanocita – non sono atti meramente formali. Sono stati usati dei marchingegni per non portare a termine la procedura. La nostra è stata una richiesta di sospensiva propulsiva (l’udienza potrebbe essere fissata entro la metà di dicembre, ndr), affinché l’iter si concluda velocemente. Siamo convinti che l’esito per il rilascio della Via è negativo perché se non fosse stato così la procedura sarebbe stata chiusa nei termini previsti». Intanto, domenica mattina è previ- sta una nuova protesta dei cittadini che, dalle 9.30, si raduneranno nella piazza di Fratte.