di Erika Noschese
Una vita legata a Forza Italia, al presidente Silvio Berlusconi. La sua è stata tra le prime adesioni al partito. Guido Milanese, ex deputato è stato tra le persone molto vicine al senatore, venuto a mancare ieri mattina all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato per un peggioramento delle sue condizioni di salute. I primi ricordi risalgono sicuramente a quando lo stesso Berlusconi era alla ricerca, sul territorio, di persone che volessero sposare il progetto politico di Forza Italia: Guido e il fratello Dino, entrambi provenienti dalla Dc di Gerardo Bianco colsero «l’occasione di conoscere questa persona, fortemente coinvolgente e sposammo questa causa politica di un discorso completamente nuovo per noi – ha ricordato il salernitano – Venivamo da una Dc fatta da interlocuzione costante, piccole strategie, di momenti di riflessione politica e ci trovammo di fronte ad un uomo che basava tutto sulla comunicazione, sul forte impulso, coinvolgente. In quel momento capimmo l’intuito di quella persona che metteva insieme valori liberisti e liberali con i valori progressisti e riformisti, cattolici della Democrazia Cristiana, il socialismo che apparteneva a Craxi con il Movimento Sociale. Riusciva a mettere insieme valori di tutti questi movimenti per aggregarli in un unico grande movimento di massa che poteva coinvolgere l’intero Paese». Da grande comunicatore quale è sempre stato Berlusconi sapeva donare entusiasmo a militanti e simpatizzanti: «Il lato umano è quello che mi ha permesso di conoscere l’intimità della persona, estremamente generosa, attenta all’altro. Ho avuto l’occasione di poter fare una consulenza neurologica e lui mi regalò un orologio che ancora oggi porto al polso. Quando la prima volta arrivai in Parlamento mi prese in disparte, mi parlò a cuore aperto, sapeva toccare le corde, comunicare con un modo che esaltava la partecipazione, l’impegno. Quando, ad esempio, facevamo cene e incontri con centinaia di persone lui aveva la capacità di saper dare a tutti la stessa importanza, senza differenze – ha aggiunto Milanese – Un uomo che ha avuto grandi capacità, dal punto di vista politico, imprenditoriale, calcistico, è stato un illuminato ma chiaramente anche lui aveva i suoi punti deboli, i suoi momenti no. Ciò che è stato di buono, di positivo è di gran lunga più importante di quei momenti di punti oscuri; sono convinto che alla fine il partito andrà avanti». Per l’ex parlamentare salernitano «oggi sembra assurdo parlare di ricordo di Berlusconi perché è una figura che ha fatto parte della mia vita, della mia storia politica della storia politica dell’Italia per trent’anni ed è sempre sembrata una personalità imperitura, senza fine anche per la sua capacità di rinascere ogni volta con un senso di rinnovamento. Pur sapendo delle sue condizioni, nessuno ha mai messo in cantiere che questo giorno sarebbe avvenuto». Definito spesso populista dai suoi avversari politici «è stato l’antipopulista più antipopulista, riuscendo a mettere degli argini con regole nuove; sapeva che l’Italia era ingessata dalla burocrazia e adottò il cambiamento delle regole, rigide per dare sviluppo al nostro Paese. Post Mortem tutti gli riconoscono meriti che fino ad oggi stentavano a riconoscere», ha poi aggiunto l’ex deputato. Impossibile oggi non pensare al futuro di Forza Italia e per Guido Milanese non ci sono dubbi: erede di Berlusconi è senz’altro Antonio Tajani, ministro degli Esteri con il governo Meloni: «Credo nella guida di Tajani, in sintonia con la famiglia Berlusconi e riconosciuto come leader anche a livello europeo per la sua tradizione europeista, sta lavorando benissimo come ministro degli Esteri, in perfetta sintonia con la vice premier, la persona più vicina al presidente Meloni con la quale viaggia in perfetta sintonia. Credo che scossoni non ce ne saranno se non sul piano del dispiacere, del dolore e del rimpianto di una persona che sembrava non dover venire mai meno ma purtroppo la vita ci insegna anche questo: la politica non è la vita bensì un segmento di essa, un impegno civile, sociale e ognuno deve sentire dentro di sé di poter dare alla comunità», ha aggiunto Milanese.