Entusiastico concerto di inizio anno al teatro Verdi di Salerno sotto la brillante guida di Ivan Ciampa e di Daniel Oren “a sorpresa”. Unica nota stonata la splendida Chiara Alberti che ha presentato la serata. Il prossimo Capodanno probabilmente il direttore artistico si esibirà in una fastosa Nona di Ludwig Van Beethoven, esibendo tutte le masse corali e orchestrali del massimo cittadino
Di Rosanna Di Giuseppe
Grande festa della musica al teatro Verdi di Salerno per festeggiare il nuovo anno (abbiamo assistito al primo dei due concerti previsti per il primo dell’anno) e entusiastico abbraccio tra il direttore artistico Daniel Oren (intervenuto a sorpresa durante lo svolgimento della seconda parte del programma) e quello che lui ha definito con orgoglio “il suo teatro”, per l’occasione gremitissimo, così come tra questo e la città che ne va fiera. Il concerto, presentato con diverse “stonature” dalla ammaliante sirena cinematografica Chiara Alberti, affidato al direttore Francesco Ivan Ciampa alla guida dell’orchestra filarmonica salernitana con cantanti solisti i salernitani Nunzia De Falco e Francesco Pittari, è stato incentrato prevalentemente su celebri brani strumentali e vocali del repertorio operistico italiano. A dare il via, la Sinfonia della “Gazza ladra” di Rossini per la cui esecuzione Francesco Ciampa, con gesto preciso, ha decisamente trasmesso al complesso orchestrale un piglio energico nella realizzazione di questo brano straordinario che parte da un tema ritmico, una cellula di sole due battute estensibile all’infinito, che impronta il Maestoso Marziale per lasciare poi il posto all’Allegro ricco di sorprese (meraviglioso quel botto che ci scuote dopo l’esposizione della ripresa del primo tema in maggiore), efficacemente reso nel vitalismo dinamico e nell’evidenziazione del dialogo equilibrato tra le differenti sezioni orchestrali. A seguire il tenore ha proposto la malinconica, intima aria di Nemorino “Una furtiva lacrima” dall’ “Elisir d’amore” di Donizetti con il suo andamento cullante cui il tenore Pittari ha conferito un caldo timbro vocale. L’atmosfera è cambiata con il frivolo valzer di Musetta dalla “Bohème” pucciniana, interpretato con spigliatezza vocale e verve interpretativa dalla De Falco. I due solisti si sono poi cimentati insieme, ormai a proprio agio, nella celebre canzone del 1935 composta dai parolieri napoletani Domenico Furnò ed Ernesto De Curtis, “Non ti scordar di me”. L’orchestra è quindi ritornata in primo piano con la brillante esecuzione della Sinfonia rossiniana del “Barbiere di Siviglia”, con i suoi contrastanti movimenti Andante sostenuto reso quasi come una sorta di suspence prima dello spumeggiante Allegro in cui l’orchestra ha avuto modo evidenziare la bravura dei suoi esecutori negli interventi solistici dei fiati. Il Valzer di Verdi arrangiato da Nino Rota per il “Gattopardo” di Visconti e quello celeberrimo dallo “Schiaccianoci” di Čajkovskij ci hanno di nuovo coinvolto con un’esecuzione trascinante e bel suono dell’orchestra nel ritmo della danza. La seconda parte del concerto ha proposto l’articolata ouverture del “Gugliemo Tell” di Rossini, e ancora l’esuberante sua “Tarantella” per poi ritornare ad arie d’opera verdiane quali “Ella mi fu rapita” del “Rigoletto” da parte del tenore e la prima aria di Violetta dal primo atto della “Traviata” affidata all’eccellente esecuzione di Nunzia De Falco, che ha rivelato una notevole padronanza sia tecnica che drammatica del difficile brano. È a questo punto che Oren è apparso con entusiasmo di tutti a dirigere, in maniera travolgente progressivamente, l’orchestra, i solisti, l’intero teatro chiamato a partecipare, tirando fuori il meglio da tutti, dapprima con l’esecuzione carica di energia dell’Ouverture del “Nabucco”, quindi della “Marcia di Radetzki e del “Brindisi” della “Traviata” di Verdi, piegando ai suoi voleri con forza finanche i solisti dimostrandosi davvero il grande Direttore che è. A suggellare gli auguri e i ringraziamenti all’amministrazione e alla città la declamazione e il canto di un salmo ebraico che recita circa così: “Quanto è bello, quanto è meraviglioso fratelli seduti insieme.” che è lo stesso messaggio della Nona di Schiller e di Beethoven di cui il maestro ha ventilato una possibile esecuzione nel concerto di fine anno prossimo con coro e orchestra del teatro. L’esaltazione della musica quale veicolo senza frontiere, di sentimenti e di solidarietà è stato il modo più bello e condiviso per introdurci al nuovo anno.