Questa sera nel salone del Palazzo della Guardia di Vietri sul Mare, alle ore 20,30 concerto inaugurale dell’Accademia Mediterranea del Clarinetto
Di OLGA CHIEFFI
Ci eravamo lasciati in maggio nella Chiesa dell’Annunziata con il clarinetto di Giovanni Punzi e la fisarmonica di Hanzhi Wang per salutare sulla carta dell’Accademia Mediterranea del Clarinetto, un progetto che nasce con il desiderio di potenziare il talento clarinettistico italiano e soprattutto meridionale, sprovincializzando il Sud Italia, e accorciando le distanze tra il meridione e il resto d’Europa. Oggi il Direttore Artistico e Docente Principale, unitamente a Giuseppe Scotto Galletta ci invitano nel palazzo della Guardia di Vietri sul Mare per le ore 20,30, per il concerto inaugurale, offerto dal clarinettista Giovanni Punzi e dal Quartetto Mitja, che schiera Giorgiana Strazzullo e Sergio Martinoli al violino, Carmine Caniani alla viola e Veronica Fabbri al cello. S’inizierà con il quintetto in La maggiore K581 Strumento tra i più amati da Mozart, insieme alla viola, proprio per il timbro morbido e sfumato, il clarinetto assurge con questo autore al rango di protagonista per le manifestazioni più delicate ed introspettive nell’ambito della ricerca espressiva, perseguita in diverse opere tra cui il celebre Stadler – Quartet che verrà proposto questa sera. A differenza dei numerosi quintetti brillanti, d’impronta concertante, in voga in quell’epoca soprattutto negli ambienti parigini, il lavoro mozartiano si distingue per la sua ampiezza e per la diffusa dialogicità che pervade la partitura da cima a fondo, dando vita ad una purissima gemma, nell’ambito dell’intera produzione cameristica, senza per questo rinunciare all’esplorazione di tutte le possibilità dello strumento a fiato. I quattro movimenti possiedono qualcosa che non si può definire altrimenti che come un’aria di famiglia. Il meraviglioso tema del “Larghetto”, che sviluppa nella forma di una canzone il dialogo tra clarinetto e primo violino, ha la stessa cantabilità, pur con un carattere differente, del tema del “Menuetto”. Qui troviamo anche due “Trii”, il primo senza clarinetto, il secondo con il clarinetto concertante. La stessa idea di alternare nei passaggi solistici clarinetto e violino appartiene anche all’“Allegretto” finale. La forma qui è particolarmente articolata, essendo formata da un tema, quattro variazioni, un Adagio e una coda. È interessante il modo in cui Mozart termina il pezzo con grande semplicità, senza enfasi, in uno stile da conversazione e con il gran protagonista dell’opera, il clarinetto, che si allontana dal discorso, o meglio, si fa modestamente da parte. Verranno quindi proposte delle trascrizioni per clarinetto ed archi a cominciare dall’andante della Sonata op.26 in Si bemolle maggiore per violino e pianoforte K378 che Mozart compose nel 1779. Un Andantino sostenuto e cantabile si avvicina formalmente alla romanza per la tenerezza sentimentale che lo pervade, dimostrando di non essersi dimenticato delle eleganti movenze della musica francese da lui conosciuta durante la permanenza a Parigi nel 1778. Si continuerà con il primo movimento, l’Andante sostenuto del Concertino per clarinetto e orchestra di Gaetano Donizetti in Si Bemolle maggiore, melodia e virtuosismo all’italiana per questa pagina, per chiudere con il celebrato solo de’ La Forza del Destino di Giuseppe Verdi. Il panorama si allarga alla guerra e al campo di Velletri, l’aria di Alvaro è preceduta dal grande solo di clarinetto, che traccia i sentieri della memoria, invasi da una variazione musicale sul tema del Destino, una pagina scritta dal genio italiano per Ernesto Cavallini espressione di un’ancia a cui da sempre è affidata la continuità del ricordo, la caratterizzazione, il tempo psicologico, il traghettamento nel coacervo emozionale del personaggio.