Il graffio di Loredana Bertè - Le Cronache
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Il graffio di Loredana Bertè

Il graffio di Loredana Bertè

Lunedì 14 agosto nell’ambito della XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, firmata da Jacopo Sipari di Pescasseroli, serata evento con la cantautrice e il suo gruppo in Piazza Duca degli Abruzzi, prestigiosa tappa del Manifesto Tour

Di Olga Chieffi

E’ il momento di accendere i riflettori per la XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, su i protagonisti della storia della canzone italiana, ovvero degli autori e degli esecutori di quelle canzoni che cantate ed evocate da generazioni. Dopo il concerto-lezione di Roberto Vecchioni, lunedì 14 agosto, alle ore 21,30 il grande palco di Piazza Duca degli Abruzzi verrà dominato da Loredana Bertè. Il direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli che ha firmato il cartellone, realizzato col patrocinio  del M.I.C, della Regione Abruzzo, della Città di Tagliacozzo, grazie all’abnegazione del Sindaco Vincenzo Giovagnorio e del suo Assessore alla cultura Chiara Nannidella Banca del Fucino e della Fondazione Carispaq “La musica che gira sempre intorno al rock melodico – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari – a cui ci ha abituato, ma pervasa da quella sfrenata e solare vitalità, mi ha portato ad invitare Loredana Bertè al Festival, unitamente ad immagini e melodie particolarmente evidenti nel suo vasto repertorio, che aprono ad un erotismo primitivo e trascinante, oltre a quella funzione sociale della musica che è l’essenza di questo tour Manifesto, legato al suo progetto discografico, che sposa la linea della scelta artistica pop in questo cartellone che vedrà qui anche Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Faccio mia una dichiarazione che John Cage, appuntò in margine al suo “A Year from Monday”, nel ’63: “Vorrei che le nostre attività fossero più sociali, e sociali in modo libero”. Ci convinceremo, così – ha continuato il Maestro Sipari – attraverso la riflessione a cui siamo tutti invitati, che ciò che veramente importa è conservare intatto, anzi, accrescere di continuo, nell’arte, il nucleo vivo e insopprimibile di quel messaggio civile, operando sopra la mente degli uomini attraverso i suoni e le immagini, le parole e i gesti, così da ricondurli, oltre ogni sospensione e rottura, empirica e provvisoria, alla volontà e alla capacità di modificare le proprie convinzioni e convenzioni, le idee e le percezioni, reinstaurando la fedeltà ad una libera visione del mondo, ristrutturando il consenso a quell’utopia, reinducendone la tangibile praticabilità”. Loredana Bertè è uno dei personaggi più interessanti e discussi nel panorama della canzone italiana degli anni Settanta-Ottanta. Catapultata nel mondo dello spettacolo con lo scandalo di un suo nudo integrale, la cantante ha continuato per tutta la sua carriera a muoversi in bilico fra la provocazione e grande personalità artistica. Sa far convivere e utilizzare al massimo gli aspetti fondamentali di ogni grande vedette, un repertorio sempre stimolante, grazie alle collaborazioni con gli artisti più interessanti e innovativi, basta pensare a Djavan o Fossati, ma soprattutto un’interpretazione aggressiva e grintosa, caratteristiche difficili da trovare nella maggior parte dei cantanti italiani. E, infine, si è imposta quale interprete sempre protagonista della scena, con comportamenti spesso provocatori e atteggiamenti da show-girl di grandissimo mestiere. Tutti questi aspetti continuano a trovare la loro esaltazione e dimensione ideale nelle esibizioni dal vivo, confermando la Bertè come una delle poche vere “star” italiane del palcoscenico. Lo spettacolo ospite del cartellone del festival di Mezza Estate, sarà un grande tributo al pop e al rock e un omaggio, attraverso i visual, alla pop art. Si potrà visionare nei ledwall in versione integrale il video di “Movie, Movie, che proprio lo stesso Andy Warhol girò per Loredana quando si frequentavano alla Factory nella New York degli anni ’80, la città che a livello artistico era davvero il top a livello internazionale. Partecipare al “Manifesto Tour Teatrale 2023” significa salire su una giostra che si muove tra passato e presente, pop e rock, blues e reggae, accompagnati da immagini super colorate e simboli del rock – come la lingua dei Rolling Stones o le giacche dei Clash. Attraverso i video e i testi delle canzoni arrivano anche messaggi sociali legati alle donne, tema sempre presente nel racconto di Loredana, come in genere la difesa dei diritti dei più deboli e di tutti coloro che non possono difendersi. Nella scaletta si passerà da momenti di pura commozione e intensità con Il Mare d’inverno e Sei bellissima ad attimi di delirio collettivo con le hit più recenti quale Non ti dico no.Sul palco la leader sarà sostenuta da un quintetto che schiera Ivano Zanotti alla batteria, Stefano Cerisoli e Marco Grasselli alle chitarre, Alberto Linari alle tastiere e Pierluigi Mingotti al basso, oltre che alla corista storica Aida Cooper unitamente ad Annastella Camporeale. Uno dei momenti più intensi della serata sarà la presentazione del brano “Ho smesso di tacere”, scritto da Luciano Ligabue e accompagnato da potenti immagini di denuncia contro la violenza sulle donne. Il pubblico si esalterà su brani quali “Non sono una signora”, “Sei bellissima”, “Il mare d’inverno”, “Luna”, “Dedicato” e tanti altri, con i quali la piazza esploderà di suoni, colori ed emozioni, in una notte di mezza estate.

Prossimo appuntamento: Per il Ferragosto, martedì 15 agosto, alle ore 18, ci si sposterà ad Avezzano, in villa Massimo, tra il verde di Monte Salviano, per il Gran Gala della Classic Lyric Art del Maestro Glenn Morton e dell’Accademia di alto perfezionamento vocale Stage Daltrocanto del magistero di Donata D’Annunzio Lombardi. In programma l’esecuzione di Suor Angelica di Giacomo Puccini, momento centrale e “soave”, lavoro posto fra il noirparigino del Tabarro e la commedia fiorentina del Gianni Schicchi, una sfida, degna di quelle raveliane, all’idea data di teatro musicale: un lavoro “tutto al femminile” fra soprani (la protagonista e le sorelle più giovani), mezzosoprani (in genere le suore che incarnano l’autorità) e – lo scarto timbrico e vocale più netto – un contralto, la crudele Zia Principessa, in cui intravvediamo Turandot. Il tutto mettendo in campo ben diciotto personaggi e tutti “importanti”.