Interessante progetto, che vedremo, fuori abbonamento, al Teatro Verdi di Salerno, da venerdì 21 sino a domenica 23 marzo quello di mettere in scena le tue Operette, ideato da Mario Martone, con attori dai nomi risonanti quali Paolo Graziosi, Renato Carpentieri e Barbara Valmorin, Iaia Forte, musicisti come Giorgio Battistelli e i coristi del San Carlo, uno scenografo quale Mimmo Paladino.
I dialoghi scelti sono stati sedici su ventiquattro, un numero notevole che ha richiesto ben 210 minuti di prosa. Gli attori in scena recitano le medesime sentenze dell’autore, costruiscono i dialoghi indossando costumi del tempo. Operazione coraggiosissima per il pubblico che abitualmente frequenta il teatro, affidata completamente al magnetismo degli attori, i quali devono affascinare e tener concentrato l’uditorio su testi che disegnano lo svolgimento del pessimismo leopardiano e le sue dottrine particolari. Concepite come una serie di dialoghi ironico-lucianei, in cui dovesse essere messa in burla la vanità e la stoltezza degli uomini, Le Operette andarono via via liberandosi di questa prima intenzione, e divennero l’esposizione sempre più ricca e distesa della triste meditazione del poeta, determinandosi nelle particolari e suggestive fantasie e nei personaggi che affolleranno come fantasmi il palcoscenico. Le Operette sono un mondo di appassionate e dolenti meditazioni in cui il genio leopardiano trova la sua prima liberazione, prima di ascendere alla gran luce della poesia: in particolare in questo ufficio di placamento e chiarimento dell’anima del poeta, che ritroveremo nello spettacolo seduto al suo scrittoio, a se medesima vanno intese le Operette, e da essa deriva il loro accento così ricco di interiore vibrazione e pur così misurato e nitido, e da esso nascono alcune pagine vibranti di poesia, quali l’Elogio degli uccelli o il Cantico del gallo silvestre. Gli attori dovranno cimentarsi con un tipo singolarissimo di prosa, che non ha nulla della libertà settecentesca, né il peso dell’accademismo tradizionale, né annunzia il tipo della prosa manzoniana così sciolta, viva e parlata: essa è invece, una prosa squisitamente letteraria, modellata sulle lingue classiche, ma atteggiata con delicatezza e ricchezza di sfumature, arricchita di una sensibilità e complessità così moderne che la rendono affatto immune da ogni pedanteria o ricercatezza. Una prosa affatto leopardiana, rimasta isolata e senza ulteriore influenza nella nostra letteratura, espressione, con un accento inconfondibile ed indimenticabile, della natura, così schiva, originale ed antipopolare del genio di Recanati. Nasce forse dalla natura multiforme delle operette leopardiane, la scelta da parte di Mario Martone di svelare sulla scena un testo che la drammaturgia contemporanea ci mostra oggi in tutte le sue potenzialità teatrali. Così dall’alternarsi sul palcoscenico di parole che evocano un raffronto tra passato e presente, è probabile che l’indagare del regista si sia rivolto anche a visioni contemporanee per riflettere sul nostro presente. Un raffronto con la cultura e la storia del XIX secolo che porta con sé una riflessione profonda sui testi fondanti, come le Operette morali, per la condivisione di un’identità culturale unitaria, soprattutto dopo il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, quasi a voler ricordare che il teatro, quello profondo e simbolico, è lo specchio che riflette il nostro tempo, con le sue inquietudini, le sue nevrosi che si trascinano, mutano e si ricompongono di epoca in epoca. Con uno sguardo al passato ed uno al presente, Martone con la lettura delle Operette Morali, non conclude certo la sua riflessione proteiforme dedicata alla poetica leopardiana. “Il giovane favoloso”, titolo da un verso di Ortese, sarà il film di Martone sulla vita di Giacomo Leopardi, una follia poetica, almeno nel prosaico panorama dei cinema italiano contemporaneo, un film in costume, in lavorazione fra Recanati, Firenze, Roma e Napoli, con un cast magnifico, a cominciare dai protagonisti, Elio Germano (Leopardi) e Michele Riondino (Ranieri), e poi Massimo Popolizio, Isabella Ragonese, Raffaella Giordano, Valerio Binasco, Anna Mouglalis, Iaia Forte, Edoardo Natoli, Sandro Lombardi, Danilo Nigrelli, del quale ci poniamo già da oggi in attesa.
Olga Chieffi