Un ambiente sano per la salute dei cittadini, Rolando Scotillo trae la sua convinzione dall’esperienza in corsia. Il quotidiano contatto con i paziente e le patologie ha spinto il candidato di Caldoro ad approfondire quella che è la problematica del ciclo rifiuti. Stop impianti a Battipaglia e ammodernamento del sito di compostaggio di Eboli, questo l’annuncio di pochi giorni fa “Per anni la Piana del Sele è stata la pattumiera della Regione Campania con un carico di impianti per il trattamento dei rifiuti ed un carico di traffico veicolare inaudito. Il modus operandi elettorale di De Luca è sempre lo stesso. Alla vigilia del referendum di Renzi, nel 2016, arrivò ad Eboli per annunciare la rimozione delle ecoballe. Poi per quattro anni indifferenza assoluta. Oggi, dopo gli incendi agli impianti di Battipaglia senza che nulla dicesse o facesse in merito, alla vigilia delle elezioni torna per annunciare i lavori al depuratore di Eboli che dovrà fare l’Asis con il presidente candidato nelle sue liste”. Ma un piano regionale dei rifiuti c’è… “Un piano fallimentare sotto il punto di vista organizzativo ma soprattutto fallimentare per l’ambiente e le tasche dei cittadini. L’attuale piano di raccolta differenziata, con l’eccessiva frammentazione della selezione per gli utenti, ingenera confusione e va a discapito dei cittadini più fragili (anziani e diversamente abili). Inoltre i cittadini hanno un aggravio di costi per la gestione casalinga delle differenziazione, basti pensare all’acquisto dei kit necessari a portare avanti la raccolta differenziata in casa. Fatto grave se si pensa che la percentuale della raccolta non ha mai raggiunto le soglie richieste dall’Unione Europea e la maggior parte dei rifiuti finisce nei termovalorizzatori”. Soluzioni alternative? “La proposta si riduce in due parole: semplificazione e sgravio per i cittadini. Semplificazione, cioè ridurre le tipologie di rifiuti in umido, secco e speciale (pannolini, pannoloni, ecc.). Rifiuti che dovranno essere poi selezionati su nastro in impianti che sono già presenti sul territorio e per i quali basterebbe una semplice riconversione. Tutto ciò porterebbe ad un’impennata della percentuale differenziata fino al 90% e avrebbe, cosa di non poco conto, un impatto ambientale e sociale enorme se si pensa alla semplificazione per gli utenti e la creazione di nuovi posti di lavoro”. Con un gioco di parole: semplificazione non semplice da realizzare “La proposta è percorribile e realizzabile grazie alle eccellenze universitarie sul territorio. L’Università di Salerno sarebbe il cuore pulsante del Piano con la creazione di professionalità che porterebbero alla creazione di piccole e medie imprese per il riciclo del differenziato. L’unico dato negativo sarebbe l’interruzione del circolo affaristico dell’attuale Piano Regionale per i Rifiuti che prevede solo un turismo del rifiuto da un’area all’altra del territorio”.
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