Alta formazione e l’occasione “gettata dalla finestra” dal Conservatorio di Salerno. Ai tanti nelle sale del “Martucci” si stessero chiedendo come mai il docente di Management dello spettacolo Francesco Scala abbia deciso di rimettere il proprio incarico, è lo stesso insegnante a dare una risposta con una lettera aperta agli insegnanti. La vicenda ha origine lo scorso luglio, quando la Regione Campania presentò un piano progettuale per la formazione di 10 figure professionali legate al mondo dello spettacolo tra cui un manager culturale. Letto il bando, nel professor Scala si accese la proverbiale lampadina: La creazione di laboratori a costo zero con corsi per la gestione e creazione di eventi internazionali, che avrebbe fatto incassare al conservatorio fondi regionali per 30mila euro. Ma Scala andò oltre: chiese ed ottenne per tali corsi la partership della fondazione Ravello che gestisce il festival internazionale. Si sarebbe venuto a crere un sistema integrato tra le due strutture per la formazione di una figura professionale in grado di mettere in piedi e gestire eventi del calibro del festival della città della Costiera. Per realizzare questo interessante progetto mancava solo l’ok del Cda del Martucci. E qui, stando al racconto del docente, si arriva alle dolenti note. Dopo aver ottenuto un documento di approvazione del progetto firmato dall’onorevole Brunetta, in seguito alle pressenti richieste dei membri del consiglio, il professor Scala dovette incassare il no degli amministratori, che forse non si aspettavano che il docente fosse in possesso di tale documentazione e gettando di fatto una ottima possibilità alle ortiche: «A quel punto, il M.° Volpe – scrive il professor Scala – rappresentante dei docenti all’interno del CdA, mi faceva presente, massimamente imbarazzato che il Consiglio si era improvvisamente rammentato di aver adottato una deliberazione in data 28/07/14 in virtù della quale avrebbe accettato di entrare in partenariato solo con “Istituzioni e/o Enti pubblici”. Ho chiesto di poter leggere detta deliberazione e nel contempo ho chiesto quale fosse il problema dacché: si trattava di una delibera del Cda stesso e non di organo sovraordinato, dunque il Cda stesso avrebbe potuto tranquillamente e legittimamente ovviare, abrogare, superare, dichiarare la decadenza di detta deliberazione che risultava essere ingiustificatamente limitativa dello stesso bando regionale; non era chiaro il dispositivo della stessa poiché il testo, in riferimento alle Istituzioni, non definiva specificatamente che esse dovevano essere pubbliche. Lo stesso 25 settembre al termine della rappresentazione appena narrata ho rimesso nelle mani del Direttore, M.° Imma Battista, ogni incarico e docenza che non fosse di mia stretta pertinenza, essendo questa l’unica azione da compiere a tutela della mia dignità, credibilità, del mio buon nome. La Direttrice, il M.° Maffia, i componenti il Consiglio d’Amministrazione la documentazione riguardante il progetto non l’hanno mai letta davvero, nè mi hanno mai dato ascolto»
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