Il centro destra saprà perdere ancora? - Le Cronache Ultimora
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Il centro destra saprà perdere ancora?

Il centro destra saprà perdere ancora?

Manlio Torquato*

La rissa a cavallo tra chat e personalismi iniziata con abituale puntualità nel centrodestra campano, rischia di diventare il passaporto per l’ennesima sconfitta alle prossime regionali. Che ciò accada nel momento di massima crisi del centrosinistra, per il caso De Luca, stupisce. Una vera occasione persa se consideriamo che in Campania il voto politico vede il centrodestra prevalente negli ultimi 20 anni, ma quasi sempre perdente nel voto amministrativo. Una spiegazione c’è. La mia (lo dico dopo oltre 10 anni di esperienza da amministratore locale che, pur con una formazione di Destra ha dovuto amministrare da civico e contro il centro destra locale) è la seguente. La prima: i vertici del centrodestra -al pari di quelli della sinistra- sono “nominati” più che votati, a causa di un sistema elettorale parlamentare bloccato frutto avvelenato del berlusconismo, certo, ma che è andato bene a tutti. Ed è, per sovrappiù, una classe politica disattenta al governo dei territori, a differenza di quella della sinistra che nei territori si è invece formata. La seconda: nel centro destra e per le ragioni di cui sopra, i nomi di cartello sono sempre gli stessi, da circa vent’anni, né si intravede una reale possibilità di cambiamento. Il paradosso è che ciò accade mentre a sinistra tramonta il deluchismo di prima generazione (quello di seconda generazione non lo considero neppure un fenomeno politico, ma nepotistico). La terza, infine: la Campania è una Regione importantissima, ma che “scotta” per ragioni note, ed è probabile che nello scacchiere delle ripartizioni di coalizione, con una Forza Italia non più maggioritaria ed una Lega al sud poco consistente, la partita del centrodestra si sposti su regioni parimenti importanti ma meno complicate (il Veneto, ad esempio). Ora, se tutti son bravi a fare analisi e la mia non sarà la più originale, magari solo la più schietta, ognuno può però formulare proposte, opinioni, dissensi La mia è questa. Finché il sistema parlamentare resta bloccato con vertici autoeternantisi, bisognerebbe nel frattempo compiere due azioni: una di breve ed una di più lungo periodo. La prima è irrobustire quei soggetti politici (partiti o movimenti, anche civici di area) non ancora sclerotizzati nella loro classe dirigente, prima che si avviino anch’essi ad essere preda dei soliti nomi senza consenso. Quella di più lungo periodo invece è promuovere iniziative di formazione culturale anche eterodosse, ma che servano nel tempo a costruire una specifica consapevolezza politica su base territoriale del centrodestra campano. Tutte vanno bene, visto il deserto che c’è, al momento. C’è poi una terza ipotesi, ma indubbiamente difficile e residuale, tuttavia non priva di fascino: organizzare gruppi politici e liste che, pur politicamente di centrodestra, siano fuori dai partiti nazionali attuali e aprano con questi un confronto-conflitto che richiami l’attenzione delle segreterie nazionali al caso Campania. Ma per questo, mi rendo conto, ci vuole tempo e volontà, ed al momento credo manchino entrambi.

*già sindaco di Nocera Inferiore

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