Il Cavallo Persano finisce sul Times - Le Cronache
Attualità

Il Cavallo Persano finisce sul Times

Il Cavallo Persano finisce sul Times

di Oreste Mottola
The Times”, la prestigiosa testata britannica, si è occupata della peregrinazione da un’epoca all’altra e da una scuderia a un’altra dei cavalli di Persano, recentemente tornati nella loro sede naturale dopo aver toccato vari luoghi come Grossetto e poi Carditello. Interessante è lo sguardo british su una razza equina che è salernitana da due secoli e mezzo ed anche il rilievo non accordato, nella circostanza, da gran parte della stampa campana.
Nel nostro Paese, solo alcuni media, e non a caso solo quelli che pur in modo sporadico dedicano qualche interesse al mondo dei cavalli, si sono occupati del caso. Nemmeno tutti i siti online del settore ippico ed equestre hanno riportato regolarmente notizie sulla vicenda dei Persano. Colpisce pertanto che, invece, sia stato nientemeno che “The Times”, la prestigiosa testata britannica, a raccontare ai suoi lettori in un atrticolo a firma di Charlotte Eagar, la peregrinazione da un’epoca all’altra e da una scuderia a un’altra dei Persano. In totale nemmeno una cinquantina tra stalloni, fattrici e puledri, tutti di proprietà del principe Alduino Ventimiglia di Monteforte, che da quarant’anni fa i salti mortali tra burocrazia e istituzioni e quant’altro, per mantenere, conservare e difendere dall’estinzione una razza che è stata tra le più pregiate del nostro Paese. Finalmente questo ormai ristretto lotto di cavalli ha trovato una sponda sicura nel Ministero della Difesa, grazie al cui supporto e con l’interessamento dell’Associazione “Persano nel Cuore”, dopo 50 anni hanno fatto il loro rientro a casa, nella struttura neoclassica creata nel secolo XVII presso Salerno dai Borboni. “The Times” racconta le origini di quella che era chiamata allora la “Real Razza di Persano”, che ha attraversato la storia, dalle guerre napoleoniche alla Restaurazione, fino alla costituzione del Regno d’Italia, quando passò sotto l’egida del Regio Esercito e fornì le cavalcature di prestigio degli ufficiali, non solo di Cavalleria.
“The Times” non manca di raccontare la vicenda del Cavallino Rampante finito nello stemma della Ferrari. L’asso dell’aviazione Francesco Baracca, come tutti i primi piloti proveniva dalla Cavalleria: brillante ufficiale e cavaliere, era un noto campione di salto ostacoli e, allo scoppiare della Grande Guerra, passò a quella che sarebbe poi divenuta la Regia Aeronautica.sulla fusoliera del suo biplano applicò lo stemma del suo ex-Reggimento di appartenenza, Piemonte Reale Cavalleria, consistente in un cavallo rampante nero in campo giallo. Un cavallo che, visto che erano allora la monta di gran parte degli ufficiali, possiamo idealmente immaginare come un Persano.
Baracca divenne un Asso dell’Aviazione italiana prima di essere essere abbattuto e perire, nel 1918, a pochi mesi dalla fine del conflitto.
Lo stemma del cavallino rampante, recuperato dalla fusoliera del biplano abbattuto, fu riportato alla madre del pilota, la quale dopo molti anni lo donò a Enzo Ferrari, come portafortuna per le sue rombanti e fiammeggianti vetture. Una storia che non molti conoscono, nemmeno tra gli appassionati di equitazione o di F 1: ebbene sì, la Ferrari, “la Rossa”, i corre con lo stemma di un glorioso Reggimento di Cavalleria, e lo spirito dei quei coraggiosi in uniforme poi divenuti cavalieri dei cieli aleggia ancora oggi, per fortuna nello sport e non più sui campi di battaglia.
I britannici sono gente che di cavalli se ne intende e “The Times” non poteva non pubblicarla. L’auspicio è che ora i Persano e l’Associazione che li supporta conoscano un lungo periodo fortunato.