di Andrea Bignardi
Scendendo dall’Università di Fisciano, a due passi dall’Ikea Store e di fronte la facoltà di Medicina e Chirurgia da circa dieci anni è in attività un locale che per la sua semplicità, per il suo essere senza fronzoli ma al tempo stesso per la sua proposta culinaria accattivante e gustosa può essere definito un po’ un Eden per tutti coloro che a vario titolo fanno parte del mondo accademico e che, durante un’intensa giornata di lavoro, hanno l’idea di spezzare la monotonia quotidiana con una pausa appagante. A predominare nell’accogliente sala del “Casareccio” di Lancusi c’è senza dubbio una vasta scelta di carni, e di portate che sprizzano artigianalità da tutti i pori: non bisogna dimenticare, come racconta il signor Carmine Rinaldi, che la mission del locale è quella innanzitutto di far sentire a casa chi non lo è. Signor Carmine, Il Casareccio è un punto di riferimento per chi vuole godere di un business lunch senza cedere alla malefica tentazione del precotto e del preconfezionato: come è riuscito a conquistare una platea fatta perlopiù di giovani? «Con proposte creative ed al tempo stesso appetibili, sia dal punto di vista gastronomico che economico. Anche avere un’organizzazione di sala efficiente, ma pur sempre a trazione familiare, ci ha consentito di essere efficaci ma al tempo stesso accoglienti e mai anonimi. La domenica poi, sono davvero tante le famiglie che decidono di intrattenersi per il pranzo: del resto siamo pur sempre nella bucolica Valle dell’Irno». Quali sono le portate che più rappresentano l’essenza del “Casareccio”?
«Innanzitutto partiamo con un mix di antipasti della casa, ovviamente di terra: ad un mix di salumi e formaggi della zona si affiancano preparazioni a base di verdure locali che variano giornalmente. Sui primi cerchiamo invece di essere quanto più creativi è possibile: nonostante che il nostro locale sia casereccio di nome e di fatto, un tocco di estro non deve mai mancare nelle nostre portate. Uno dei piatti più apprezzati dalla nostra clientela è, ad esempio, la linguina con pomodorini soleggiati, mortadella e granella di pistacchio. Questo che è il nostro piatto forte si affianca ad altre proposte creative, come ad esempio gli spaghettoni con datterini gialli e crema di mandorle, e a primi classici della tradizione campana». All’ingresso si viene accolti dal tepore del forno a legna e da un’invitante vetrina zeppa di carni di buon aspetto: sono anch’esse colonne portanti del locale? «Sì, infatti sforniamo pizze anche a pranzo: gli universitari della vicina facoltà di Medicina spesso usufruiscono anche del nostro servizio di asporto. La carne ci sta particolarmente a cuore: black angus, tomahawk di scottona e chianina sono sicuramente le varietà maggiormente apprezzate dai nostri clienti, affezionati anche al nostro ruolo di “braceria”». E’ contento di questi primi dieci anni di attività? «Sì, senz’altro. Portare in tavola genuinità e cortesia è senz’altro la nostra mission, e credo siamo riusciti a portarla a termine. La mia, anzi la nostra squadra è compatta e ha saputo fronteggiare sia i momenti di duro lavoro che le difficoltà che inevitabilmente affiorano nel corso del tempo. Spero che il Casareccio possa continuare a percorrere questa strada di successi anche per i prossimi dieci anni».