Da questa sera a domenica la casa del contemporaneo propone “Ti parlerò d’amor” con Marzia Postogna e Andrea Binetti
Di Olga Chieffi
Correva l’anno 1936. Berlino era oppressa dalle illogiche ideologie del regime nazista. Due artisti, un uomo e una donna, entrambi vittime di un infausto presente. Legati l’uno all’altra dall’amore per l’arte e dalla paura. Il timore di essere diversi in una città che li obbliga a celare il proprio passato, le proprie origini. Lei ebrea. Lui omosessuale. Lei sogna l’America negando al contempo la spietata realtà che affligge il suo grande amore: Berlino. Lui sogna invece la sua libertà, a Parigi. Una storia toccante, a tratti malinconica che affronta con sprezzante realtà la tematica razziale, le persecuzioni e la morte di milioni di persone. Da stasera alle ore 21, sino a domenica in pomeridiana, l’associazione Casa del contemporaneo, celebra il giorno della Memoria, con lo spettacolo “Ti parlerò d’amor”, diretto da Tommaso Tuzzoli, interpretato da Marzia Postogna e Andrea Binetti, che vuole essere un omaggio al cabaret tedesco, che, tra musica e prosa, racconta una dolorosa storia, che ha macchiato di crudeltà l’umanità. Negli anni ’30 in Germania, una infinità di piccoli gruppi, che non ci stavano ai bruschi cambiamenti, imperversavano amatissimi dal pubblico nei music-hall e nelle caffetterie liberty europee, particolarmente quelle di tradizione viennese. L’anima tedesca, visceralmente festaiola e birraiola, smaltiva così gli orrori di una guerra appena finita e inneggiava alla sbornia della vita e mai immaginando che, quella così bella “époque”, sfociasse invece presto in un altro conflitto ben più terribile. Fu nel 1927 che tre tedeschi e tre ebrei berlinesi decisero di formare i “Comedian Harmonists”, col nome che diceva esattamente che avrebbero buttato tutto ma proprio tutto in commedia. Nei cabaret dell’epoca, si cantava con spiccato stile e umorismo mitteleuropeo le più famose ariette popolari del tempo, ed anche brillanti pezzi classici che gli artisti sconvolgevano a loro piacimento rendendo la musica esilarante e mandando in visibilio tutte le platee. Il regime però cominciava a non vedere di buon occhio il semitismo, e fu così che buona parte di questi artisti non ebbero altra scelta che quella di fuggire di gran carriera, emigrando in America. Dalla tirolese orecchiabilità dei canti tedeschi d’epoca, alle canzonette italiane del ventennio, allo swing di George & Ira Gershwin, sino all’ Aufidersehen, riportando in vita l’atmosfera struggente, nostalgica, leggera (come dice la canzone Ein Bisschen Leichtsinn kann nicht schaden: Cosa può esserci di più bello nella vita che una giornata divertente? O il brano da Irgendwo auf Welt: C’è un piccolo pezzetto di fortuna e lo sogno in ogni momento!) con il loro inimitabile umorismo e con i loro virtuosismi vocali trasformavano in maniera originale (al confine tra il jazz vocale e l’operetta) i canti popolari, la musica classica e le canzoni dell’epoca. Sullo sfondo c’erano le esperienze di vari gruppi americani, spesso presentati sotto l’etichetta generica di “minstrels”. Negli ultimi anni c’è stato un grande interesse per la produzione musicale leggera tedesca degli anni venti e trenta, prima cancellata dal nazismo e quindi bollata sotto l’etichetta “Entartete Kunst”, arte degenerata. Ricordiamo felicemente la splendida serata evento clou degli Incontri Internazionali della Musica tra Italia e Germania, firmati nel 2007 da Elio Macinante, che ospitò i sei giovani musicisti berlinesi dei “Berlin Comedian Harmonists”, depositari degli gli arrangiamenti autentici dei Comedian, il loro originalissimo colore vocale, la sofisticata elaborazione delle melodie, dalla scrittura ricca di armonizzazioni complesse. Il repertorio che fa da colonna sonora a “Ti parlerò d’amor”, segue vari percorsi tutti riconducibili alla dimensione di un divertimento musicale sapiente, in cui si incrociano efficacemente riferimenti classici e armonizzazioni swing, che incanteranno il pubblico in sala.