Olga Chieffi
“Gli angui d’inferno sentomi nel petto”, la seconda aria della Regina della Notte, “Der holle nacht” dal Die Zauberflote di Mozart, la prova d’audizione che apre la prima puntata della fiction Rai “Belcanto”, nel teatrino di corte del Palazzo Reale di Napoli, per scegliere chi far partire nella compagnia di cantanti per Milano. Tra le quattro pretendenti al ruolo, naturalmente la protagonista, Antonia, interpretata da Caterina Ferioli. Il primo soprano ad esibirsi, la signorina Russo, ha il volto di Nicoletta D’Agosto, musicista di Agropoli, flautista e cantante, che abbiamo raggiunto in quel di Pesaro, nel corso di una master sull’interpretazione del belcanto rossiniano.
Nicoletta D’Agosto, reduce dal set di Belcanto…. Come la produzione ti ha scoperto e contattato?
“Un caso fortuito. Ero andata a trovare il Maestro Chiara Artiano al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, la quale mi aveva chiesto di farle sentire l’aria di Elvira, “Ernani, Ernani involami”
dall’opera di Giuseppe Verdi, che avevo iniziato da poco a studiare. Come di consueto, dal vetro della porta, vedevo delle persone, ma non riuscivo a capire chi fossero. Si presentò, così, la troupe televisiva, che era in visita al Conservatorio per un sopralluogo finalizzato alla realizzazione della fiction “Belcanto”, la cui regia è stata affidata a Carmine Elia. Mi chiesero di cantare per loro e, dopo qualche complimento, si congedarono. Pochi giorni dopo la Maestra mi contattò perché, per il tramite del Direttore del Conservatorio Gaetano Panariello, la produzione richiedeva di me. Il regista era rimasto colpito da quell’incontro e voleva farmi trascorrere una giornata sul set con loro, presso il Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli. E’ stato molto bello vivere questa esperienza, che mi ha permesso di comprendere quanto lavoro sia necessario per la realizzazione di una scena”.
Canteresti o ti sei già calata nel ruolo di Astrifiammante, la Regina della Notte?
“In realtà sarei un soprano drammatico d’agilità. Non credo ci sia ruolo meno adatto alle mie “corde” di quanto possa essere quello della Regina della Notte. Non possiedo le caratteristiche vocali per affrontare Astrifiammante, ed è stato veramente una sfida cimentarmi quel giorno proprio in quell’aria (tra l’altro da me un po’ conosciuta in tedesco e non con il testo in italiano, come richiesto dalla sceneggiatura)”.
Come ti sei avvicinata alla musica e allo studio del canto?
“Ho iniziato come strumentista, ma ho sempre nutrito un grande interesse per l’opera lirica. È una passione che ho mutuato da mio padre. È pianista e per anni ha diretto un coro polifonico con cui ha realizzato concerti ed opere. Ci sono praticamente nata e, fin da quando avevo pochi anni, imparavo indistintamente tutte le parti. Con mio padre ho iniziato a suonare il pianoforte, per poi scoprire il flauto traverso. Ho iniziato a studiarlo alle scuole di I grado ad indirizzo musicale, Agropoli, una cittadina dove la musica e sono arrivata a conseguire la laurea triennale presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno, sotto la guida del Maestro Nicola Cappabianca. Mi piaceva molto suonare ma dovevo rimanere nel contesto sinfonico. Qualora, invece, il concerto prevedesse la presenza di cantanti, lo strumento non rispondeva più pienamente alle mie esigenze emotive. Così decisi di intraprendere il corso di Canto al Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli, dove ho conosciuto la mia guida, il Maestro Chiara Artiano, terminando il II livello accademico con la “Madama Butterfly” di G. Puccini”.
Cosa e chi è stato fondamentale nel tuo percorso musicale?
“Sicuramente la mia famiglia e la possibilità di fruire della musica classica da sempre. Avrei tante persone a cui essere grata per il loro supporto, il loro sprone e la loro presenza. Ne ho incontrate tante nel mio percorso e sarebbe impossibile citarle tutte: maestri, compagni di viaggio, amici,… Per il canto, limitandomi a coloro i quali, oggi, sento particolarmente vicino, penso sia doveroso ringraziare il Maestro Chiara Artiano, il pianista Maestro Maurizio Iaccarino e il Maestro Angelo Gabrielli che lo scorso anno ha avuto fiducia in me per il debutto, sotto la sua direzione, nel ruolo di Fiordiligi, nell’opera “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart”.
Quale compositore e quale ruolo senti più vicino per sensibilità e caratteristiche?
“Domanda difficile. In realtà ogni volta che studio un ruolo pian piano mi convinco sia il più bello e avrei tante opere del “cuore”. Al momento mi sto concentrando sulle regine donizettiane e sul repertorio verdiano. Dovendo, però, fare un nome su tutti: Mascagni con “Cavalleria Rusticana”. È la prima opera di cui ho memoria e Santuzza è il ruolo che, sebbene un giorno lontano, spero potrò debuttare. Fin da piccola, mi ha affascinato la Scuola Verista e le emozioni che riesco a provare con quella musica per me non hanno eguali”.
Quali impegni ti attendono nel prossimo futuro?
“Sono a Pesaro per seguire la Master che tiene il Maestro Mirka Rosciani, praticamente un clinic sul repertorio rossiniano. Nel prossimo futuro ho in programma dei concerti in diverse città italiane, un salto a Valencia e la partecipazione ad alcune Master. Sinceramente non vedo l’ora di incontrare e di poter studiare con il Maestro Raina Kabaivanska, possibilità che mi è stata concessa dall’Accademia Lirica di Osimo, dopo la partecipazione alla Master che ho frequentato con il Maestro Vincenzo De Vivo”.
Un sogno nel cassetto.
“Continuare a vivere di musica e per la musica, accompagnata dal canto lirico, concretizzando seriamente la mia più grande