I Licei Classici di Salerno fucine di buona cultura - Le Cronache
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I Licei Classici di Salerno fucine di buona cultura

I Licei Classici di Salerno fucine di buona cultura

di Salvatore Memoli
Tra le cose fatte nella mia vita ci sono circa dieci anni d’insegnamento a Salerno nei Licei Classici della città. Iniziai giovanissimo, credo di essere stato tra i più giovani docenti a tempo indeterminato d’Italia. Il mio primo incarico che ricordo con emozione risale al 1 febbraio 1977. La mia esperienza é stata a tempo pieno, sebbene per un periodo abbia svolto la pratica forense, sostenuto gli esami presso la Corte di appello di Napoli, iscritto all’ordine di Salerno come procuratore legale e giurato con tanta emozione la mia lealtà nello svolgimento della professione.
L’insegnamento di Religione mi fu dato con proposta dell’Arcivescovo di Salerno, avendo frequentato con profitto la Scuola di teologia per laici.
Mi sono ritrovato a 22 anni docente, prima nel Liceo Ginnasio F. de Santis e poi al Tasso.
Avevo mediamente ogni anno 400/500 alunni che seguivo personalmente, costruendo un rapporto di fiducia basato sui programmi e sulla proposta di argomenti di studio ed approfondimento che a volte erano corollario delle materie di studio, a volte stimolo per approfondire la contestualizzazione storica, filosofica, letteraria e teologica dei vari periodi con gli argomenti religiosi. A giovani sovraccaricati dallo studio delle materie curriculari, in classe e soprattutto a casa, non sembrava utile imporre un ulteriore sforzo di conoscenza di autori cristiani e di conoscenza del pensiero cattolico ma non era nemmeno utile non consentire loro di sentire l’importanza e la dignità culturale e religiosa del messaggio evangelico. Per dare loro argomenti meritevoli di attenzione passavo interi pomeriggi di preparazione remota degli argomenti, trascorrevo diverse ore nella cineteca delle Suore Paoline per individuare strumenti audiovisivi utili ad integrare la lezione.
Ho passato anni a testimoniare i miei valori culturali, a renderli interessanti ed accettabili. La qualità degli allievi e dei colleghi dei due licei era così elevata da garantirmi sempre ottimi risultati interdisciplinari e di profitto generale delle classi. Ovviamente c’erano sempre le eccellenze tra i ragazzi e le grandi e generose disponibilità dei miei colleghi che erano ammirati del mio lavoro e dei risultati.
I Licei de Sanctis e Tasso sono stati per anni una casa della cultura per me, una sfida a migliorarmi e migliorare i miei programmi didattici. Ero consapevole che il livello culturale di docenti e studenti rasentava livelli ineguagliabili di qualità, questo rendeva tutto più serio e responsabile, più articolato e più ricco come contenuti da trasmettere.
Per anni ho avuto giovani che poi sono diventati e sono classe dirigente della nostra città e dell’Italia. Tra essi oggi incontro ancora e riconosco Magistrati, giudici, prefetti, dirigenti pubblici e privati, liberi professionisti in ogni campo e tanti bravi cittadini che ricordano gli anni trascorsi insieme.La fortuna di questi giovani é stato lo studio, severo, metodico, a tratti snervante che li ha formati ed allenati ad essere donne e uomini migliori della nostra salernitanità.
Penso spesso a quegli anni impegnativi per me. Mi rivedo giovane docente tra mostri sacri della docenza salernitana, accolto benevolmente e teneramente. Alla pari partecipavo ad importanti decisioni con questi docenti nei Consigli di classe e nell’organizzazione interdisciplinare con colleghi di alta esperienza con cui trascorrevo molto tempo nella sala dei professori ed in biblioteca a definire segmenti culturali interdisciplinari. Tra tutti ho conosciuto Presidi di elevato spessore culturale, impareggiabili cultori di materie umanistiche, a livello nazionale. In particolare mi piace citare due grandi e stimati Presidi, uomini di cultura, circondati da rispetto e stima. Al de Sanctis conobbi Ermete Franzese ed Armando Pavone che mi mostrarono sempre simpatia e sintonia. Franzese era un grande latinista ed umanista; al Tasso conobbi Donato Cosimato di cui ho goduto la sua stima, un uomo di sconfinata cultura storica, filosofica, profondo conoscitore e scrittore di applaudite pubblicazioni sulla storia e produttività delle nostre contrade e casali, soprattutto della Valle dell’Irno.
Che dire dei colleghi docenti? Ci vorrebbe un elenco interminabile di nomi di uomini e donne straordinari per conoscenza delle loro materie e per l’esperienza didattica maturata con cui trasmettevano il loro sapere. Erano persone ricche di carismi, affascinavano gli studenti, trasmettevano sicurezze culturali e determinavano la crescita armonica di tanti giovani. Questi docenti sono stati orgoglio della scuola di Salerno, orgoglio della cultura! Non v’é uno migliore di un altro! In tutti ardeva il sacro fuoco dello studio e della difesa di valori culturali che illuminavano l’universo scolastico. Ogni volta che parlavo con loro mi facevo piccolo e tanto grande da contenere le loro culture di cui si alimentavano. Ovviamente in tutte le discipline. Come dimenticare persone che hanno rappresentato la cultura scolastica più elevata a Salerno. Erano i tempi di Lazzaro, Smaldone, Sena, Cianciaruso, Marano, Carrano, Anziano,Elisa Casciello e suo marito, storico Vice Preside del Tasso, Coppola,Napoli, Volpe e… tanti altri.
Ad ognuno di questi colleghi andrebbe assegnato un premio ed un riconoscimento. Tra loro c’era chi si chiudeva in un mondo individuale di conoscenze, di metodi e di relazioni con gli studenti,non sempre facili e condivisibili, tuttavia facevano parte di quell’aura magica del sapere che anno dopo anno veniva trasmesso alle nuove generazioni. Di molti non posso che dire bene, di altri che si davano alle lezioni private a casa ho sempre nutrito riserve e scarsa considerazione. Con un briciolo di coraggio mi aggiungo ad essi per i metodi didattici adottati negli anni di insegnamento, per la serietà delle mie lezioni e per i livelli di ricerca attenta che mi permettevano di sentirmi a mio agio tra gli studenti.
Tutta questa scuola deve essere ricordata e celebrata, non un singolo docente. Tutti erano eredi ed epigoni di grandi maestri del sapere che riverberavano i loro livelli attraverso i loro stessi allievi che ne avevano sostituito la presenza.
Nel mio piccolo sentivo alla pari di ripetere le coraggiose, erudite, qualificate istruzioni ricevute da illustri teologi che erano stati miei docenti. Come dimenticare P. Gerardo Cardaropoli, p. Marcello Del Verme, P. Teodoro Pullez, il gesuita Di Marino, don Angelo Visconti e tantissimi altri dotti docenti che mi avevano dato gli strumenti giusti per svolgere il mandato ricevuto?
I Licei di Salerno hanno un grande merito nella formazione di tanti giovani, il loro spazio di merito non sarà mai adeguatamente celebrato.