di Antonio Manzo
Se ne sentirà parlare, e giustamente molto, del 25esimo Congresso Mondiale di Filosofia che si tiene a Roma. Sfidando il caldo tropicale di questi giorni, i prestigiosi filosofi del mondo discueteranno il tema della Filosofia che attraversa i confini con un documento base sulla “convivialità e il dialogo tra i popoli”. Torna in Italia il congresso mondiale di filosofia dopo che nel 1958 i filosofi si riunirono a Venezia e, nel 2018, a Pechino. È con legittimo orgoglio che si può rivendicare la presenza della città di Salerno, nota al mondo, tra l’altro, per avere accolto decine e decine di sbarchi dei migranti, di una qualificata presenza al Congresso mondiale di filosofia dal titolo PhilosophyacrossBoundaries. Pensare oltre le frontiere, La città di Salerno partecipa attivamente all’iniziativa con la sezione salernitana della S.F.I. con docenti universitari: Armando Bisogno, Gian Paolo Cammarota, Clementina Cantillo, Renato De Filippis, Claudia Lo Casto, Angelo Meriani, Francesco Piro, Francesco Tomatis che martedì prossimo terrà una relazione su “Mistica e filosofia del dialogo”. Uno stralcio della relazione del docente salernitano, ma di origine piemontese, che terrà alla platea mondiale è stato pubblicato dal quotidiano “Avvenire”. Il Congresso riconosce così il valore scientifico salernitano che ha avuto eminenti protagonisti nel mondo del sapere filosofico come l’indimenticato Roberto Racinaro, Peppino Cacciatore e Pino Cantillo e Biagio De Giovanni mai fin troppo ricordati e celebrati per il loro pensiero e i loro studi che hanno voluto offrire all’umanità. Il riconoscimento ai salernitani nel programma dei lavori è stato voluto da Luca Maria Scarantino presidente della Federazione Internazionale delle società filsofiche (Fisp) e docente di filosofia morale all’università Aldo Moro di Bari. Il congresso mondiale di filosofia traccia un segnale importante nell’evoluzione del pensiero contemporaneo quando la vita degli esseri umani si dispiega nella consapevolezza di essere circoscritti da ogni parte da limiti e confini, ma anche dall’ostinata volontà di non accettazione delle restrizioni, che si traduce nel desiderio di superare ogni limite. La cultura del limite è associato all’idea di ostacolo, come se le due parole fossero sinonimi. Ma il limite è solo apparente, perché una volta superato svanisce. Il superamento costante dei limiti sta compromettendo la vita stessa dell’uomo, perché non ci sono limiti al consumo e al flusso di desideri, dove è l’eccesso che diventa un valore perché agevola il superamento dei limiti, favorendo la loro trasformazione in illusione. Il senso dell’appuntamento mondiale della filosofia, al quale partecipano i salernitani, è sull’uomo contemporaneo si mostra smarrito, incapace di autonomia e di visione critica. La filosofia si chiede quali siano le cause che hanno portato l’umanità sull’orlo del baratro. Ed a Roma se ne discute con appropriatezza scientifica. La relazione del professor Tomatis è nel solco di uno studio che negli anni ha giudicato gli uomini tra il nichilismo e la verità. Ora offre ai filosofi del mondo il suo lavoro che ha distinto l’università di Salerno.