di Marta Naddei Demagogia. E’ questa la parola che i deputati salernitani del Movimento Cinque Stelle Silvia Giordano, Mimmo Pisano e Angelo Tofalo, utilizzano per riassumere l’atteggiamento del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, in occasione del convegno sulla Giustizia telematica che si è tenuto mercoledì a palazzo di Città. Una demagogia che, secondo i parlamentari salernitani, scaturisce da alcune decisioni ed alcuni avvenimenti che interessano i due politici. In primis, per quanto riguarda il sindaco di Salerno, Giordano, Pisano e Tofalo sottolineano che «è davvero beffardo pensare che De Luca possa pontificare a un convegno a palazzo di Città su tale tema, considerato il complesso rapporto che vive con la giustizia». Il riferimento, chiaro, è alle indagini che coinvolgono il primo cittadino: «Basti ricordare – scrivono i deputati – il mancato rispetto delle regole in ambito urbanistico, vedi sequestro Crescent, oppure l’utilizzo strumentalmente delle lungaggini giuridiche per preservare la doppia poltrona di sottosegretario e sindaco per ben un anno. Oggi De Luca ci parla di velocizzazione attraverso la digitalizzazione. Ma si tratta della stessa persona, già giudicata decaduta, in primo grado, dalla carica di sindaco, che chiede e ottiene rinvii di oltre 5 mesi dalla corte d’appello, sfruttando cavilli da azzeccagarbugli, sulla causa di incompatibilità». Ma anche sul caso della Cittadella Giudiziaria (nella giornata di ieri, sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la delibera del Cipe dello scorso 14 febbraio da 26 milioni e mezzo di euro che lo scorso 30 maggio è stata anche registrata presso la Corte dei Conti, ndr) non lesinano critiche a quanto affermato dal sindaco De Luca: «Per la Cittadella Giudiziaria, i fondi vanno sbloccati ma non con gli annunci o con la propaganda di De Luca. La nuova cittadella, costata già 40 milioni e che necessita di altri 30 per la sua ultimazione, doveva essere pronta 7 anni fa: ad oggi non è ipotizzabile quando si arriverà alla sua reale ultimazione». Unico punto di incontro è il no all soppressione della sezione distaccata del Tar di Salerno, ma ad una condizione, ovvero quella che «si faccia sempre più interprete dell’esigenza di legalità che viene dai cittadini». Per il resto, dicono i tre parlamentari salernitani, «siamo in via di principio contrari alla soppressione di una struttura giurisdizionale a servizio delle province di Salerno e Avellino». Ma nel mirino di Silvia Giordano, Mimmo Pisano e Angelo Tofalo, trova un posticino anche Andrea Orlando, passato da pochi mesi dal Ministero all’Ambiente a quello della Giustizia. Al Guardasigilli, infatti, rimproverano il suo far parte integrante «del governo che ha votato per l’abbassamento delle pene per il 416 ter (scambio di voto politico mafioso), che sta ricattando la giustizia italiana avallando un emendamento della Lega Nord che introduce la responsabilità civile dei giudici, che isola i magistrati troppo curiosi, che salva i parlamentari dalle richieste di arresto dei giudici, è venuto a Salerno per spiegarci che dovremmo equilibrare i diritti del singolo con gli strumenti telematici e sburocratizzare la macchina della giustizia».
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